Provato Battlerite

Per comprendere al meglio Battlerite, il nostro compito è stato inizialmente quello di conoscere le sue origini. Partiamo dalla provenienza del titolo: Stunlock Studios, azienda nata in Svezia, è entrato nel mondo dei videogiochi con Bloodline Champions, videogame che, prendendo spunto da Dota, eliminava tutti gli elementi di crescita dell’eroe, così da far concentrare tutti sulle proprie skill. Il gameplay, come è ovvio che sia, è stato modificato e adattato al genere, ma, nonostante i feedback positivi della critica e una buona qualità del lavoro finale, gli utenti non apprezzarono l’opera, facendola cadere nel dimenticatoio anzitempo. Dalle ceneri del titolo, la software house ha voluto comunque tentare di far breccia nel mercato con Battlerite, ci sarà riuscita?

Lasciate stare il comparto narrativo, in Battlerite, dopo il tutorial, verrete gettati subito nella mischia. Potendo scegliere tra partite 2vs2 e 3vs3, e soprattutto tra ben venti eroi disponibili, è evidente che il titolo, pur essendo in early access, ha già una buona dose di contenuti che potranno solamente crescere. All’interno del roster, i personaggi giocabili saranno divisi in categorie: da corta distanza, a lungo raggio e di supporto, tutti con pro e contro. Ogni eroe, infatti, avrà un set predefinito di skill da utilizzare per avvantaggiare la propria squadra o danneggiare quella avversaria, inoltre, all’inizio di ogni round, potrà scegliere un’abilità passiva da attivare, andando così a rimescolare l’esito finale della battaglia.

Nella mappa di gioco, che dobbiamo dire non esser vasta, saranno disseminate due tipi di sfere: vita ed energia. Le prime serviranno a rimpinguare la nostra barra degli HP e, dopo l’utilizzo, dovremo aspettare qualche secondo per poterle utilizzare di nuovo. Le seconde, invece, sono quelle che faranno veramente la differenza, poiché la risorsa è ottenibile solamente così o sferrando diversi attacchi contro l’avversario, un procedimento sensibilmente più lungo che, in un round, sarebbe meglio accelerare. Con l’energia potremo utilizzare l’abilità finale o, sacrificandone solo una porzione, una tecnica diversa da quelle già viste dal nemico. Insomma, come è evidente, la strategia nell’utilizzo delle risorse risulterà fondamentale per portare a casa la vittoria.

Altra cosa fondamentale è la distruzione della sfera al centro della mappa, la quale rilascerà vita ed energia all’intero team, dandogli così un momentaneo vantaggio nei confronti degli avversari. Questa, e una sapiente gestione delle distanze e dei muri indistruttibili, saranno fondamentali per portare a casa la vittoria. Utilizzare un intermezzo presente nella mappa per evitare un colpo finale sembrerà banale, ma l’efficacia al primo posto, no? La strategia come elemento fondamentale e un gameplay tutt’altro che piatto fanno si che lo squilibrio tra i personaggi sia molto basso: con le giuste abilità e una buona gestione delle risorse, nessun nemico sarà imbattibile.

Pur trattandosi di un titolo in early access, Battlerite gira fluido senza problemi anche su un PC di fascia bassa, risultando così alla portata di tutti, e gode di un’ottimizzazione di assoluto livello. L’unica pecca è la mole di contenuti attuale visto che, pur avendo un buon numero di personaggi giocabili, costringerà il giocatore a fare infinite volte partite 2vs2 o 3vs3, che risulterà una limitazione se paragonato ai titoli già entrati nel competitive. La speranza è che la community rimanga attiva, così da garantire a Battlerite una crescita tale da portarlo al livello delle altre opere.

In conclusione, Stunlock Studios ha rischiato, perché portare sul mercato un titolo come questo non è mai facile, ma sembra aver vinto la scommessa, almeno per il momento. Saranno mesi duri per la software house, visto che dovrà supportare la sua creazione per tenere i giocatori attuali e allargare l’utenza, ma le premesse per far bene ci sono. Con nuove modalità e altri personaggi (su questi possiamo anche aspettare di più), siamo certi che sentiremo parlare ancora a lungo di Battlerite.