Recensione Berserk and the Band of the Hawk

Benvenuti amati lettori e videogiocatori italiani, come è ben leggibile dal titolo di sopra, oggi andremo ad analizzare l’ultima fatica di Omega Force (produttrice di giochi come: Dystany Warriors, Samurai Warriors ed il più recente Attack on Titan): il videogame tratto dal manga di Kentaro Miura: Berserk and the Band of the Hawk. Nell’ambito dei fumetti giapponesi, quando si parla dell’opera in questione i lettori e, soprattutto, gli amanti di tali generi, rimangono come estasiati da un prodotto come questo. Accade ciò perché il seinen del mangaka giapponese Miura è considerato come una pietra miliare di tutti quei libricini in bianco e nero colmi zeppi di nuvolette. Ci sopraggiunge una domanda però: il successo che ha avuto il manga in questione, lo avrà anche il videogioco pubblicato da Koei Tecmo? Non lo si sa per certo, ma i pensieri che può trascrivere l’umile persona che sta scrivendo codesto articolo, dopo averlo giocato, potrete leggerli di seguito. Non mi resta che augurarvi una buona lettura.

Partiamo subito col parlare della storia del gioco: Berserk and the Band of the Hawk ripercorre i momenti salienti di quelli del manga. Fedelissima nei dettagli, il giocatore potrà vivere su schermo le avventure di Guts accompagnato dai suoi valorosi compagni d’arme che compongono la famigerata Banda del Falco. Il videogame trasla a schermo ciò che Miura ha voluto disegnare a matita in quel lontano 1988, con la prima versione del manga chiamato Berserk Prototype, il quale, poco dopo, divenne un capolavoro ricordato negli annali. Parlando più nello specifico: Omega Force, team di sviluppo all’interno di Koei Tecmo, ci fa vestire i panni del Guerriero Nero, protagonista dell’opera, portatore del simbolo del sacrificio: segno che attira sia gli spiriti malvagi che gli apostoli, esseri umani che hanno abbandonato tutto per entrare a far parte dell’oscurità.

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La campagna single-player tallona eccellentemente il tragitto che Miura ha pensato nel manga metamorfosando il protagonista. 

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Continuando col parlare della storia, il compito che avrà il giocatore, quindi quello di Guts, sarà uccidere dei demoni brandendo l’Ammazzadraghi: spada dall’incredibile mole che solo il guerriero in questione è in grado di usare. La campagna single-player, realizzata egregiamente a mio parere, tallona perfettamente il tragitto che Miura ha pensato nel manga, mostrando la crescita del protagonista grazie non solo agli incontri che fa, ma anche alle armi che gli vengono aggiunte e alle abilità che si sbloccano. Tutto ciò è racchiuso in quattro archi narrativi che richiederanno una quantità quasi esigua di ore per esseri completati a modalità facile.

Berserk and the Band of the Hawk
Ecco visionabile il protagonista di tale opera, intento a sparare contro qualcosa o qualcuno con il cannone da braccio sbloccabile andando avanti nel videogame.

Una delle caratteristiche più apprezzate, e che ha fatto rimanere il sottoscritto piacevolmente colpito, è senza ombra di dubbio quella delle cutscene, le quali nel primo arco narrativo sono realizzate implementando all’interno del titolo alcune sequenze tratte dai film d’animazione prodotti tra il 2012 ed il 2013; mentre, per i restanti 3/4 del gioco, sono surrogate da dei filmati in-game dalla grafica buona, ma non di certo all’ultimo grido. Perché dico questo? Forse per la sua natura del prodotto cross-gen, i poligoni con cui sono realizzate le texture sorgono molto povere e con qualche difetto di rendering, ma, spezzando una lancia a favore della software house, i modelli dei principali personaggi, sia buoni che cattivi, sono creati degnamente.

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All’interno della campagna e non solo, come vedremo in seguito, sarà possibile utilizzare oltre a Guts anche gli altri membri della Banda del Falco.

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All’interno della campagna e non solo, come vedremo in seguito, sarà possibile utilizzare oltre a Guts anche gli altri membri della Banda del Falco. I character che si potranno utilizzare sono 8 e, piacevole sorpresa visto che non sempre è così, ognuno di essi ha un moveset diverso e stratificato. Dopo aver spiegato più in generale il titolo, andiamo a vedere il gameplay e ciò che accade quando si inserisce direttamente il disco nella console e si preme avvia. Prima del menu di Start ci si para davanti il video trailer di lancio, che potete trovare all’inizio dell’articolo, il quale mostra un’avvincente sequenza in computer grafica che sintetizza gli avvenimenti della storia di gioco, dalle prime alle ultime missioni e in cui si può vedere il protagonista in varie fasi della sua vita e con aspetti diversi.

Ecco mostrata la gigantesca spada di Guts: l’Ammazzadraghi. In questa immagine è possibile vedere anche la grande quantità di gore presente nel titolo.

Ecco il beneamato menu di inizio avventura, il quale mostra diverse modalità tra cui scegliere, andiamo a spiegarle: Story Mode, l’inizio della campagna single-player, Free Mode, sbloccabile in seguito dove sarà possibile rigiocare la storia del videogioco ma con personaggi diversi, e per ultima, ma non per importanza, la Endless Ecplise Mode, ghiotto survival dove bisognerà sconfiggere i mostri che abitano l’eclissi; tale modalità darà accesso a nuovi costumi ed addirittura ad un nuovo personaggio giocabile. Oltre a ciò, si può selezionare la Gallery, dove è possibile visionare la collezione di immagini, le Options ed infine Download, lo scaricamento dei contenuti aggiuntivi.

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Il frame rate è ottimizzato per questo titolo, il quale rimane fisso a 60 fotogrammi al secondo (fps) anche se si palesano 100/150 mostri tutti insieme.

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Il gioco inizia con il classico tutorial che spiega dettagliatamente le meccaniche in toto. Il genere è un musou, videogame caratterizzato dalla presenza di una miriade di nemici a schermo. Il frame rate è ottimizzato per questo titolo, il quale rimane fisso a 60 fotogrammi al secondo (fps) anche se si palesano 100/150 mostri tutti insieme. Oltre al classico mutilare avversari, meccanica su cui si basa tale prodotto, è presente una sorta di sistema di sviluppo personaggio tramite abilità e livelli. Più nello specifico, ci sono quattro tipi di caratteristiche relative ad ogni eroe: Vitality: la vita, quanti attacchi si riescono a subire, Attack, la potenza dell’attacco, Defense, l’ammontare dei danni che si riescono a parare e Technique, quanto si riesce a tenere, in termini di tempo, gli status speciali.

Bazuso, nemico temuto da tutte le truppe alleate in quanto imbattibile, contro Guts nella scena che fa presagire il coraggio e la forza del Guerriero Nero.

Esatto, sono presenti degli status speciali sia per il protagonista che per tutti gli altri personaggi dell’opera. Infatti, oltre ai classici attacchi leggeri e pesanti, i personaggi hanno due stati speciali che si ricaricano con le rispettive barre, situate una a fianco della vita ed un’altra sotto. Questi prendono il nome di Frenzy Mode, la quale potenzia e velocizza temporaneamente tutti gli attacchi degli eroi, rendendoli vulnerabili solamente ai colpi pesanti; difatti, i mostri uccisi tramite questa modalità rilasciano le anime perdute, essenziali per il colpo speciale che dilanierà ed ucciderà istantaneamente tutti i nemici presenti a schermo. Un’altra meccanica presente nel titolo è quella del crafting dei materiali, questi ultimi dati dall’uccisione dei capisquadra o boss presenti nel gioco. Tali accessori hanno caratteristiche e abilità che ci aiuteranno nello sconfiggere gli avversari più potenti.

L’unica cosa che forse farà storcere il naso ai giocatori è la non localizzazione del prodotto:ciò significa che i dialoghi sono doppiati in giapponese, perfettamente a mio parere e come solo gli orientali sanno fare, mentre i sottotitoli sono in inglese. Non è presente quindi un selettore di lingua, cosa che forse non farà piacere a tutti. Il comparto audio è ottimo, la colonna sonora è in linea con il gioco e i colpi sono udibili perfettamente. Altra caratteristica, però in piccolissima parte, che non mi è piaciuta molto è quella che in alcuni dialoghi i personaggi parlino senza muovere la bocca, potevano sicuramente essere realizzati meglio, in quanto tale feature ormai risulta essere sistemata ed ottimizzata per la maggior parte dei titoli tripla A. Insomma, in conclusione posso dire che: Berserk and the Band of the Hawk è un validissimo tripla A, ottimo per far prendere vita ai mostri pensati dal maestro Miura. Nonostante queste piccolezze, è un prodotto che consiglio a tutti gli amanti dei manga e soprattutto di Kentaro Miura, ma, al contempo, invito a giocare a chi ha voglia di squarciare e trafiggere migliaia di corpi settati apposta per questo e come dice il Guerriero Nero Guts:

Non esiste un paradiso in cui potrai scappare, dove potrai vivere in pace. Dovunque si vada, l’unico posto che ci attende è sempre un campo di battaglia.

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