Provato Steep

Quasi in concomitanza con l’uscita di Watch Dogs 2 oggi diamo un primo sguardo a come il prossimo prodotto Ubisoft, Steep, si è presentato ai giocatori di tutto il mondo con una open beta. Similarmente all’ìter seguito da un altro titolo di punta dell’azienda francese, The Division, abbiamo potuto usufruire praticamente di una beta per un paio di giorni, apprezzando quanto di buono le montagne innevate hanno da offrire, e quanto invece possiamo criticare tra una discesa ed un’altra. E un’altra ancora, e ancora una…

Steep
Ogni disciplina propone un gameplay diverso

Il luogo per farlo sono le ovviamente le sconfinate (o quasi) montagne che prendono ispirazione dalle alpi transalpine. Parliamo di un sandbox, un mondo di gioco dove girare liberamente, molto grande ma che ha dei limiti raggiungibili prima o dopo. Spostarsi nella mappa non richiede per forza tragitti lunghi da percorrere in sci o a piedi, basta entrare nella “Visuale Montagna” e teletrasportarsi in pochi secondi dove vogliamo, ad esempio in una gara sponsorizzata dove vincere un caschetto esclusivo o una semplice dove guadagnare punti esperienza. Così come per cambiare disciplina basta selezionarla da un menu tenendo premuto un dorsale. In Steep si scivola, si vola e si plana tantissimo, in modo molto rapido e continuativo, spesso sempre la stessa gara alla ricerca della medaglia d’oro o del tempo migliore tra la nostra crew di amici. Vista sotto questa ottica sembra di star parlando di un gioco frenetico e scanzonato, una specie di Tony Hawk in versione natalizia e a tremila metri di altezza, dove inanellare l’ennesimo trick, fare milioni di punti e farsi una cresta verde. Non è proprio così. Steep è un gioco che ha due anime, che provano a fondersi insieme, e se sarà un successo saranno gli utenti a deciderlo. Se una è quella più “kool” o per meglio dire Arcade, l’altra è quella più simulativa e ispirazionale, dove trovano spazio sia l’ambizione dello sciatore estremo di affrontare i propri limiti per riuscire dove solo pochi osano, sia il fascino della montagna stessa, vista come una rivale e una compagna, spesso umanizzata. In Steep queste sono viste come Spiriti che ci proporranno di affrontare sfide particolari per raccontarci, proprio con voce doppiata, la loro storia. A contrasto (o unione?) con la velocità della ripetizione delle gare e la facilità con cui si rompono le ossa i personaggi quindi, ci sono acrobazie difficili da effettuare, realistiche, dove il giusto tempismo è necessario altrimenti la gara e la medaglia d’oro vanno a farsi friggere.

Steep
Vivere le emozioni profonde degli spiriti montani risulta un po’ difficile con una faccia da renna

Nella beta proposta questo weekend mi sono alternato continuamente in queste situazioni, cercando di trovare un filo logico a tutto, ma non ci sono riuscito. Il giudizio soggettivo è fondamentale, può farvi amare o odiare il titolo. In questo mio parere, l’ibrido tra simulativo e arcade può funzionare solamente se supportato da un design delle competizioni e una interfaccia utente veramente valide, e non le ho trovate in questa versione. Non c’è un vero contesto che motiva il giocatore ad affrontare le montagne in maniera agguerrita, con un vero e proprio obiettivo a guidarci. Solamente dei narratori che si alternano nel provare a raccontarci cosa sta avvenendo sui monti innevati, ma nella piena staticità di questi. Non c’è una storyline, personaggi con un nome preciso che siano compagni o rivali, solo un grande parco giochi dove impegnarci al massimo nelle sfide single e multiplayer. Ubisoft Annecy probabilmente non ha avuto le risorse per proporre un titolo del calibro di simili come The Crew o (sicuramente) The Division, e si vede. Il gameplay puro, quello dove si affrontano in diversi modi le discese e le altezze, sfrutta bene le due levette analogiche (ricordate Skate di EA?), ma paga la poca profondità di sport come il parapendio e la tuta alare, dove Snowboard e Sci risultano molto più divertenti grazie ai trick effettuabili. Non pensate però a un carnet di chissà quale ampiezza tra cui scegliere. Avete le otto direzioni della levetta destra per scegliere la direzione in cui inclinarvi, al massimo effettuando un grab nel frattempo. Male la telecamera, che in alcune discese si posiziona troppo in basso non permettendo di vedere e scegliere bene la prossima direzione da imboccare. A contorno delle competizioni troviamo l’esplorazione, altra protagonista del titolo. La mappa di gioco si divide in zone definite dei nomi delle montagne, l’ho trovata molto grande e sicuramente non limitante per tutte le gare che vogliamo affrontare, anche quelle ideate da noi stessi, per cui basta coprire una distanza, tornare alla “Visuale Montagna” e decidere che quella d’ora in poi sarà una gara dove sfidarsi con tutti gli altri giocatori che vorranno unirsi al nostro gruppo, grazie ad una condivisione istantanea.

Steep
Che siano gli stessi utenti a salvare Steep grazie all’editor di gare?

Il comparto multiplayer e un design delle competizioni innovativo potrebbe salvare Steep dal finire nel burrone,  aggiungendo quella profondità che per ora non abbiamo trovato provandolo in Beta. O forse una narrativa particolarmente funzionale, celata magari in questa occasione. Fatto sta che il gioco rischia di tramutarsi in un esperimento ancor più fallimentare degli altri multiplayer massivi di Ubisoft, che chi più e chi meno hanno deluso parte della community. La formula adottata Annecy spiazzerà tutti o conquisterà molti?

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