Life Is Strange Episode 1: Chrysalis: la recensione di VMAG

Lo storytelling interattivo, per chi vi scrive, รจ la chiave di volta del “videogioco del futuro”. Un sipario traย gioco nel senso piรน stretto del termine e narrazione. Una delle fucine piรน mirabolanti dell’immaginazione, fin dai tempi in cui la mano dell’uomo ha raccontato con la voce, le incisioni e l’inchiostro su spessa filigrana. Insomma, il tema trattato dalla nuova opera di Dotnod Entertainment (Remember Me) mi sta particolarmente al cuore e, proprio per questo, mi ci sono avvicinato con sospetto e in modo quasi furtivo.

Modalitร  ad episodi, dialoghi con scelte multiple, azioni e conseguenze. Sinceramente, che notare quanto l’interaย struttura di gioco sia palesemente d’ispirazione “Telltelliana” non mi ha sorpreso durante le prime indiscrezioni… figuriamoci alla prova con mano. Non ispirarsi alla strada tracciata da opere interattive come The Walking Dead, oggi, nell’ambito dello storytelling, sarebbe follia. Piuttosto, ciรฒ che potrebbe disturbare i piรน anziani tra voi sono una serie di clichรฉ cinematografici e non solo. I primi minuti di gioco, infatti, sembrano urlare a squarciagola: “Ehi, sono Donnie Darko ma sono donna e con una promettente carriera di fotografa”. Per fortuna, perรฒ, tutte il citazionismo in salsa “sentitevi a casa” lascia ben presto spazio a una sana, inaspettata e veemente originalitร .

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Max Caulfield, insicura, geniale, tremendamente intelligente protagonista della storia, รจ un personaggio con il quale legherete nel giro di pochi, contati minuti. I suoi pensieri, le sue osservazioni e le vostre decisioni, la renderanno reale e vi sembrerร  ben presto di conoscerla da una vita. Un sogno rivelatore le mostrerร  un futuro catastrofico, dove un tornado spazzerร  via la ridente cittadina di Arcadia Bay, nell’Oregon (28 giorni 6 ore 42 minuti e 12 secondi?). Il tutto, durante una spinosa lezione di fotografia che scenderร  a disquisire addirittura dell’origine dei selfie. Al suo risveglio, perรฒ, il vero fulcro del gameplay di questa ambiziosa avventura grafica distribuita da Square Enix, fa capolino tra i banchi di scuola: Max puรฒ riavvolgere il tempo e modificare il destino della sua vita.

Who-ho per il clichรฉ parte 2, insomma. Giร … ho roteato gli occhi in quel momento. Immaginate, che potete. Eppure? E quindi? E quindi funziona. Come raramente nella storia del videogioco (nessuno nomini Time-Shift, ora). Si, รจ il Butterfly Effect. E si, la prima volta che succede farรฒ capolino anche una farfalla blu che dovremmo immortalare (Who-ho parte 3). Ma diamine, questi ennesimi puzzle del “riavvolgi veloce” del gaming funzionano bene. Dannatamente bene. E la storia di Max e Chloe (dannata, sfigata, adorabile amica viscerale del passato della protagonista) oltre che risultare ben narrata e ricca di spunti, ha un suo asso nella manica mica male. Perchรฉ nel polsino, queste due seducenti ragazze alternative, nascondo la carta piรน importante di tutte: quella del cocktail ben riuscito.

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Giร , perchรฉ fare qualcosa di completamente inedito nel settore del gaming, oggi, รจ quasi impossibile. Miscelare sapientemente quanto giร  fatto, perรฒ, รจ ben piรน difficile di quanto possa sembrare all’apparenza. Quello che vi aspetta nei cinque episodi che racconteranno le intriganti vicende di Max รจ un ben bilanciato mix di avventure vecchio stampo con esplorazione e ricerche di oggetti chiave, dialoghi alla Telltale, enigmi in stile Ritorno al Futuro e un taglio cinematografico sul tutto che ricorda da vicino le ultime opere di David Cage, in particolar modo Heavy Rain.

Romantico nei modi e nell’aspetto, l’opera di Dontnod vi cattura minuto dopo minuto sempre piรน, grazie a un design ricercato e minimalista allo stesso tempo. Perchรฉ la cura nel dettaglio รจ quanto di piรน difficile e importante possiate ritrovare in ogni esperienza introspettiva come quella di Life Is Strange. Proprio come in Farenheit, vi soffermerete a suonare la chitarra con lo stereo acceso nella vostra camera del dormitorio del college, sdraiandovi a volte virtualmente (ma allo stesso tempo magari fisicamente), fissando il soffitto e riflettendo sulla prossima mossa. A volte, si ha quasi l’impressione che Dontnod abbia deciso di correggere le significative esperienze di Quantic Dream con gli enormi passi in avanti compiuti dai ragazzi di Telltale negli ultimi anni.

Questo primo episodio, insomma, promette piรน che bene alla resa dei conti. Due ore e rotte intense, sorprendenti e che rendono l’attesa per il suo seguito viva e accesa. Una potenziale piccola perla digitale da non farsi sfuggire… incrociando le dita che quanto seguirร  a breve regga aspettative e livelli qualitativi di questi primi giorni nella Blackwell Academy. Perchรฉ un inizio adorabile come questo esige un suo prezzo. E penso che tutti voi che leggete, come il sottoscritto, siate tutti segnati dalla terribile “paranoia di Lost”…

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