Dire la propria sui titoli calcistici non è mai facile. Vuoi perché escono a cadenza annuale e vuoi perché ogni volta le modifiche sono minime e poco sostanziali. Soltanto gli occhi più attenti riescono a notare i cambiamenti apportati al prodotto, apparentemente uguale al capitolo precedente. Il 2016 per il calcio e per i videogiochi è un anno particolare. Sia perché ci sono le varie competizioni continentali, sia perché nei videogiochi stiamo assistendo a diversi cambiamenti significativi che sono qui per rimanere nel DNA dell’industria. Qualche giorno fa venivamo a conoscenza del cambio radicale di motore grafico da parte di EA nei confronti di tutta la sua line-up. Tutti con il Frostbite. Da Mass Effect Andromeda a Battlefield 1, passando per FIFA 17. L’ultimo capitolo dello sportivo firmato EA vede sparire dalla scena l’IGNITE, motore grafico sviluppato ad hoc qualche anno fa e attualmente messo da parte per far spazio alla potenza senza compromessi, targata Frostbite. L’engine è pronto per terreni ancora inesplorati quindi, dopo aver messo a dura prova gli sviluppatori di Dragon Age Inquisition per i porting sulle console di passata generazione. In sede di conferenza EA durante EA PLAY, FIFA 17 si è messo in mostra per un’aggiunta piuttosto interessante in fase di modalità carriera. La modalità The Journey presentata durante il media briefing è senza dubbio una delle novità sostanziali di questo capitolo del titolo calcistico più giocato.
Tuttavia, dopo un’introduzione sulla sopracitata modalità The Journey, abbiamo messo le mani sul prodotto. Nello specifico abbiamo giocato sia contro la cpu a livello “Campione” e contro un altro giocatore, nello specifico il nostro “Grayfox” che ho battuto per 2-0 in un PSG – Real Madrid, con doppietta di Zlatan Ibrahimovic. Bando alle ciance, parliamo di come si comporta FIFA in campo. Il Frostbite ha migliorato, a primo impatto, animazioni e resa grafica dei giocatori e soprattutto del campo di gioco. Un’aggiunta interessante che vi farà tornare indietro nel tempo è il cambio di rotta sui calci d’angolo e sulle punizioni, entrambi battibili con la telecamera posizionata dall’alto piuttosto che dietro il giocatore. Se però per le punizioni c’è la possibilità, con un tocco della levetta sinistra, di far tornare la camera classica, sui calci d’angolo dovrete accontentarvi di un mirino giallo situato dove il pallone potrebbe finire, cambiando radicalmente le strategie per chi difende.
Ciò che invece ci ha fatto una strana impressione è la fisica della rete che, al momento di gonfiarsi per un gol, rimane piuttosto passiva e statica, brutta da vedere. Non sappiamo se ciò sia causa dello stadio in questione o se si tratti di una scelta degli sviluppatori, o ancora di un problema legato all’engine grafico, però ci dispiace non vedere le reti gonfiarsi pienamente al momento di un goal sotto la traversa. Da quel punto di vista, conoscendo la cura per i dettagli durante le fasi di Motion Capture, ci saremmo aspettati una maggior cura per questo aspetto. Al contrario, l’engine si dimostra decisamente più reattivo sulla fisica di gioco, più attendibile durante scontri, contrasti, rimpalli, tiri e passaggi. Si può dunque dire che si è fatto un complessivo (e provvisorio) passo in avanti per l’intero comparto tecnico del prodotto. Tutto ciò è contornato da un’enorme bolla di incertezza, causata dalla consapevolezza che FIFA ha bisogno di essere giocato a lungo e in diverse modalità per farsi comprendere al meglio e soprattutto per assimilare e digerire completamente i cambiamenti sul gioco.
Nel complesso siamo rimasti piuttosto soddisfatti dalla prova del titolo, consapevoli di aver messo le mani sul codice che dovrebbe corrispondere con la classica demo che uscirà due settimane prima del lancio del titolo. It’s in the game!
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