Pixels : la recensione di VMAG

Pixels è un film che avrebbe bisogno di due recensioni, come si tende a fare per i videogame che hanno una forte componente multigiocatore che rispetto alla campagna in singolo offre tutt’altra esperienza di gioco.
Stiamo parlando infatti di un prodotto che può essere esaminato proprio così: la parte singleplayer, rappresentata idealmente dalla trama, e la parte multiplayer, raffigurata dalla presenza dei videogiochi.
Purtroppo però in un film non si può scegliere quale parte “giocare”, di conseguenza si è costretti a vivere entrambe le esperienze.


Partiamo dalla parte dolente, quella della trama.
La storia inizia nel 1982, quando il giovane Sam Brenner (Adam Sendler) insieme ai suoi due amici William Cooper (Kevin James) e Ludlow Lamonsoff (Josh Gad) partecipano alla gara mondiale di videogiochi arcade, il vincitore sarà dichiarato il campione mondiale di videogiochi e la NASA invierà nello spazio, in una capsula del tempo, anche un VHS contenente le riprese della competizione.
Anni dopo i tre protagonisti si ritrovano adulti e dovranno affrontare un’ invasione aliena, scaturita dal ritrovamento della capsula e dalla percezione della videcassetta come una minaccia. Gli alieni prendono dunque le sembianze dei personaggi dei videogiochi, e i protagonisti dovranno affrontare le sfide proposte, aiutati anche da Eddie Plant (Peter Dinklage) loro rivale videoludico dell’epoca, per fermare l’invasione e salvare la Terra.

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Perchè reputo dolente la trama del film? Purtroppo non posso parlarne del dettaglio senza fare spoiler, però esistono alcune perplessità su come la storia di contorno alla trama si sviluppa e come viene affrontato il tutto, incappando così in “errori” facilmente evitabili, se gli sceneggiatori, a mio avviso, ci si fossero dedicati di più.
A prova di quanto affermato pocanzi, basta pensare che non è neanche un’idea originale, dato che la trama si basa sia sul 18° episodio della terza stagione di Futurama (2002), e sia su Pixels, un cortometraggio d’animazione francese del 2010.
Unica nota positiva della trama, incredibile ma vero, Sean Bean , che interpreta un generale dell’esercito USA, non muore (scusate lo spoiler, ma andava fatto).

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Da controaltare alla trama, tuttavia ci sono i momenti epici, dei videogame.
Ogni videogiocatore sogna di vedere i suoi eroi rappresentati da qualsiasi altra parte che non sia il videogioco di appartenza, quindi vedere Pac-Man che cerca di scappare/mangiare i protagonisti del film per le strade di New York, oppure il cane di Duck Hunt comportarsi da animale di compagnia con una vecchietta, per non parlare del tenero Q*bert, fa sempre un bellissimo effetto.
E sono proprio questi momenti in cui la sinergia tra cinema e videogame è totale, che riescono a far digerire la trama del film.

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