Ghost in the Shell First Assault: L’Hands On di VMAG

Se da una parte il mondo occidentale è riuscito ad avvicinarsi, conoscere ed apprezzare le atmosfere cyberpunk grazie ad opere come Cyberpunk 2020, famoso gioco di ruolo che, attualmente, è anche protagonista di un nuovo progetto della CD Projekt RED, dalla parte del Sol Levante sono state necessarie animazioni e fumetti del calibro di Ghost in the Shell, la pluripremiata opera nata agli albori degli anni ’90 dal genio di Masanori Ota, professionista del settore e creatore di altre opere dai temi futuristici come Appleseed e Dominion. Protagonista di numerose e variopinte trasposizioni, la saga di Ghost in the Shell ben poche volte si è prestata al mondo dell’opera multimediale interattiva, e mai con successo, come può facilmente testimoniare questo recente e ultimo tentativo, attualmente in fase di beta, sviluppato dalla Neople e portato in Europa dalla Nexon, che prende il nome di Ghost in the Shell: First Assault – Stand Alone Complex Online. Noi di VMAG abbiamo avuto modo di provare con mano questo titolo dalle infinite potenzialità che, ancora una volta, risulta essere l’ennesimo esperimento di una licenza maltrattata e mal gestita.

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Un breve filmato d’apertura ci introdurrà nell’ambientazione cyberpunk tipica di Ghost in the Shell, non riuscendo, però, a calzare appieno il mood che vuole trasmettere.

Iniziamo con il dire che First Assault vedrà ufficialmente la luce come sparatutto online free to play, risultando quindi un titolo accessibile a chiunque abbia il fegato per provarlo. Attualmente localizzato anche in italiano, questo Ghost in the Shell vanta tre differenti modalità di gioco, tutte estremamente familiari: l’immancabile Deathmatch, che scoprirete ben presto essere l’unica ad essere effettivamente giocata, Conquista del Terminale, in cui dovremo catturare e mantenere dei punti strategici sparsi nella mappa, e Demolizione, una sorta di disinnesca la bomba prima che sia troppo tardi, decisamente familiare a chiunque abbia giocato a Counter Strike. Se da una parte il primo impatto potrebbe risultare positivo, grazie alla presenza di tutti i membri della squadra Public Security Section 9, protagonista delle varie opere d’animazione e non solo, capaci ognuno di vantare una propria e unica abilità differente da quella degli altri compagni, ben presto ci renderemo conto di come questa caratteristica di unicità e avvicinamento alla serie sia stata del tutto violentata, volutamente o non che dir si voglia: essendo in prima persona, infatti, non avremo mai realmente modo di apprezzare quale personaggio stiamo immedesimando, e a peggiorare la situazione ci pensano anche delle animazioni e interfaccia completamente identiche per ogni protagonista del noto team. Se a tutto ciò aggiungiamo il fatto che l’armamentario non è personale, ma condivisibile con ogni membro della squadra, ci renderemo conto ben presto che, a conti fatti, quell’unico elemento di caratterizzazione e unicità che poteva offrire la scelta del personaggio viene snaturata senza considerazione.

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Ecco come ci apparirà l’home di gioco, quasi completamente localizzata in italiano; vedete l’icona “we need feedback”? Ne hanno veramente bisogno, proviamo a farci sentire, potrebbero effettivamente migliorare le cose.

Abbiamo parlato, però, di abilità uniche per ogni differente personaggio: questo è sicuramente un aspetto simpatico ed effettivamente anche ben gestito del titolo. Invisibilità, braccia-lancia-missili, super-corsa e visori termici, sono solo alcuni esempi che caratterizzano la scelta tattica della gestione e organizzazione del proprio profilo. Un particolare indicatore ci segnalerà, in game, quando la nostra abilità speciale è pronta all’uso e, se caricata ulteriormente portandola al livello due, potrà essere utilizzata con il doppio dell’efficacia oltre che dai propri compagni di team, cosa che, in effetti, va a colpire negativamente ancora una volta quel senso di caratterizzazione di cui sopra. Se da una parte il gioco riesce ad essere estremamente intuitivo e familiare anche a chi mastica ben poco del genere, un’ulteriore nota, negativa non poco, grava malamente su questo titolo: lo store, ricco di equipaggiamenti e armi personalizzabili in migliaia di modi differenti, presenterà, purtroppo, anche boots e potenziamenti vari acquistabili con valuta reale, risultando essere qualcosa davvero difficile da digerire per chiunque desideri un’esperienza bilanciata in un titolo free to play.

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L’interfaccia di gioco risulterà essere estremamente pratica e familiare, senza invadere eccessivamente la visuale; una nota positiva dovevamo pur trovarla, no?

In definitiva Ghost in the Shell: First Assault – Stand Alone Complex Online è un titolo che può offrire diverse ore di divertimento a chiunque voglia cimentarsi in uno sparatutto poco impegnativo e gratuito, o immergersi in un’atmosfera cyberpunk che riprende le tinte e le ambientazioni di quella futuristica saga che ha accompagnato, e continua a farlo, intere generazioni di appassionati. Bisogna però ammettere che, ancora una volta, la licenza è stata gestita con palese pressapochismo, presentandoci un lavoro ricco di potenzialità mal sfruttate e che, in fin dei conti, non riesce a discostarsi affatto da tutti quegli FPS gratuiti che siamo abituati e, diciamocelo, anche stufi di vedere. La speranza che le voci dell’utenza possano essere ascoltate, però, è ancora viva: il gioco è in fase di beta e sarà rilasciato ufficialmente solo verso la prima metà del nuovo anno. Abbiamo modo di dire la nostra, dare feedback costruttivi e, chissà, forse anche essere presi in considerazione. Il gioco può essere migliorato, e il tempo a disposizione probabilmente consentirà di farlo. Tutto quello che possiamo fare è attendere un’effettiva e positiva svolta costruttiva da queste ultime fasi di test, altrimenti il dimenticatoio dovrà inesorabilmente accogliere una nuova vittima.

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