Scrivere The Last of Us: Left Behind non è stato semplice

Anche se credo che sia tutt’altro che un punto d’arrivo, The Last of Us è un ottimo esempio di come si scrive una storia in un videogioco. Il suo DLC, The Last of Us: Left Behind, elabora ulteriormente sulle sue premesse, costruendo un piccolo ma efficace spaccato sulla caratterizzazione per Ellie, esplorandone la sessualità. Ma non è stato facile riuscirci.

Lo apprendiamo in una recente intervista apparsa su Game Informer a Neil Druckmann, che ha scritto tutto da solo lo script di The Last of Us, e che ha portato Left Behind come esempio di progetto che pone delle sfide. Druckmann è inoltre una mosca bianca nel nostro settore, che spesso tende a ignorare le storie.

È difficile avere una visione per una storia e dire, ok, questa storia cerca di comunicare questo specifico messaggio. E poi bisogna assicurarsi che si ritorni sempre su quel punto, e non si prendano scorciatoie. Sapete, quando si incontra un ostacolo è facile dire “è solo un videogioco, nascondiamolo, mettiamo un’esplosione e caviamocela così”. Bisogna rispondere “no, no, no, questo momento è davvero importante, facciamolo funzionare e lavoriamo sodo per riuscirci”.

Molto spesso, dunque, l’ostracismo nei confronti degli scriptwriter avviene da parte degli stessi sviluppatori del gioco, che tendono a cercare soluzioni più semplici. Un caso analogo si è verificato anche nel caso di The Last of Us: Left Behind.

Un esempio di quanto appena detto è stato far funzionare la relazione tra Ellie e Riley in The Last of Us: Left Behind. Ci sono volute molte iterazioni nella scrittura, e c’erano tonnellate di dialoghi che abbiamo registrato che non hanno funzionato, e gran parte della colpa era nella scrittura; la scrittura non era a un livello soddisfacente. C’è stato bisogno di ridefinire il personaggio di Riley e la sua relazione con Ellie per far funzionare tutto. Quindi quella che potrebbe sembrare una semplice linea di dialogo quando state giocando il gioco, potrebbe essere stata centinaia di altre linee e centinaia di diverse versioni.

Anche se Druckmann è ormai un veterano delle imprese in solitaria,  per il suo lavoro sul prossimo Uncharted 4: A Thief’s End sarà affiancato da due colleghi: Joss Scherr e Tom Bissell.

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