Recensione L.A. Noire

Nell’ultimo periodo sono molte le remastered che stanno tornando di moda sulle console di nuova generazione. Quella che stiamo per esaminare oggi è un grande capolavoro di Rockstar Games, che a nostro parere è stato sottovalutato ai tempi della sua uscita: parliamo di L.A. Noire, un titolo del 2011 per PC, PlayStation 3 e Xbox 360. Purtroppo lo studio che lo ha realizzato ha chiuso i battenti poco dopo la pubblicazione del gioco. Come quasi tutte le rimasterizzazioni, anche questa è completa di tutti i DLC disponibili, adattandosi anche per quanto riguarda grafica e risoluzione alle console di questo periodo.

L.A. Noire è ambientato nella Los Angeles degli anni ’40 e ci porterà a scoprire un mondo pieno di criminalità, inganni e crudeltà ad un livello molto più profondo di quanto si aspetti il nostro protagonista. Nei panni di Cole Phelps, veterano decorato durante la Seconda Guerra Mondiale e poliziotto appena promosso detective, ci troveremo a condurre indagini e a introdurci in una trama sempre più intricata, che va dal controllo del traffico alle cospirazioni passando per colpi di scena, inseguimenti e sparatorie.

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Per quanto inizialmente i diversi crimini possano sembrare slegati fra loro, un fil rouge non tarderà ad emergere.

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Dietro la faccia pulita del detective Phelps, i ferrei principi e la determinazione nell’imporre il rispetto delle leggi, si nasconde tuttavia un animo tormentato, in cerca di redenzione per i peccati commessi durante la leva, destinati ad influenzare inesorabilmente la sua crescita interiore. Per quanto inizialmente i diversi crimini possano sembrare slegati fra loro, un fil rouge non tarderà ad emergere, legando i singoli episodi con una trama complessa e molto interessante da scoprire, un tassello alla volta. Quest’ultima vedrà tra l’altro il protagonista scalare i ranghi del LAPD, dividendo opportunamente la storia in capitoli rappresentati dai diversi dipartimenti in cui ci si troverà a militare, dal Traffico, alla Omicidi, alla Narcotici fino alla Incendi Dolosi.

Ecco il protagonista del titolo, il detective Cole Phelps.

Il gameplay proposto da Rockstar Games per L.A. Noire è sicuramente innovativo, poiché permette all’utente di immedesimarsi perfettamente nei panni di Cole e di mettersi in gioco per riuscire a affrontare i vari crimini, che potranno essere più o meno difficili da gestire. Grazie alla MotionScan i volti dei personaggi in-game sono incredibilmente dettagliati, permettendoci di analizzare ogni minima espressione che potrebbe portare ad una svolta decisiva nelle indagini. Per risolvere i casi sarà necessario attraversare 3 diverse fasi: raccogliere prove dalla scena del crimine, ascoltare i testimoni presenti per scoprire ulteriori informazioni e infine interrogare i principali sospettati.

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Scegliere la risposta o la prova sbagliata potrebbe portarvi alla perdita di informazioni importanti per risolvere il caso.

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Durante la raccolta degli indizi Cole andrà in giro per la scena del crimine e dovrete fare estrema attenzione a tutto ciò che vi circonda in modo da non farvi sfuggire niente. Una volta trovati tutti gli elementi fondamentali di ogni zona, bisognerà interrogare i presenti, per scoprire se hanno visto o sentito qualcosa di strano: basterà porre delle domande e osservare i loro atteggiamenti, poiché alla fine del discorso avrete l’occasione di decidere se dicono la verità, se stanno omettono qualcosa o se si tratta di una bugia. Capire le menzogne non sarà sempre facile, e dovrete fare affidamento sulle prove raccolte durante le indagini per valutare se una di queste li possa incastrare. Scegliere la risposta o la prova sbagliata potrebbe portarvi alla perdita di informazioni importanti per risolvere il caso. Rockstar non ha cambiato il proprio stile nemmeno in questo titolo, così diverso da quelli a cui siamo abituati, inserendo nel gameplay momenti di azione ripresi da GTA, in cui i nostri sospettati tenteranno di scappare pur di non finire in galera e questo ci porterà a dei lunghi inseguimenti in auto nel tentativo di fermarli.

Bisogna valutare attentamente le dichiarazioni di tutte le persone sulla scena del crimine.

La versione rimasterizzata del titolo ha apportato modifiche non da poco al gioco. Graficamente parlando è indiscutibile che siano stati fatti dei grandi progressi rispetto alla prima uscita e lo si può notare in giro per la mappa e nelle varie cutscene, ma soprattutto negli interrogatori, poiché i dettagli delle espressioni facciali sono decisamente più facili da cogliere. Un altro miglioramento che salta all’occhio quasi fin da subito, è la fluidità dei movimenti di Cole e del sistema di guida, che rende gli inseguimenti in auto molto più semplici da eseguire senza il rischio di distruggere la città in una curva presa ad alta velocità. La parte dell’avventura in cui si vede che è un titolo del 2011 è durante gli scontri a fuoco, in cui prendere la mira risulta ancora molto lento e si rischia di essere colpiti con maggiore frequenza. Qualitativamente parlando, si è davanti un prodotto di qualche anno fa, ma il nuovo look che Rockstar Games gli ha voluto dare ha sicuramente reso L.A. Noire degno di essere rigiocato sulle nuove console.

Nonostante i sei anni che sono trascorsi dalla prima uscita di questo titolo, possiamo dire che è invecchiato bene, rimanendo interessante da giocare sia a livello narrativo sia a livello di meccaniche. Sicuramente non è adatto a coloro che stanno cercando un videogame d’azione molto movimentato, perché la parte principale non sono gli inseguimenti o le sparatorie, ma la ricerca degli indizi e la risoluzione dei casi, rendendo il tutto un po’ più lento rispetto ad un Grand Theft Auto. Per concludere possiamo dire che i miglioramenti tecnici che sono stati inseriti  rendono L.A. Noire meritevole di essere riportato sotto le luci dei riflettori perché ha ancora molto da offrire al pubblico.