Nuova Gamescom, nuova versione di Sniper Ghost Warrior 3. Il progetto di CI Games di portare su un livello da vero Tripla A il gioco dedicato ai cecchini continua, avanza e come vedremo cambia sensibilmente. L’anno scorso lo giocai e lo analizzai per bene, comprendendo a pieno la direzione a cui si puntava, un vero sparatutto tattico, che definire hardcore non era affatto esagerato. In questa nuova versione si è visto bene che lo stato dei lavori è avanzato, molte componenti sono state finalizzate probabilmente allo stato conclusivo, come le vedremo nel gioco finale, ma molto è cambiato. La missione che ho visto giocare dagli espertissimi del dev team vedeva il protagonista Jonathan North impegnato in una inflitrazione decisamente stealth per il recupero delle cosiddette Intel (informazioni nemiche in guerra) in una stazione ferroviaria ormai diventata preda e base dell’esercito avversario. Ancora una volta si è insistito nella rilevanza del nome del titolo nelle proprie meccaniche: Sniper nell’analisi del territorio di battaglia, Ghost nell’infiltrazione all’interno, Warrior negli scontri ravvicinati e nella fuga. I ragazzi al pad erano ovviamente abilissimi e molto preparati per la dimostrazione e hanno portato a termine la missione senza problemi e con sequenze d’azione spettacolari, quasi cinematografiche.
Gli elementi di forza visti l’anno scorso ci sono ancora: l’ampia possibilità di scelta nell’affrontare la missione passa ancora per aree molto vaste, in cui infiltrarsi da diversi punti deboli, sempre se scovati tramite l’uso cruciale del drone da ricognizione, taggando nel frattempo tutti i nemici possibili, e passa anche dalle tante armi nell’arsenale a disposizione. Ad esempio nella fuga dopo il recupero dei documenti è stato necessario dapprima distrarre la maggior parte dei soldati piazzando del C4 e facendolo esplodere a distanza, e poi abbattere qualche malcapitato nel percorso di fuga con qualche mitragliata di AK47, senza stare con troppi pensieri. Già da questa missione avevo notato come, nonostante l’abilità di chi giocava, il livello di difficoltà fosse decisamente più abbordabile rispetto all’hands on del 2015. I nemici non sono più così ipersensibili ai passi nelle vicinanze, o ai colpi sparati, mentre durante la fuga, pur subendo una discreta quantità di danni lo schermo si è solamente coperto del tipico alone rosso, senza però mettere fine alla partita. Probabilmente si è perso un po’ dell’approccio stealth duro e puro che CI Games aveva in mente in precedenza, a favore di un’azione più spicciola.
Nella missione giocata da me (con la compagnia del collega Andrea Tardioli di VRGamer) molte di queste impressioni si sono confermate. La parte giocata però era iniziale nel gioco, quindi un obiettivo semplice, ma è stata utile per capire come si svolge interamente l’incedere, visto che l’anno scorso la difficoltà estrema (e il poco tempo) non avevano permesso di portare a termine la missione con successo, anzi, con i tanti tentativi effettuati sembrava che il ritmo di gioco fosse paradossalmente molto lento nell’analisi preliminare e invece molto rapido del terminare, una sorta di trial and error… concepito male. Stavolta invece, con una difficoltà ricalibrata verso il basso, il gameplay è più agile e soddisfacente. Partiamo da un hub della grande mappa (ricordiamo che Sniper Ghost Warrior 3 è un open world) per organizzare l’armamentario da portare, craftare qualche componente utile e spostarci poi con un rapido fast travel nei pressi della zona dove si trova il personaggio da eliminare, a capo di un commando che ha rapito dei civili, ovviamente da riportare a casa sani e salvi. Gli sviluppatori hanno agevolato anche questi passaggi, posizionando una maggiore quantità di hub e punti di fast travel in giro per il territorio della Georgia.
Una volta raggiunta la zona di interesse, una piccola chiesa distrutta, è tempo di utilizzare il drone fidato per analizzare l’area e taggare i nemici e i civili. Essendo un’operazione semplice non serve approcciare da un diverso punto rispetto a dove ci troviamo, e basta procedere con cautela eliminando le pattuglie con il fucile da cecchino che abbiamo. La regolazione del mirino è in parte cambiata: con l’indicatore della distanza e del vento regoliamo i parametri delle lenti e con cura il proiettile raggiunge la testa dei soldati mirati. L’attesa per scegliere il momento giusto è ancora di grande importanza, poiché studiando i percorsi si può scegliere quando la distanza dagli altri nemici è tale da non fargli udire i nostri spari. Con il campo libero procedo verso la chiesa e passo alla seconda fase, Ghost, a distanza minore stavolta a tutto favore dell’utilizzo della pistola piuttosto che delle uccisioni alle spalle tagliando gole o spezzando colli, e ripulisco l’area. Il loot dei nemici è sempre utile e cresce di importanza con i gradi: il capitano del commando conservava infatti informazioni utili alle prossime missioni e alla storia di gioco. È il momento di salvare la pelle ai malcapitati. Liberati dal compito di scavarsi la loro stessa fossa, basta eliminare gli ultimi nemici che si sono accorti della mia presenza per aprirmi un varco ed uscire dalla missione con successo. Il giudizio finale conferma le ipotesi, ovvero una difficoltà più bassa e un ritmo aumentato. Solo con il gioco completo sapremo se la nuova curva è stata eccessiva in un senso e nell’altro.
Il dev team ci spiega che per tutte le azioni effettuate si avrà una valutazione sempre riferita ai tre approcci di Sniper Ghost Warrior 3: con i punti esperienza ottenuti sbloccheremo dei perk attivi o passivi in uno skill tree degno di un gioco di ruolo, a tutto vantaggio della profondità. Sicuramente saranno utili nelle missioni più in avanti nel gioco, quando si faranno decisamente più lunghe e impegnative.
Sniper Ghost Warrior 3 si è presentato cambiato in questa Gamescom 2016, meno hardcore e più accessibile, ma sempre dotato di una grande profondità in tutte le sue componenti. Se la dovrà vedere con concorrenti agguerriti (Sniper Elite ambientato in Italia ad esempio), riuscirà a colpire nel segno?