L’omosessualità e i videogiochi: la triste storia di Leelah Alcorn

Sono molte le tematiche affrontate dai videogiochi, ma avete mai pensato a quanto la cultura gay sia rappresentata all’interno del medium videoludico?  Onestamente ci risulta difficile trovare opere multimediali in merito, e, se esistono, sono di scarsa qualità. Certo. esistono alcune eccezioni come il recente Dragon Age: Inquisition, ma sembra quasi che i videogiochi siano intimoriti nell’affrontare simili tematiche, diversamente da altre forme espressive come la letteratura o il cinema.

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Una questione che risale già agli anni d’oro del medium videoludico, ma sembra che nel nuovo millennio qualcuno abbia deciso di rendere le cose più chiare. Sto parlando di Leelah Alcorn, una giovane transgender di 17 anni appassionata di game design che si è suicidata lo scorso anno, precisamente il 27 dicembre.

Le sue ultime parole sono un biglietto d’addio pubblicato sulla sua pagina Tumblr: racconta di come i suoi genitori, facendola ritirare da scuola, la costrinsero a seguire delle terapie di conversione, dove venivano sottoposti a veri e propri lavaggi del cervello per cercare di cambiare l’orientamento sessuale. Ovviamente stiamo parlando di un tentativo fallimentare nonchè dannoso per la salute psichica dell’individuo e causa di forte disagio.

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La lettera lascia trasparire la speranza che la sua morte avrebbe potuto creare un dialogo sulla questione finora mai presa con il giusto peso, ma denuncia anche come la solitudine che dovette affrontare e il sentirsi “diversa” crearono il lei un sentimento tale che la portarono così a prendere la decisione di togliersi la vita, colpevolizzando i suoi genitori per averla fatta sentire diversa e sbagliato nel suo essere sé stessa. Dopo la sua morte furono molte le petizioni che vennero organizzate per le “Leggi di Leelah”, con lo scopo di dichiarare il divieto di terapia di conversione sessuale.

Per far conoscere al mondo la storia di Leelah Alcorn si è da poco conclusa la JamForLeelah, una organizzazione dove diversi sviluppatori hanno avuto un mese di tempo per realizzare un videogioco a tema transgender, così da poter sensibilizzare il pubblico attravero dei videogame e, al tempo stesso, raccogliere fondi per enti di beneficenza che supportano i giovani con difficoltà a causa dei loro orientamenti sessuali. Inizialmente la chiusura era prevista per il 17 febbraio, ma è stata prolungata fino a ieri a causa del gran numero di partecipanti che hanno contribuito.

Chissà se questo possiamo definirlo un possibile passo in avanti per l’inizio di un cambiamento sui pregiudizi e da quello che ne deriva… ciò che è certo tuttavia è che nel 2015 non è accettabile arrivare a casi estremi come quello di Leelah.

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