Tra le decine di titoli provati con mano durante la GamesCom non poteva certo mancare uno dei picchiaduro più storici e importanti al mondo: Street Fighter V, l’opera targata Capcom, primo capitolo della saga ad approdare in “next”gen, che aveva davvero bisogno di portare a casa una piccola vittoria dopo il recente flop incassato con la sua fallimentare closed beta. Più di dieci postazioni di gioco allestite con comodi divani, invidiabili televisori e controller arcade a più non posso hanno mitigato leggermente quel senso di diffidenza che proprio non voleva abbandonarci; ci sediamo, impugniamo lo stick e passiamo a rassegna i personaggi presenti scoprendo con piacere la presenza di Vega, lieto ritorno e leggendario lottatore, la cui partecipazione in gioco è stata confermata poco prima dell’inizio della GamesCom stessa:
Non c’è che dire, bastano pochi combattimenti e già ci rifiutiamo di staccarci dalla nostra conquistata postazione di gioco; server del tutto inefficaci resero negativa l’esperienza di beta di poche settimane fa, ma, rimosso tale ostacolo, Street Fighter V si conferma essere un vero e proprio gioiello capace di brillare ed accecare nel vasto panorama dei picchiaduro.
Se ad una prima fugace occhiata il rework di alcuni personaggi potrebbe far storcere il naso ai più nostalgici o addirittura dar fastidio più che mai, provando con mano quegli stessi lottatori, più o meno modificati, diventa subito palese come la natura stessa di quelle storiche icone non sia variata affatto, rimanendo fedele all’originale nella sostanza ma differenziato e unicizzato da qualunque altro carattere. Esemplare è il caso di Ryu e Ken, da sempre provvisti di tecniche di combattimento davvero, davvero, molto simili tra loro, forse troppo per un titolo importante come questo; osservando il nuovo set di Ken da lontano può sembrare un personaggio molto diverso da quello che ricordavamo, ma è solo giocandolo con mano che si riesce ad apprezzarne le modifiche, capaci di conferirgli un’identità tutta sua pur rimanendo fedele all’originale. Stesso discorso per altri personaggi (ovviamente li abbiamo provati tutti più volte) come Nash/Charlie e Birdie, entrambe vecchie glorie che, seppur per motivi diversi, hanno ricevuto un drastico riadattamento delle loro tecniche e peculiarità, arrivando ad essere più apprezzati che mai.
Spesso ingenti modifiche a cose che siamo abituati a vedere in un certo modo possono recare fastidio, ma con Street Fighter V decisamente non è il caso. Non possiamo fare a meno di apprezzare la notevole svecchiata che Capcom sta dando a questo leggendario titolo, e la consapevolezza di aver scoperto a malapena metà del roster disponibile ci lascia una profonda cicatrice che nulla ha di che invidiare ad un Sagat di turno, curiosi più che mai di scoprire chi altri scenderà in campo!
Le arene di gioco fanno da perfetta cornice ai nostri combattimenti, obbligandoci a fermare la rissa per qualche istante per poterne apprezzare a pieno le molteplici sfaccettature; nonostante il gioco sia ancora in beta non abbiamo riscontrato problemi tecnici di grave natura: la reattività dei comandi è stata ottima in ogni partita e la fluidità degli scontri tale da farci ben presto perdere la cognizione del tempo.
In definitiva Street Fighter V ci ha trasmesso un’ottima sensazione, confermandosi uno dei titoli di maggiore e meritata importanza nel settore dei picchiaduro, ciò che ci auguriamo è che i gravi problemi di connettività e server riscontrati durante la closed beta vengano risolti il prima possibile e nel migliore dei modi perché, diciamocelo, qualsiasi gioco di combattimento può essere entusiasmantemente bello quanto si vuole, ma senza un buon on-line che permetta incessanti sfide e interminabili sessioni di gioco, bhè, non so voi, ma io ci penserei due o tre volte prima di procedere all’acquisto.
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