Credo che tutti noi ci siamo, almeno una volta, emozionati davanti ad uno dei capolavori dell’industria cinematografica più famosa del pianeta, Walt Disney Company, senza mai, però, aver scavato a fondo nella sua storia e sull’ardua strada che un giovane di Chicago percorse per inseguire i propri sogni, realizzandoli e trasmettendoli al mondo intero. Stiamo parlando di Walt Disney: oggi vi riporteremo indietro nel tempo per farvi vivere, insieme a noi di VMAG, la nascita delle sue opere e le produzioni più all’avanguardia del XX° secolo che tanto ci hanno insegnato e trasmesso fin dalla nostra prima infanzia.
La vita e le prime esperienze da cinematografo
Walter Elias Disney nacque a Chicago il 5 Dicembre del 1901, ma la prima parte della sua vita si svolse nello stato del Missouri, dove frequentò la scuola e iniziò a lavorare con lo zio distribuendo giornali sul treno. Questo lavoro gli permise di viaggiare molto fino al 1917, quando si arruolò nell’esercito, precisamente nella divisione della Croce Rossa statunitense in Francia, fino al 1920. Il suo percorso cinematografico, grazie al quale tuttora è il cineasta, produttore, animatore e disegnatore più famoso e amato al mondo, comincia proprio negli anni ’20, quando con un suo coetaneo, Ubbe Ert Iwerks (Ub Iwerks), fonda la società Iwerks-Disney Commercial Artists e, grazie alla commissione della Kansas City Film and Company, inizia a stampare animazioni pubblicitarie per cinema locali. Nel suo biglietto da visita, da lui stesso disegnato, Disney si dipingeva come: «Walt Disney, Vignettista. Cartoni-Fumetto. Pubblicità di cartoni. Cartoni animati». Insoddisfatto di produrre semplici immagini su carta, Disney iniziò a produrre dei filmati con il titolo di Newman Laugh-O-Grams, della durata di un minuto, in cui esprimeva il suo dissenso nei confronti dei problemi locali e politici. Da questa iniziativa nacque la Laugh-O-Gram Films, che produceva cortometraggi ispirati a favole per bambini con la tecnica del live action; ultimo tra questi Alice’s Wonderland, che portò con sé, appena concluso, nel suo biglietto di sola andata per la California, dopo aver dichiarato il fallimento del suo studio nel 1923.
Walt Disney Studios e la nascita di Topolino
Walt Disney crea immediatamente una società , con il fratello Roy, chiamata Disney Brothers Studios, incentrata sulla produzione di animazioni che videro il loro successo con le Alice Comedies, in cui Dawn O’Day e Margie Gay vestivano i panni di Alice, e con Oswald the Lucky Rabbit (Oswald il coniglio fortunato), che diede vita all’icona per eccellenza di tutta la storia Disney. Volete sapere di chi stiamo parlando? Di Topolino, naturalmente. Sembra infatti che, durante un viaggio in treno, Walt Disney disegnò Oswald con orecchie arrotondate e una semplice coda dando vita a Mortimer Mouse, che la moglie Lillian, in seguito, battezzò come Mickey Mouse. Molti sostengono che il nuovo personaggio fosse l’alter ego dello stesso disegnatore.
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In seguito vennero creati anche i personaggi di Minnie e Gambadilegno. Come ogni altro, Mickey Mouse, che noi conosciamo con il nome di Topolino per l’appunto, era il nuovo protagonista di cortometraggi muti: fu proprio questo che portò Walt a dare una svolta a tutte le sue future pellicole. Ispirandosi infatti al primo film della Warner Bros in sonoro, adottò anche lui quest’autentica innovazione. Nel 1928 il pubblico vide per la prima volta Steamboat Willie, il primo corto Disney con componente sonora, e, inutile dirlo, riscontrò un enorme successo. Si da il caso che ancora oggi la famosa scena in cui Mickey Mouse fischietta spensierato fa da incipit ad ogni lungometraggio, dai più vecchi ai più recenti. Ad ogni modo, da quel momento in poi, tutti i corti della società vennero accompagnati dall’audio e Topolino fu doppiato dallo stesso Walt. Ben presto il successo di Walt Disney Company crebbe a dismisura, e il precursore decise di avviare una nuova produzione: Silly Symphonies, Sinfonie Allegre in Italia, di cui fanno parte anche I Tre Porcellini, del 1933. Questo inedito prodotto porterà  un’altra novità nell’industria cinematografica: verranno infatti introdotti, per la prima volta, i colori. Nel 1932 Walt Disney vinse il primo Oscar per il migliore cortometraggio a tema cartoni animati.
Una nuova era: i lungometraggi
A causa dei troppi affari, nel 1931 Walt Disney cadde in depressione, ma tornò sul tavolo di lavoro qualche anno dopo più motivato di prima con una nuova, e chiara, idea in mente: realizzare un lungometraggio. Nel 1934 si mise all’opera con il suo team e avviò una ricerca per studiare a fondo tecniche mai viste prima, quali la creazione realistica di esseri umani ed effetti speciali volti esclusivamente ai cartoni animati, e, con l’utilizzo di una cinepresa a piani multipli, realizzò il primo film con l’effetto della profondità , sulla cui base, poi, nacque il progetto di Biancaneve, che venne inizialmente definito dalla critica la “pazzia di Disney”. Come vedremo nel prossimo capitolo, che tratterà  appunto della fiaba di Biancaneve e i sette nani, Walt Disney dovette ipotecare la sua casa per la realizzazione del cartone, ma Biancaneve, terminato nel 1937, portò un incasso pari a 8 milioni di dollari (che equivalgono ai 98 milioni di oggi), con i quali egli diede vita ad un complesso di edifici per accogliere i Walt Disney Studios. Seguirono poi i film di Pinocchio, Fantasia, Dumbo, Cenerentola e così via. Conosciamo tutti la filmografia Disney, a grandi linee, e se così non fosse rimanete connessi su questa rubrica: sveleremo segreti e curiosità a proposito di ogni capolavoro.
L’impero Disney
All’inizio degli anni ’60, Walt Disney Company era ormai un impero. I film d’animazione continuavano ad essere prodotti nonostante durante la seconda guerra mondiale il signor Disney fu accusato di essere antisemita e simpatizzante nazista dopo aver denunciato alcuni suoi colleghi comunisti, ma fu tutto smentito dalla propria famiglia. In questi anni si assistette alla nascita del celebre mito di Mary Poppins, il cui successo fu senza eguali, con il connubio tra pellicola d’animazione e live action ritenuto da molti l’apice dello splendore cinematografico. Pochi anni prima fu inaugurato il primo parco a tema: Disneyland, il quale conteneva ogni tipo di attrazione per grandi e piccoli e continua ancora oggi ad attrarre persone da tutto il mondo. Ci avete mai fatto un salto? Walt Disney ricevette un quantitativo incredibile di premi nella sua carriera e detiene tuttora il primato di alcuni di essi: 59 candidature oscar, di cui 22 vinti per i suoi film, e 4 alla carriera, il che fa di lui il più premiato nella storia. Vinse inoltre un David di Donatello per il miglior film straniero, grazie a Lilli e il vagabondo. Il nostro protagonista si spense il 15 Dicembre 1966, a causa di un collasso dovuto ad un tumore al polmone sinistro. L’allora presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, salutò il celebre regista con queste parole: “Da oggi il mondo è più povero”. Oggi l’impresa multimiliardaria è custodita e condotta dalla figlia Diane, ha filiali in quasi ogni paese del mondo e si divide in diversi settori: dalla TV (in cui l’impronta Disney era presente dagli anni ’50) che oggi coinvolge undici reti televisive via cavo e una terrestre, ai negozi di giocattoli; possiede inoltre quattro complessi vacanzieri, undici parchi a tema, due parchi acquatici, trentadue hotel, otto studi cinematografici e sei etichette di dischi. Insomma, dire che sia un impero sembra quasi un eufemismo.
Siamo arrivati alla conclusione di questo capitolo della rubrica che, con la presentazione della storia d’amore più bella tra uomo e cinema, segna l’inizio di un lungo, speriamo, tragitto insieme, nel quale ripercorreremo insieme le opere d’arte disneyane che hanno segnato la storia. Il prossimo appuntamento è con Biancaneve e i Sette Nani, e, mentre attendiamo il prossimo episodio di Disney Diary, fateci sapere cosa ne pensate di quello che avete appena letto. Eravate a conoscenza di questa grande avventura che ha portato un semplice ragazzo dell’Illinois a sconvolgere la storia mondiale cinematografica con l’invenzione di un topolino? E, soprattutto, vogliamo sapere qual è stato il cartone che ha segnato la vostra infanzia, quello che vi ha fatto più commuovere, o quello che vi è rimasto impresso nel cuore, perciò non siate timidi e scrivetecelo qui sotto nei commenti. Per questa puntata è tutto; ci rivediamo presto con Disney Diary, sempre qui su VMAG.
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