Felix Kjellberg, conosciuto soprattutto con il nome di PewDiePie, non è un ragazzo comune e le sue imprese lo dimostrano; i suoi contenuti sono sempre stati in grado di attirare le visualizzazioni di milioni di persone, arrivando a colpire persino le case di sviluppo, sempre alla ricerca di vendite maggiori. E così è stato. Nel suo ultimo video si vedono PewDiepie e la sua fidanzata, CutiePie, intenti a giocare a Star Wars: Battlefront. Nulla di strano, obiettereste, se non fosse per l’inserimento di due disclaimer facilmente visibili all’inizio del video e in descrizione: “Game and Financial Support Provided by EA“. Il marketing di prodotti attraverso gli YouTuber non è una novità del settore, ma vogliamo comunque ricordarvi il piccolo scandalo che circondò Felix nello sviluppo di Dying Light: in quel frangente infatti , Techland finanziò PewDiePie per fare in modo che ne parlasse bene. Stesso principio. Quello che non ci si poteva aspettare, però, sarebbero state le azioni a dir poco azzardate del team di sviluppo.
La libera pubblicità che ha offerto PewDiePie, una persona sostanzialmente onesta verso il suo pubblico, sarebbe però dovuta provenire, per prodotti del genere, da giornali e siti specializzati, visto che dovrebbero elevare la qualità dell’opera agli occhi del possibile acquirente in modo più professionale e critico possibile. Un giudizio positivo, espresso dopo un lungo periodo di prova da una persona specializzata nel campo, dovrebbe essere motivo di onore e orgoglio per uno sviluppatore. Il fatto che una citazione così superficiale di uno YouTuber sia stata messa sul cartellone cosa sta a significare? Che queste figure di rilievo stanno lentamente scomparendo? Assolutamente no, ma è chiaro che persone come Felix fanno più presa sul pubblico rispetto anche alla più famosa rivista di videogiochi al mondo: la connessione emotiva che si  instaura tra spettatore e YouTuber fa sì  infatti 11che l’utenza si leghi al gioco attraverso il proprio beniamino. Felix non ha tardato comunque a farsi sentire, sostituendo in un suo tweet la firma PewDiePie della citazione con quella di  IGN, una delle più famose riviste del settore. Per accentuare la casualità delle parole contenute nel testo, arrivò anche ad affermare di non ricordare nemmeno tale citazione che, in effetti, risulta alquanto generica.
Torniamo però al discorso di EA. Ci sarà stato qualche altro fattore che abbia aiutato l’azienda nel farle capire che la scelta possibile per Star Wars: Battlefront sarebbe stata vincente? Pensiamo di sì. Ricordate i video di gameplay ironici pubblicati da PewDiePie su Skate 3? Ebbene, il fortissimo numero di visualizzazioni che ha raggiunto ha portato moltissime persone ad acquistare il gioco, o almeno a provarci. Il prodotto infatti, essendo vecchio, non era più reperibile e l’enorme domanda della clientela ha portato i negozi a chiedere incessantemente a EA una rifornitura. Skate 3, rilasciato nel 2010, a tre anni di distanza  riuscì a vendere il 33% in più grazie alla pubblicità di PewDiePie, un dato interessante a dir poco.
Ovviamente, moltissime aziende si sono dimostrate particolarmente tentate dalla prospettiva di poter raggiungere milioni di giovanissimi attraverso la nuova frontiera YouTube, e quale major si sarebbe potuta sentire più coinvolta in questo miraggio se non Disney? Proprio la “casa del topo”, che come tutti saprete detiene i diritti i Star Wars, ha acquistato lo scorso anno per 950 milioni di dollari il network Maker Studios… e chi è l’artista di punta di questo gruppo? Un certo svedese noto come PewDiePie. Come è possibile notare, quindi, il cerchio si chiude, seppur in maniera invisibile a molti, ignoranti in materia di acquisizioni e network che gestiscono i loro beniamini su YouTube, persone che poi finiscono per storcere il naso e battere il piede a terra assistendo a queste promozioni. La verità è che gli YouTuber come PewDiePie sono importanti, sono degli Influencer e il marketing passa anche attraverso di loro, specialmente in ambito giovanile e così popolare sul web come il gaming.  Che piaccia o no, ormai questa realtà è ben assestata e non possiamo far altro che accettarla.