Terzo episodio di HITMAN: Marrakesh. L’agente 47 torna in grande spolvero dopo un mesetto di inattività e lo fa in quel del Marocco, dopo aver presenziato con successo a Parigi prima e nell’Amalfi (Sapienza) di IO Interactive, poi. Prima di proseguire a leggere la seguente recensione di Marrakesh, vi invito a leggere le altre due degli episodi precedenti, poiché molte meccaniche del gioco già sviscerate non verranno snocciolate inutilmente nuovamente.
Il terzo episodio porta il nostro amato Agente 47 in Marocco e ci fornisce come al solito le descrizioni dei nostri bersagli. Nella missione dovremo infatti porre fine all’esistenza di Claus Strandberg, professione banchiere corrotto ed il suo complice Reza Zaydan, generale dell’esercito. La situazione non è delle più tranquille: saremo dunque catapultati in una Marrakesh sull’orlo della rivolta popolare. La città ricreata dai ragazzi di IO Interactive è iconica ed impressionante. Dopo lo splendido lavoro di ricerca operato soprattutto con “Sapienza”, gli sviluppatori hanno voluto fondere la libertà della mappa italiana con la complessità di Parigi. Ci sono riusciti? Proseguite con la lettura per scoprirlo.
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Marrakesh offre un colpo d’occhio pazzesco, incredibilmente coerente e frutto di una ricerca stilistica sopra le righe.
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Marrakesh è la mappa maggiormente variegata e complessa di quelle uscite fino ad ora. Alla bellezza visiva di Sapienza e alla labirintica Parigi, la location marocchina si presenta leggermente meno vasta, ma altresì complessa, ma soprattutto forte di offrire una manciata di ambientazioni diverse. Oltre al bazar, piazza principale e diversi vicoli, la città di Marrakesh offre tunnel sotterranei, passaggi segreti, uffici amministrativi ed una scuola adibita a centro militare. Come da tradizione i due bersagli sono posizionati agli antipodi della mappa e solamente durante la vostra partita le loro strade si intersecheranno per permettervi di compiere un assassinio d’autore.
Grazie agli update rilasciati nel tempo, gli sviluppatori hanno contribuito ad un notevole miglioramento ed una pulizia tangibile del codice di gioco. HITMAN ora è quasi del tutto privo di bug fastidiosi e l’IA nemica si inceppa meno volte rispetto al passato. Ciò che ci ha fatto storcere il naso è l’alternanza piuttosto vistosa riguardo l’attenzione dei dettagli. Mi spiego meglio: vi capiterà spesso di incappare in texture slavate e brutte da vedere, anche di oggetti in bella vista che dovrebbero rappresentare l’èlite di ciò che il prodotto può offrire. Rispetto al passato, si comporta bene (meglio di Parigi) il frame rate, quasi sempre stabile sui 30 fotogrammi al secondo, mentre si notano dei cali vistosi nella zona densa del bazar qualora si alzi a 60. La versione da noi provata è quella PlayStation 4, sulla quale si attesta comunque un buon livello di dettaglio, soprattutto nei modelli dei personaggi principali. La folla densa e viva che popola le strade torride di Marrakesh offre un colpo d’occhio pazzesco, incredibilmente coerente e frutto di una ricerca stilistica sopra le righe.
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Le opportunità e la rigiocabilità della missione sono una garanzia.
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Di egregia fattura, come al solito, il ventaglio di opportunità proposte per la missione. Se, a primo impatto sono inferiori numericamente rispetto alle mappe precedenti, abbiamo al contrario riscontrato una maggior difficoltà e un’incredibile propensione all’incastrarsi perfettamente tra loro come un mosaico, rendendo molto appetibile la rigiocabilità del livello e aumentando vertiginosamente la soddisfazione nel giocatore. Una volta conclusa la missione, partirà come al solito il filmato esplicativo per farvi capire la direzione presa dalla trama di HITMAN e, per la prima volta, si nota il filo rosso dietro la produzione Square Enix e IO Interactive. Non vediamo l’ora di scoprire come possa evolversi la storia che si cela dietro l’agenzia.