Niente remake italiano per Resident Evil 2: lieto fine o tragedia ?

Durante la giornata di ieri ha fatto abbastanza scalpore la notizia, diramata direttamente dai diretti interessati, circa la cancellazione del remake amatoriale  di Resident Evil 2, ad opera dell’italico team Invader Games. Il motivo dietro questo stop improvviso ai lavori è stato l’intervento da parte di Capcom che, avendo dato il via alla produzione della propria versione ufficiale del remake, ha chiesto alla casa di sviluppo con sede in Italia di astenersi dal continuare a lavorare al progetto, invitandoli però a tenere una riunione con loro per discutere di eventuali idee.

Nonostante Invader Games si sia detta tranquilla e felice del proprio percorso e dell’operato di Capcom, sul web si è sollevata la polemica ed è sorto un dubbio: tutto ciò è un bene o un male ? Capcom ha agito correttamente o meno ? Prima di trovare una risposta dopo il salto, un piccolo sguardo al lavoro di Invader Games.

https://www.youtube.com/watch?v=m9CXf0PwSzc

Bene, se siete giunti fino a qui sperando di trovare un bello scritto polemico rimarrete delusi, in quanto in realtà la questione si presenta come essere abbastanza sterile. Giusto o sbagliato che sia, è così infatti che funzionano le cose: Invader Games ha iniziato i lavori su una proprietà intellettuale di Capcom e ha sempre saputo che, da un momento all’altro, la casa giapponese avrebbe potuto chiedere l’interruzione della produzione.

Invader

Certo, le malelingue potrebbero dire che i detentori dei diritti della serie avrebbero potuto ringraziare il team indipendente per il loro lavoro e che hanno utilizzato l’opera italiana per testare l’interesse del pubblico circa un eventuale remake di Resident Evil 2 (cosa alquanto probabile), affrettandosi poi ad annunciare la propria versione quando il progetto ha guadagnato fama e popolarità, ma in fondo le cose sarebbero potute andare anche molto peggio. Volendo, infatti, Capcom avrebbe potuto anche far chiudere baracca e burattini senza nemmeno chiedere un incontro con Invader Games, un tipo di imposizione da parte dei “big dell’industria” per nulla inusuale in casi del genere.

Alla fine, l’unica cosa che conta, è che se il team Invader Games stesso si è detto felice e tranquillo di tutto ciò (nonostante il rammarico per la chiusura del progetto Reborn), non possiamo far altro che rispettare il loro lavoro, sperare che la riunione con il colosso giapponese vada a buon fine e augurare a questi talentuosi ragazzi un radioso futuro. Con o senza Capcom.