Rocket League: la recensione di VMAG

Nel nostro Paese Il calcio muove le folle, le macchine pure. Unite questi fattori in un videogioco e formate un cocktail mortale dall’altissimo tasso di assuefazione. Psyonix, dopo il successo di Supersonic Acrobatic Rocket-Powered Battle-Cars, per spezzare la desolazione della lineup videoludica estiva ha riproposto il format su PlayStation 4 e PC. Il risultato è notevole e l’uscita in formula gratuita per gli abbonati PlayStation Plus sulla nuova console di casa Sony è un altro sintomo di scelte giuste e ben calibrate. Rocket League è un titolo che si basa su meccaniche semplici e già viste nel suo prequel che spiegherò per coloro che non lo hanno giocato.

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Guideremo macchinine in un’arena con l’obiettivo di colpire la palla situata al centro dell’arena e fare goal nella porta avversaria. Siete voi, la vostra macchinina, degli spot su cui ricaricare il turbo e basta. Questo è Rocket League. 1v1, 2v2, 3v3 e 4v4. Queste sono le modalità a cui potrete giocare, oltre alla classica modalità stagione che offre un campionato contro i bot a tre difficoltà diverse: principiante, pro e all-star. Vincendo campionati e giocando online sbloccherete adesivi, gadget e oggetti che vi permetteranno di personalizzare al meglio il vostro bolide preferito. Per quanto concerne il comparto online, il titolo vanta di server dedicati e vi è la possibilità di restringere il matchmaking solamente all’Europa. Abbiamo aspettato a uscire con la recensione proprio per questo motivo. Dal momento che il titolo basa quasi tutto il contenuto sulla sfida online, abbiamo volutamente atteso per valutarne l’effettiva stabilità rimanendone parzialmente soddisfatti.

Ciò che ci si prospetta di fronte è infatti un matchmaking veloce in alcune ore del giorno e tremendamente lento in altre, rendendo cosi l’esperienza di gioco molto altalenante e incerta. Va invece elogiata la buona qualità dei server che permettono di giocare al meglio, senza disconnessioni e con rapidissime schermate di caricamento tra una partita e l’altra per non spezzare il ritmo del gioco. In men che non si dica ci siamo ritrovati a giocare decine e decine di partite, trasformando Rocket League in “Pimp my Ride” vista la mole di combinazioni data dagli oggetti sbloccabili. Tuttavia si tratta di modifiche solamente estetiche, che andranno ad abbellire la vostra macchinina, che sia una mini supercar o un minivan. Tecnicamente il gioco si difende piuttosto bene con dei dettagli di discreta fattura seppur considerata la quantità piuttosto povera di elementi a schermo, realizzati con cura dagli sviluppatori. Unreal Engine 4 si conferma un tool notevole dall’alto del suo utilizzo gratuito e incredibilmente performante, garantendo fluidità e fisicità alle piccole auto che andremo ad utilizzare. Inoltre è lodevole la colonna sonora del gioco, che seppur peccando di quantità nella tracklist, non rinuncia alla qualità fornendo dei brani che si sposano perfettamente con la natura di Rocket League.

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Dal punto di vista contenutistico siamo di fronte ad un titolo piuttosto limitato e ciò che ne risente indubbiamente di più sono le arene che non sono variegate come nel prequel. Dal canto loro, gli sviluppatori hanno promesso di supportare il titolo con innumerevoli DLC gratuiti che rimpolperanno quella che sembra essere una droga legalizzata. Rocket League è un titolo che va giocato con gli amici: in partite private o pubbliche vi saprà garantire una dose di risate pressochè illimitata, con un gameplay tanto bello quanto semplice.