Call of Duty, senza ombra di dubbio, ha rivestito nelle due passate generazioni un ruolo a dir poco fondamentale per l’affermazione degli sparatutto su console, prima di allora prerogativa assoluta dei Personal Computer, ritenuti gli unici strumenti in grado di supportare la fondamentale responsività e precisione dei comandi. Difatti, mouse e tastiera non erano soltanto perfetti per manovrare il personaggio e la mira, ma anche essenziali, in modo particolare il puntatore, per la sensibilità con cui si potevano eseguire i frenetici incarichi assegnati dai giochi dell’epoca. Soltanto Halo, realizzato da Bungie, in esclusiva per Xbox, fu in grado di rappresentare per la prima volta un fps per le console casalinghe, divenendo uno degli esponenti del genere più importanti di sempre. Però, come detto poc’anzi, fu testato da una piccola fetta di pubblico, ovvero soltanto i possessori della piattaforma della casa di Radmond; spettò, quindi, ad Activision l’arduo compito di diffondere il genere alla più ampia platea di gamer possibile, stupefacendo tutti con un realismo mai visto prima, una spettacolarità che poi sarebbe diventata il marchio di fabbrica della saga e un comparto tecnico così sbalorditivo da slogare mascelle a chiunque avesse provato uno dei capitoli del tempo. Le vendite raggiunsero livelli mai visti, Infinity Ward venne considerata una delle case di sviluppo più talentuose e Call of Duty divenne uno dei brand più famosi mai concepiti. Purtroppo, come spesso accade, una volta raggiunto il massimo della popolarità e dei consensi non è sempre facile reinventarsi e migliorarsi, e, nonostante degli ottimi capitoli ad opera di Treyarch, il franchise non riuscì più a scrollarsi di dosso polemiche e malumori. Così, si propese per una svolta futuristica, la quale inizialmente entusiasmò, con Black Ops 2 considerato uno dei capitoli meglio riusciti, ma poi portò la serie a soffrire di evidenti problemi di gestione delle armi e delle mappe. Activision, quindi, tre anni fa, decise di affidare a Sledgehammer Games la difficile missione di riportare la saga ai fasti di un tempo, tornando nella seconda guerra mondiale e riconducendo il gameplay alla base, cercando di enfatizzare gli aspetti che sono sempre stati il punto forte del franchise: insomma, nacque così Call of Duty WWII. (Qui trovate tutte le guide sul titolo)
Uno degli aspetti che nel corso degli anni non fu più in grado di mantenere le aspettative degli utenti si rivelò essere la campagna single player, dapprima l’elemento portante e nel quale veniva profuso l’impegno maggiore, mentre successivamente relegato a componente accessorio, privo di spessore e personalità, condito da personaggi stereotipati e incapace di comunicare qualsivoglia messaggio. Ecco, scordatevi tutto questo, perché in WWII la trama sarà un’autentica rivelazione, in grado di tenere col fiato sospeso il player per tutta la sua durata, la quale si attesterà attorno alle 7/8 ore, variabili in base alle vostre capacità e alla difficoltà scelta. Nella campagna interpreteremo il soldato Daniels, una recluta alle prime armi che verrà sbattuta sul campo di battaglia a fronteggiare i nazisti, e con lui vivremo gli orrori di perdere compagni e amici, di osservare commilitoni mutilati dalle incessanti esplosioni e dalla paura di non poter tornare a casa dalla propria amata, ma anche le gioie di vincere uno scontro fondamentale per l’esito della guerra, di riuscire a salvare un amico ormai dato per disperso e di sentirci importanti per la salvaguardia dell’umanità. Insomma, si vivranno grandi emozioni, che colpiranno il giocatore dritto al cuore, lasciandogli in eredità sentimenti contrastanti: da un lato la soddisfazione per le battaglie vinte, dall’altro un senso di smarrimento per le perdite subite.
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In WWII la trama sarà un’autentica rivelazione, in grado di tenere col fiato sospeso il player per tutta la sua durata.
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La grande cura impiegata da Sledgehammer per il single player è riscontrabile anche dai personaggi, i quali appariranno sì un pochino stereotipati, ma risulteranno comunque tutti ben caratterizzati e dotati di un’anima propria. Difatti, Zussman, Turner, Pierson, Aiello e Stiles vi rimarranno impressi anche una volta completata la trama, segno che il lavoro di scrittura e realizzazione dei personaggi è stato compito in maniera certosina, riuscendo nell’impresa. Non esitiamo in nessun modo a definire la campagna di WWII come una delle più riuscite dell’intero brand, capace di rivaleggiare con le apprezzatissime di Modern Warfare 1 e 2 e di Black Ops 1 e 2. Oltretutto, vi saranno delle novità anche sotto il profilo del gameplay stesso, in quanto i character prima citati saranno quasi sempre presenti in ogni missione, e ognuno di loro vi fornirà un supporto differente. Difatti, sarà possibile richiedere munizioni extra, medikit per risanare la salute, granate supplementari, bengala segnalativi per i colpi di mortaio e la possibilità di evidenziare i nemici, arricchita da una speciale barra di concentrazione per rallentare il tempo per pochi secondi. Inoltre, come detto poc’anzi, per ripristinare i punti vita dovremo utilizzare i medikit, in quanto non sarà presente l’autorigenerazione, fornendo un pizzico di sfida in più che non può non essere apprezzata.
Oltretutto, in questo COD, come accade in Walfenstein, attaccandoci alle pareti e premendo il tasto di mira, sarà possibile esporci dal muro, così da poter colpire i nemici senza subire eccessivi danni. Non molto sviluppata, invece, la gestione delle azioni eroiche: difatti, nel corso delle battaglie, sarà possibile salvare dei nostri compagni dagli attacchi nemici, portarli in salvo trascinandoli in postazioni sicure dal campo di battaglia o anche risparmiare tedeschi arresi. Tutto ciò non farà altro che fornirvi un piccolo bonus al ripristino della barra per la fornitura da parte dei vostri alleati di munizioni o medikit, senza aggiungere nulla al gameplay o magari alla trama; insomma, abbastanza insulsa come introduzione. Lodevole, invece, la volontà di rendere la trama più varia possibile, con missioni stealth e d’infiltrazione, oppure sfruttando il potenziale bellico di aerei e carri armati. Tutto ciò renderà, senza ombra di dubbio, la campagna divertente e mai ripetitiva per tutta la sua durata, soddisfacendo completamente il player. Certo, le fasi in cui potremo agire di soppiatto saranno caratterizzate da nemici contraddistinti da un’intelligenza artificiale a dir poco imbarazzante, capaci non soltanto di non notarci anche se chiaramente visibili, ma in grado pure di lasciar correre come se nulla fosse accaduto, dopo una piccola indagine, un cadavere ritrovato in piena guerra. Insomma, si poteva fare sicuramente di più, ma è apprezzabile lo sforzo della software house di voler uscire un minimo dagli stilemi classici del brand.
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Come in tutti i Call of Duty, l’elemento di maggior rilievo è chiaramente il multiplayer, rinnovato, privato di orpelli superflui e tornato finalmente ai fasti di un tempo.
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Ovviamente, come in tutti i Call of Duty, l’elemento di maggior rilievo è chiaramente il multiplayer, rinnovato, privato di orpelli superflui e tornato finalmente ai fasti di un tempo. Difatti, non appena accederemo alla sezione online, ci verrà subito presentata la prima grande novità: ovvero l’introduzione delle divisioni. In WWII, non sarà presente alcun perk da selezionare liberamente nell’apposita sezione come nei precedenti COD, ma saranno invece distribuiti tra le divisioni e l’addestramento di base. Le divisioni, appunto, saranno in totale cinque, ovvero Fanteria, Aviotrasportata, Corazzata, Montana e Spedizionieri, ognuna delle quali caratterizzata da specialità uniche e un’arma top secret da sbloccare portandola avanti. La prima, ad esempio, permetterà di aggiungere una baionetta al fucile d’assalto, la seconda garantirà l’implementazione del silenziatore alla mitraglietta, la terza fornirà supporto con una mitragliatrice leggera, la quarta vi specializzerà nell’utilizzo di fucili di precisione e l’ultima aggiungerà munizioni incendiarie agli shotgun. L’elemento davvero interessante, però, risulterà essere lo sviluppo di ogni divisione, il quale aumenterà in base alle uccisioni conseguite online. Per farvi capire, la corporazione Fanteria, oltre alla baionetta, nel suo secondo livello vi permetterà di annettere un altro accessorio alla vostra arma, poi di incrementare i caricatori ed infine di muovervi più velocemente in stato di mira; quella Montana, invece, dopo le migliorie agli sniper, vi renderà invisibili agli aerei spia, successivamente alle serie di uccisioni, fino al raggiungimento dell’ultimo potenziamento, ovvero il movimento silenzioso.
Tutto ciò, oltre a rendere l’esperienza particolarmente strategica, in quanto vi fornirà bonus unici, aumenterà sensibilmente anche la longevità, in quanto vi spingerà a completare gli obiettivi per accrescere il potere della divisione. Come detto poc’anzi, oltre alle categorie di specializzazione, avremo anche l’addestramento di base, che vi fornirà una capacità extra, approfondendo ancora il gameplay senza renderlo eccessivamente pesante. Se nei precedenti capitoli potevamo scegliere addirittura cinque/sei perks, in WWII saremo costretti a inserirne uno, in un roster di 21, tutti differenziati e unici, obbligandovi a scelte dolorose. Difatti, sarà disponibile, ad esempio, Spia, in grado di segnalarvi sulla mappa i nemici colpiti o uccisi, Missilista, perfetta per munirci di un lanciatore, o Requisizioni, capace di non far scomparire la serie di uccisioni una volta morti, ma la renderà più difficile da ottenere. Insomma, grande scelta a fronte di un solo slot disponibile, il quale vi spingerà a valutare bene le vostre decisioni. In generale, comunque, tutto in questo COD è volto allo studio viscerale a fronte del poco spettro d’azione e decisionale, come nel caso degli accessori, equipaggiabili, soltanto due, oppure delle granate a disposizione, solamente una, da scegliere fra tattica (stordenti, fumogene, accecanti) ed esplosiva.
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Le armi ci sono apparse tutte ben studiate e soprattutto bilanciate, e il feeling che esse forniranno offrirà grandissimi sensazioni, riportandovi indietro nel tempo: agli albori del brand.
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Anche le armi ci sono apparse tutte ben studiate e soprattutto bilanciate, con una scelta, come sempre, divisa tra fucili d’assalto, mitragliette, cecchini, shotgun e mitragliatrici leggere. Insomma, la varietà è assolutamente presente, e il feeling soprattutto che esse forniranno offrirà grandissimi sensazioni, riportandovi indietro nel tempo, dove tutto ebbe inizio: agli albori del brand. Infatti, oltre alle armi, sul campo di battaglia ci troveremo senza possibilità di camminare sui muri, di eseguire doppi salti, effettuare scatti fulminei e cambi di direzioni improvvisi: ora saremo ben saldi al terreno, e la sensazione che il titolo offre è che, finalmente, gli scontri saranno decisi esclusivamente dalle abilità del giocatore e non magari da colpi di fortuna derivanti da movimenti particolari resi possibili dai jetpack. Il time to kill è rimasto invariato rispetto ai precedenti capitoli, non irrisorio come in Ghost (probabilmente il punto più basso raggiunto dalla saga) ma in perfetto stile Call of Duty, quindi non con molti colpi a scandire la morte. Sotto il profilo del movimento, il personaggio ci è apparso né troppo lento e macchinoso né esageratamente scattante, ma dotato della giusta velocità per coprire le distanze nel modo corretto. Le mappe poi, ben 10, con altre 3 a caratterizzare la modalità guerra, ci sono sembrate tutte veramente ben realizzate e caratterizzate, mai troppo dispersive e perfette per mantenere gli scontri sempre adrenalinici e frenetici: assolutamente promosse. Come del resto anche la su citata modalità guerra, altra novità di WWII, la quale ci ha colpito positivamente, in quanto volta maggiormente alla cooperazione e capace di rappresentare un’ottima alternativa alle classiche modalità di gioco.
Nella stessa, infatti, saremo chiamati ad agire in due fasi ben distinte, una di attacco e una di difesa, dove dovremo prima proteggere avamposti od obiettivi assegnateci dal gioco, e successivamente, una volta scambiatisi i ruoli, offendere con l’obiettivo di distruggere quanto protetto dai nemici. Chiaramente questa modalità offre il meglio di sé se giocata con un gruppo affiatato di amici, in quanto la collaborazione si rivelerà fondamentale per il successo della missione; al contrario, invece, un team composto di membri casuali, avrà vita piuttosto difficile, soprattutto se non sarà possibile la comunicazione. L’unico peccato, per il momento, è che l’opzione di gioco sarà testabile soltanto su tre mappe, anche qui ben concepite, le quali verranno implementate in futuro. Altra aggiunta di pregio è poi rappresentata dal quartier generale: un gigantesco spazio social in cui incontrare gli altri giocatori online, e compiere differenti azioni interessanti. Difatti sarà possibile accedere alla zona in cui ottenere contratti da compiere in un periodo specifico, i quali permetteranno di guadagnare punti esperienza bonus, rifornimenti di vario genere oppure armi più potenti soddisfacendo determinati requisiti, andare nell’area Cinema, in cui visionare eventi live e video forniti dal titolo e la porzione svago, in cui giocare ai vecchi capolavori di Activision, come Pitfall ed Enduro. Sarà possibile, sempre nell’headquarter, anche affrontare un avversario 1 contro 1, creare emblemi, visitare il poligono di tiro e testare, addirittura, le serie di punti, sancendo, insomma, la bontà di questa aggiunta, e rappresentando una chicca davvero succosa.
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A completare il pacchetto, infine, vi sarà la modalità Zombie, la quale questa volta avrà una storyline molto marcata e definita, decisamente più cupa ed horror dei predecessori.
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A completare il pacchetto, infine, vi sarà la modalità Zombie, la quale questa volta avrà una storyline molto marcata e definita, decisamente più cupa ed horror dei predecessori. Come al solito, dovremo farci largo tra orde infinite di zombi nazisti famelici, ottenendo punti ad ogni uccisione che saranno fondamentali per aprire porte e proseguire nell’avventura. Ovviamente, sarà presente anche la scatola misteriosa, dalla quale potrete ottenere armi uniche per facilitarvi nello smembramento dei walkers. Anche in questo caso, essendo una modalità esclusivamente cooperativa, la presenza di un buon team di player vi garantirà la possibilità di procedere spediti per la missione, mentre un gruppo di utenti casuali potrebbe cadere sotto i morsi dei cadaveri putrefatti. Resta comunque lodevole la scelta del setting e la creazione del mood, capace di coinvolgere e fornire ottime sensazioni.
Parlando del comparto tecnico, occorre compiere una grande distinzione tra la grafica della campagna e quella del multiplayer, sensibilmente differente per ovvie ragioni. Difatti, vivendo la storia di Daniels verremo letteralmente sbalorditi da quanto prodotto dai ragazzi di Sledgehammer Games, assolutamente eccezionali nell’utilizzo del motion captur, nella riproduzione delle animazioni facciali e nella grande mole poligonale impiegata per la creazione dei personaggi, in modo particolare durante le cutscene, veramente magistralmente realizzate e capaci di fornire un aspetto da war movie al titolo. Anche durante il gameplay, però, l’estetica colpisce, sia per la riproduzione degli ambienti che per la splendida gestione dell’illuminazione, perfetta nell’esaltare le scene a schermo. Il tutto poi, a 60 fps leggermente instabili, ma capaci comunque di regale un feeling di gioco sempre al top. Discorso diverso per quel che concerne il multigiocatore, leggermente meno prestante sotto il profilo visivo, ma granitico nel frame rate, fisso sui 60. Stupenda, poi, la colonna sonora, perfetta nell’enfatizzare i momenti decisivi della campagna, come anche i suoni degli spari e delle esplosioni, davvero ottimamente realizzati. Il doppiaggio, infine, è apparso assolutamente convincente, con voci adatte ai personaggi e caratterizzato da un lip-sync quasi perfetto. Peccato per dei volumi ogni tanto sballati, ma per il resto davvero ottimo.
In conclusione, Call of Duty WWII rappresenta tutto quello di cui il brand aveva bisogno: ovvero un ritorno al passato capace di fornire nuovamente ai giocatori stimoli e sensazioni uniche, assolutamente fondamentali per recuperare l’utenza ormai persa. La campagna single player rappresenta un’ottima alternativa al multiplayer, e sarà in grado di coinvolgervi e tenervi con il fiato sospeso per tutta la sua durata, nonostante alcuni difetti evitabili. L’online è tornato, senza alcun dubbio, ai fasti di un tempo: la deprivazione di qualsivoglia orpello estetico ha portato il gameplay a tornare alla sua essenza, fornendo ai gamer la sensazione di avere completa padronanza degli scontri. Il quartier generale è una delle aggiunte più riuscite e divertenti degli ultimi anni, in grado di stupirvi per le possibilità che riuscirà a fornire, e la modalità zombie saprà intrattenervi per ore grazie alla sua giocabilità magnetica e ad atmosfere cupe riuscitissime. Insomma, un titolo da non farsi sfuggire, soprattutto dai fan delusi dagli corsi capitoli, che qui confidiamo sapranno trovare una seconda vita.
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