Sonic Boom: L’ascesa di Lyric: la recensione di VMAG

Ogni volta che gioco un episodio della serie di Sonic mi metto le mani tra i capelli, fatta eccezione per il mai troppo lodato Sonic Generations. Ci sono talmente tanti sbagli che ho sincera difficoltà a capire da dove potrei iniziare per elencarli tutti. Credo che, più di ogni altra cosa, il nostro porcospino soffra di una grave crisi d’identità, ormai da talmente tanti anni che dubito possa essere recuperabile. Come accade spesso in questi casi, la scelta di un reboot viene vista come una panacea a tutti i mali.
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La velocità di Sonic è stata sacrificata in nome di un approccio “multievento”, che mischia in maniera pessima i diversi stili di gameplay.

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Ma, nel caso di Sonic Boom: L’ascesa di Lyric, il riavvio è da interpretarsi più che altro come un riposizionamento del personaggio. Sega ha tradito i fan della serie, perché, all’atto pratico, Sonic Boom è un brutto tie-in di una serie animata. L’eredità di Sonic come icona del videogioco non è stata minimamente presa in considerazione dagli sviluppatori, che hanno realizzato in fretta e furia un titolo da appiccicare in maniera posticcia al lancio del nuovo prodotto su Cartoon Network. I risultati si vedono, perché questa scelta è andata a influenzare direttamente il game design del gioco.
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[su_pullquote align=”right”]Il risultato è un gioco schizofrenico dove la corsa rappresenta un elemento marginale.[/su_pullquote]

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La prima cosa che reputo francamente assurda è che la proverbiale velocità di Sonic è stata sacrificata in nome di un approccio “multievento”, che mischia in maniera pessima i diversi stili di gameplay. Incredibile che si continuino a fare questi errori, quando dai tempi del primo Sonic Adventure la critica di tutto il mondo si era schierata contro la scelta di avvicinare Sonic a Super Mario, enfatizzando il gameplay sull’esplorazione di un ambiente 3D invece che sulla pura velocità. Il risultato è un gioco schizofrenico dove la corsa rappresenta un elemento marginale.

Gli amici di Sonic rappresentano il fulcro del gameplay, dal momento che per proseguire attraverso i livelli dovrete fare uso delle loro abilità peculiari: Sonic userà la sua classica “spin dash”, Amy sarà in grado di saltare più in alto, Knuckles potrà arrampicarsi su degli smeraldi incastonati nelle pareti rocciose mentre Tails manderà dei robot all’attacco. Un punto a favore del gioco è come il level design sia stato costruito in modo tale da rendere tutti questi diversi approcci necessari, fornendo quindi varietà all’avventura.
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Il discorso cambia completamente per quanto riguarda il combattimento, la cui presenza è già di per sé assurda dal momento che in Sonic i nemici hanno sempre rappresentato perlopiù degli ostacoli da superare. In Sonic Boom, al contrario, gli scontri rappresentano uno dei punti focali dell’avventura, trasformandola in una sorta di hack ‘n slash, dove dovrete sconfiggere orde di nemici per accedere all’area successiva. La difficoltà è mal calibrata e abbassa ulteriormente il ritmo dell’avventura, dal momento che alcuni nemici sono davvero coriacei, al punto da rendere gli scontri noiosi. Inutile dire inoltre che questa ripetizione diventa stancante davvero molto in fretta, e disamora ulteriormente i fan del porcospino.

[su_animate type=”fadeInRight” duration=”2″][su_pullquote]Credo tuttavia che il peccato più grande commesso dal gioco sia sul fronte dello storytelling.[/su_pullquote][/su_animate]

Le fasi adrenaliniche non sono andate perdute del tutto, per fortuna, ma dimenticano anche in questo caso qual è la vera essenza della serie: Sonic non è mai stato pura velocità, ma richiedeva un forte controllo da parte del giocatore. Qui, al contrario, avrete dei momenti saltuari dove Sonic corre all’impazzata, ma sarete costretti più che altro a vedere un’animazione automatica, senza avere realmente la possibilità di influire sulla direzione. Aggiungiamo inoltre che il pesante motore grafico, CryEngine, non sembra essere la scelta più indicata per trasmettere la velocità di Sonic, e il risultato sono rallentamenti e singhiozzi.

[su_animate type=”fadeInLeft” duration=”2″][su_pullquote align=”right”]Sono curioso di vedere la serie su Cartoon Network ma, se il videogioco è un indicatore della sua qualità, non prevedo grandi cose.[/su_pullquote][/su_animate]

Credo tuttavia che il peccato più grande commesso dal gioco sia sul fronte dello storytelling. Stiamo parlando di un gioco ispirato a una serie animata, che si pone l’obiettivo di riportare in auge un personaggio e renderlo al passo con i tempi. Ci si aspetterebbe, dunque, una caratterizzazione degna di nota. E invece Sonic non raggiunge neanche il livello di un cartone animato qualunque, persino di quelli meno riusciti. Sono curioso di vedere la serie su Cartoon Network ma, se il videogioco è un indicatore della sua qualità, non prevedo grandi cose. Non è una questione di target, badate bene: io sono sicuro che ai bambini non può piacere qualcosa del genere, soprattutto quando giochi come Skylanders hanno raggiunto un livello di qualità della narrazione tranquillamente paragonabile a quello delle produzioni DreamWorks. In definitiva, Sonic Boom: L’ascesa di Lyric è un gioco che tenta di essere molte cose, ma fallisce in tutti i suoi aspetti. Non è un buon hack & slash, non è un buon platform, e non è nemmeno un buon gancio per la serie animata. Ma, soprattutto, non è un gioco di Sonic. Il personaggio è finito in un baratro da cui non può più risollevarsi? A questo punto, temo proprio di sì.

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