La velocità è da sempre uno degli istinti irrefrenabili dell’uomo, capace allo stesso tempo di trasmettere sia profonde emozioni, che mettere in serio pericolo non solo la vita del conducente ma anche di chi lo circonda. Nonostante ciò, le incredibili sensazioni percepite nel guidare schizzando all’impazzata, da sempre, sono state oggetto di studio e riproduzione sfruttando qualsiasi medium esistente: partendo dal fumetto, passando per il cinema e arrivando, infine, al videogioco, vero punto d’interesse per noi appassionati del settore. È dal tentativo di offrire all’utente il piacere di vestire i panni di un pilota, udire il rombo del motore e simulare un’esperienza difficile e al contempo soddisfacente, che nasce Project CARS, titolo partorito dalla passione spasmodica per i veicoli di Slightly Mad Studios, casa di sviluppo londinese autrice dei celebri Need for Speed: Shift e Shift 2: Unleashed, e dai membri esterni tramite il crowdfounding. Infatti, il titolo, fu uno dei primi prodotti ad essere realizzato sfruttando la piattaforma World of Mass Development, la quale permise agli stessi giocatori di investire denaro, assisterne la crescita, fornire feedback e testarlo a scadenze periodiche. Proprio per l’incredibile sforzo congiunto di gamers e developer, l’attesa nei confronti della produzione era semplicemente alle stelle, e, dopo numerose ore di gioco, siamo qui a fornirvi il nostro parere. Siete pronti ad accendere i motori del vostro bolide? Continuate a leggere.

In linea con la maggior parte dei Racing Game, Project CARS presenta come modalità principale la sezione Carriera, la quale sarà, senza ombra di dubbio, la colonna portante della produzione, nonché la più longeva. Infatti, in essa, il giocatore potrà coronare il sogno di qualsiasi pilota che intende approcciarsi al settore: divenire il campione. A differenza, però, dei classici titoli simulativi automobilistici, il gioco permetterà totale libertà all’utente sulla scelta della categoria con cui iniziare ad annusare l’odore dell’asfalto: difatti, paradossalmente, sin dal primo approccio i player avranno accesso tanto alla classe dei Kart, che rappresenterà il livello 8, ovvero l’iniziale, quanto alla LMP1, la serie regina, la quale vanterà i migliori veicoli a livello prestazionale presenti in game. Tutto ciò, a nostro parere, potrebbe comportare due risvolti completamente differenti: da un lato, in effetti, il giocatore avrà la possibilità di approdare, sin dagli albori, al top di gamma, permettendo a chiunque di gareggiare sfruttando i potenti cavalli di veicoli del calibro di Audi, Pagani, Aston Martin e BMW, utile soprattutto per i profondi appassionati ed esperti del settore che però non posseggono molto tempo da impiegare in un titolo di questa portata; dall’altro, invece, il rischio è quello di non incentivare particolarmente la scalata alla fascia migliore, potendo ripercuotesi tanto nei confronti di una netta diminuzione della durata dell’esperienza di gioco, quanto nella perdita della storica soddisfazione dell’essere coronati leader indiscussi del campionato. Molto, quindi, dipende dalla personalità del giocatore, il quale avrà carta bianca su come agire.

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Uno degli elementi interessanti del titolo è riscontrabile nella completa personalizzazione dei Gran Premi della modalità carriera, permettendo di impostare il numero dei giri e l’abilità dell’avversario.

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Dopo esser acceduti alla modalità carriera e aver scelto uno dei tre livelli di difficoltà disponibili, ovvero principiante, intermedio e pro, avremo immediatamente a disposizione un contratto con il quale sanciremo il nostro ufficiale accesso nella scuderia, che inizialmente sarà la meno prestante. Nel caso non si scavalchino le categorie, come detto in precedenza, il primo veicolo guidabile sarà un kart, il quale vi permetterà di assimilare le basi per poi progredire nell’avventura. Prima di scendere in pista, inoltre, il giocatore potrà osservare il calendario, strumento perfetto per capire quali siano i campionati disponibili, che, ovviamente, non saranno tutti immediatamente fruibili. Infatti, per alcuni, sarà necessario possedere contratti di livello superiore a testimonianza della crescita dell’abilità del pilota. L’elemento interessante, in questo caso, è riscontrabile nella completa personalizzazione degli eventi in cui sarà possibile gareggiare, permettendo ai gamers di impostare il numero dei giri, l’abilità dell’avversario, e, addirittura, decidere se la gara potrà essere o meno riavviata. Tutto ciò conferma il livello estremo di customizzazione presente nel titolo, vero filo conduttore di tutta l’esperienza di gioco.

Tutta la natura simulativa di Project CARS, però, esplode totalmente osservando l’incredibile numero di modifiche apportabili al veicolo, e, attenzione, non parliamo di verniciature, motori pompati all’inverosimile o turbo capaci di proiettare i vostri bolidi oltre la fisica, ma di parametri sottili, apparentemente inutili agli occhi di un neofita, in grado, come non mai, di cambiare significativamente l’approccio ad una gara. Infatti, nell’apposita sezione denominata Assetto Auto, l’utente avrà la possibilità di modificare attivamente ogni singolo elemento immaginabile: potrà indirizzare la propria attenzione nei confronti degli pneumatici, scegliendo la gomma morbida o da bagnato, potendo agire addirittura sulla pressione delle gomme; sarà, inoltre, chiamato a vestire i panni del meccanico e interagire anche con i freni, modificando la pressione degli stessi e arrivando a bilanciarli alla perfezione. Infine, potrà essere perfezionato perfino il sistema antislittamento, perfetto nell’eventualità che si desideri aumentare o diminuire la trazione, magari sollecitati da un cambiamento climatico. Ecco, tutto ciò rappresenta l’apoteosi per chiunque conosca anche minimamente le caratteristiche di qualsiasi auto, l’oasi felice per qualunque appassionato desideroso di scoprire il set-up ideale per il proprio veicolo. Non possiamo che apprezzare notevolmente l’incredibile sforzo prodotto dagli sviluppatori, capaci di implementare una feature in grado di influisce così attivamente sul gameplay.

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Per quel che concerne la giocabilità, il titolo offre realmente tutto quello che un amante dei racing game simulativi potrebbe mai desiderare.

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Per quel che concerne la giocabilità, il titolo offre realmente tutto quello che un amante dei racing game simulativi potrebbe mai desiderare: difatti, ogni categoria di veicolo presenta un stile di guida completamente differente dall’altro, garantendo un’ottima varietà in base alla scelta effettuata. Se la decisione dovesse ricadere su un kart, il player dovrà prestare attenzione a non sterzare eccessivamente o accelerare all’improvviso, ma, tutto sommato, non sarà esageratamente complesso manovrarlo. Lo stesso non può chiaramente essere riferito a una monoposto di formula A o inferiori, le quali saranno veramente complesse da gestire, dovendo porre un’attenzione certosina ad ogni movimento compiuto, rischiando altrimenti un testacoda immediato. Approccio completamente differente sarà richiesto dalle Le Mans Prototype (LMP1), che, nonostante viaggeranno a velocità esagerate, risulteranno essere comunque incredibilmente stabili e governabili. Tuttavia, l’elemento ancor più sorprendente sarà, sicuramente, il modo in cui i veicoli reagiranno allo scorrere dei giri e al modificarsi delle condizioni meteorologiche: infatti, mediante l’incedere dei passaggi sul traguardo, le gomme si deterioreranno, l’asfalto muterà, e una curva prima affrontata utilizzando una specifica strategia adesso dovrà essere completamente rivista. Tutto ciò spingerà i giocatori a rimanere costantemente attenti, portando, però, in caso di errore, a profonda frustrazione nel constatare di aver gettato al vento una gara: emozione, di certo, molto simile a quella provata dagli stessi piloti in caso di fallimento. Accorgimenti simili dovranno essere intrapresi in caso di mutamento climatico improvviso, passando magari da sole a bufera, che vi costringerà a rivedere totalmente lo stile di guida.

A completare il pacchetto single player, troviamo la modalità nominata Da Solo, nella quale potremo creare un intero weekend in stile Gran Premio: dalle prove libere, passando per la qualificazione, proseguendo per il warmup e arrivando, infine, alla gara vera e propria. Chiaramente l’utente avrà la facoltà di saltare totalmente i test precedenti e schierarsi direttamente in pista, ma qui arriva il bello: difatti non potremo soltanto scegliere il veicolo ed il tracciato, bensì impostare totalmente ogni singolo particolare della corsa, dal numero di giri e di avversari, alle condizioni climatiche mutevoli, scegliendo persino la velocità con cui l’agente atmosferico causerà i propri effetti. Le opzioni di personalizzazione offerte da Project CARS sono sinceramente strabilianti, in grado di trasmettere all’utente un senso di onnipotenza e controllo totale su tutti gli aspetti che caratterizzano il titolo. Il gioco, inoltre, presenta anche il comparto multiplayer, nel quale sarà concesso sfidarsi con altri gamers in tutto il mondo. Sicuramente non risulterà essere il fulcro della produzione, ma è comunque un’aggiunta di valore che potrebbe tenere impegnati gli utenti una volta conclusa la carriera. Oltre a GP affrontati con altri avversari, nell’online potremo osservare i risultati dei nostri amici, cercare di battere i loro tempi superando il classico veicolo fantasma ed infine partecipare agli eventi community, classiche sfide giornaliere promosse dalla fan base.

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Project CARS GOTY presenta non solo miglioramenti alla stabilità del gioco, ma anche nuovi contenuti in game.

Data la natura Game of The Year, Project CARS presenta non solo miglioramenti alla stabilità del gioco e perfezionamenti allo stile di guida introdotti con le patch rilasciate sul titolo originale, ma anche nuovi contenuti in game, tradotti, essenzialmente, in veicoli e tracciati prima assenti. Ora, infatti, esso può vantare oltre 125 vetture, 50 veicoli in più rispetto al quantitativo iniziale, e contare ben 100 tracciati disponibili, se consideriamo anche le varianti. Un ottimo miglioramento complessivo, anche se comunque si avverte una forte penuria di licenze, soprattutto italiane, che avrebbero sicuramente impreziosito l’edizione.

Per quanto riguarda il comparto tecnico (la nostra prova è stata effettuata su PlayStation 4), il titolo offre, senza ombra di dubbio, un’ottima qualità poligonale dei veicoli presenti su schermo, ma lascia un pò a desiderare per quel che concerne gli sfondi e la realizzazione di strutture, non particolarmente brillanti. Nonostante ciò, molto spesso, la situazione migliora mediante l’ausilio di giochi di luce che forniscono all’utente sensazioni positive; ma la versione PC risulta essere, sicuramente, maggiormente prestante. Il comparto sonoro, invece, è davvero di pregevole fattura, con rombi di motori realistici e perfettamente realizzati; non poche volte, infatti, ci siamo sentiti infastiditi dal rumore acuto dei kart, e, altrettante, colpiti da sinfonie composte dall’Aston Martin, piuttosto che dalla Pagani Zonda.

In conclusione, Project CARS rappresenta tutto quello che i fan dei Racing Game simulativi avrebbero mai sperato di poter giocare. Infatti il titolo è straordinariamente caratterizzato da un ottimo gameplay, capace di regalare forti emozioni, sopratutto se testato mediante un volante; la personalizzazione è davvero ricca e particolarmente tecnica, in grado di spingere l’utente a studiare un’assetto specifico per trovarsi al meglio in pista. Sotto il profilo contenutistico il titolo ha molto da offrire, specialmente con il buon numero di aggiunte sia di tracciati che di veicoli, ora sensibilmente incrementati. Le uniche pecche riscontrabili possono essere identificate in un comparto tecnico non eccelso, nonostante la mole poligonale delle auto sia ottimo, e una struttura della modalità carriera che potrebbe far storcere il naso a qualche utente. Per gli appassionati dei giochi di corsa in generale, è necessario valutare oculatamente se un titolo così tecnico possa divertire; per gli amanti del realismo in pista, al contrario, è assolutamente un must.