Recensione Tekken 7

Sono passati ben 2 anni da quando in Giappone ha debuttato il cabinato arcade di Tekken 7. Durante questo lungo periodo i fan del picchiaduro di Bandai non hanno potuto far altro che attendere l’uscita del gioco su console e PC, e finalmente quel giorno è arrivato. Due anni non sono pochi, e l’attesa del titolo è salita sempre di più ad ogni video proveniente dal Giappone e ad ogni prova in anteprima ai vari E3 e Gamescom, ma dopo diverse ore in compagnia di lottatori storici e nuovi arrivati siamo pronti a darvi il nostro giudizio sul gioco.

La serie di Tekken non credo abbia bisogno di presentazioni: sono infatti ben 22 anni che le vicende dei Mishima e compagni si risolvono sui nostri schermi a suon di pugni e calci, ma anche quella storia è giunta al termine. Non nego infatti che il principale motivo per cui attendevo Tekken 7, oltre naturalmente alle scazzottate online e con gli amici, era la Storia. Il creatore della serie, Katsuhiro Harada, aveva infatti confermato che la trama di Tekken 7 avrebbe chiuso definitivamente la faida tra i protagonisti Heihachi Mishima e suo figlio Kazuya, e una volta arrivato ai titoli di coda non posso che ritenermi soddisfatto. La storia ha toni cupi, violenti ed emozionanti che rivelano diversi segreti del passato facendoci vedere scene storiche sotto una luce diversa; inoltre le numerose cutscene denotano un taglio molto più cinematografico rispetto al passato, seguendo il filone di titoli come Injustice e Mortal Kombat. Degna di nota inoltre la presenza di Akuma: il demoniaco lottatore di Street Fighter non è un semplice cameo o guest star, ma ha un ruolo centrale nella trama e si inserisce perfettamente nella lore della saga.

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Le possibilità di personalizzazione sono davvero sconfinate.

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La storia si concentra principalmente su Heihachi e Kazuya, ma una volta completata è possibile affrontare degli “Episodi Personaggio” che raccontano brevemente le vicende di tutti gli altri lottatori che avvengono in contemporanea. Si tratta di singoli combattimenti preceduti da un piccolo riassunto della storia del personaggio e delle cutscene più o meno lunghe all’inizio e alla fine della battaglia, e mentre alcune vicende sono completamente slegate altre invece riescono ad arricchire anche la storia principale con alcuni retroscena. L’offerta single player non si limita a queste modalità, ma possiamo cimentarci anche nelle classiche Battaglie contro la CPU, l’Arcade e la Battaglia Tesoro. Qui dovremo affrontare un sequenza infinita di combattimenti (sta a noi decidere quando smettere), e alla fine di ogni round vinto si viene ricompensati con un baule contenente oggetti per la personalizzazione dei vari lottatori. Esattamente come in Clash Royale questi si dividono in comuni, rari, epici e mitici, e le possibilità di personalizzazione sono davvero sconfinate. Il team ha dato fondo a tutta la propria creatività e follia, e se amate creare personaggi ridicoli e poco seri troverete tutto il necessario. Tanto per fare un esempio, il mio Marshall Law ora indossa una tamarrissima armatura del dragone sulla parte superiore del corpo e solo le mutande sotto, ha i capelli arcobaleno che cambiano colore automaticamente, porta sulla schiena una gigantesca pizza e in mano ha un coltello a serramanico. Perfetto. Considerato che ogni personaggio ha decine di elementi da sbloccare sarà necessario un cospicuo numero di ore per riempire il guardaroba, e non vedo l’ora di scoprire cosa creeranno gli utenti online. Rimanendo in tema di online, le modalità multiplayer consistono nelle classiche Partite Classificate, Partite del Giocatore e Torneo, anche se al momento non essendo ancora uscito il gioco non posso esprimermi sulla qualità del matchmaking. Durante le mie prove sono riuscito a fare solo qualche partita con altri redattori che hanno avuto la copia per la recensione, ma nei pochi test non ho notato particolari fenomeni di lag o problemi. Inutile dire che per una valutazione veritiera dovremo attendere il giorno dell’uscita quando i server saranno sotto stress.

Gli effetti speciali si sprecano durante i combattimenti.

A livello di gameplay Tekken 7 riprende la classica formula a cui la saga ci ha abituato nel corso degli anni, assegnando ad ognuno dei quattro tasti del pad uno degli arti del personaggio. Combinando gli attacchi e le frecce direzionali si possono creare combo più o meno complesse, tanto che basta aprire l’elenco delle mosse per rendersi conto quanto in realtà il gameplay sia profondo e difficile da padroneggiare al massimo. Non mancano tuttavia alcune importanti novità, tra cui spiccano le Rage Art. In maniera molto simile al “rivale” Street Fighter, una volta superata la soglia critica di salute si può scatenare una potente mossa in grado di infliggere seri danni all’avversario e ribaltare le sorti del match. Simili ma non uguali le Rage Drive, che richiedono le stesse condizioni per essere sferrate ma potenziano i danni di combo preesistenti. Le Power Crush invece sono mosse che continuano anche se si viene colpiti da attacchi medi o alti (non bassi), anche se il danno ricevuto rimane invariato. Rimanendo in tema Street Fighter, Akuma è l’unico personaggio insieme ad Eliza (ottenibile tramite preorder) ad utilizzare la barra Super, ovvero un indicatore che si riempie effettuando o subendo danni e che permette di sferrare versioni potenziate degli attacchi speciali o una super mossa aggiuntiva. Queste novità aprono le porte a diverse strategie prima impossibili, rendendo le partite ancora più frenetiche e tattiche. Inoltre ho notato che i danni ricevuti sono aumentati rispetto al precedente Tekken Tag 2, per cui ogni mossa va studiata nei minimi dettagli visto che basta un passo falso per essere puniti severamente dall’avversario e vedere la propria vita calare con pochi colpi.

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Il roster vanta 38 combattenti divisi tra vecchie glorie e new entry.

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Tekken 7 è il primo capitolo della saga ad arrivare sulle console di nuova generazione, nonché il primo ad utilizzare l’Unreal Engine. Il risultato è veramente notevole e offre modelli poligonali dei lottatori mai così dettagliati e ricchi di particolari, oltre al massiccio uso di effetti particellari e illuminazione che rendono ogni colpo spettacolare e d’impatto. Il roster vanta 38 combattenti divisi tra vecchie glorie e new entry, tra cui spiccano Lucky Chloe, una idol giapponese con uno stile di combattimento basato sulla danza simile a Christie, e Claudio, un esorcista italiano palesemente ispirato ai Quincy del manga Bleach sia per l’abbigliamento sia per lo stile di combattimento con raggi di energia azzurra sparati come frecce. Degna di nota inoltre la Galleria, dove utilizzando il denaro guadagnato in battaglia si può accedere ad un vero e proprio tesoro per gli amanti della saga, ovvero tutti i filmati, sinossi e curiosità di ogni capitolo dall’esordio fino ai giorni nostri. Rivedere il filmato di apertura del primo Tekken e confrontarlo con quello attuale rende bene l’idea dei cambiamenti in 20 anni di storia. Infine la versione PlayStation 4 testata offre una esclusiva modalità VR in cui ammirare i modelli dei personaggi o combattere in una arena in realtà virtuale che permette di osservare da diverse angolazioni il match. Si tratta di una feature carina ma che lascia il tempo che trova, e dopo averla provata una volta difficilmente ci tornerete… ma è pur sempre un gradito extra.

In conclusione, Tekken 7 è esattamente ciò che i fan potevano aspettarsi dal nuovo capitolo della saga. I veterani si troveranno subito a proprio agio con il gameplay, ma le novità introdotte aprono la strada a tattiche inedite. Il roster nutrito vanta personaggi adatti ad ogni tipologia di giocatore, e le centinaia di elementi per la personalizzazione permettono di creare lottatori stravaganti e surreali. Il gioco offre numerosi contenuti sia offline che online, e la modalità Storia sicuramente vi terrà incollati allo schermo e potrebbe far scendere qualche lacrima ai fan di vecchia data. Insomma, se siete appassionati di picchiaduro si tratta di un acquisto da fare ad occhi chiusi, mentre se non avete apprezzato i precedenti capitoli difficilmente troverete motivo per cambiare idea.