Disney Diary: Fantasia #Capitolo 3

Bentornati a Disney Diary, la nostra rubrica dedicata alle opere Disney che, crescendo, ci hanno insegnato a sognare e che tutt’ora continuano ad arricchire la parte più nascosta, ormai, di noi. Precedentemente a questo capitolo, abbiamo trattato delle primissime produzioni delle Walt Disney Industries, Biancaneve e Pinocchio, e della vita dello stesso Walt. Quest’oggi, è il turno del terzo capolavoro in ordine di distribuzione: Fantasia, nel quale andremo a scoprire i retroscena di questo tanto discusso quanto amato lungometraggio.

Addio Razionalità 

Fantasia non passerà mai di moda per il semplice fatto che
rappresenta un volo in una dimensione aldilà del tempo.
In questa nuova dimensione, qualunque essa sia, niente
sente il tempo che passa, niente diventa obsoleto…
e nessuno invecchia.

Walt Disney

Partiamo da questo “aforisma” dell’autore. Fantasia rappresenta realmente un volo in una dimensione aldilà del tempo, un luogo dove non esiste lo scorrere delle lancette e dove niente e nessuno invecchia. Dal primo momento in cui si posa lo sguardo su questa pellicola si viene catapultati in una realtà in cui inevitabilmente bisogna abbandonare la parte più razionale di sé stessi. La medesima volontà di Walt Disney era quella di creare un prodotto completamente differente dai precedenti lungometraggi; il progetto era infatti quello di trasmettere, comunicare e interagire con lo spettatore attraverso i soli elementi di immagini e musiche. Pertanto Fantasia è proprio questo: il connubio di scene animate accompagnate dalle musiche classiche di alcuni degli autori più famosi di tutti i tempi, privo di dialoghi.

Gli Albori

L’idea di creare un’opera come quella di Fantasia arrivò a Walt attraverso un incontro del tutto inaspettato. Mentre si trovava da solo in un ristorante, infatti, s’imbatté nel famoso compositore Leopold Stokowski, direttore dell’orchestra di Filadelfia, e lo invitò a sedersi con lui. In quel lasso di tempo i due idearono una composizione visiva da cui prese vita, poi, il film di cui stiamo parlando. Sembra addirittura che ascoltando Bach, uno tra i musicisti citati nelle sequenze della pellicola, Walt Disney immaginava di veder uscire dai suoni immagini arancioni, Stokowski replicava, invece, con il color viola. Tra le altre curiosità, sappiamo inoltre che Disney offrì 5.000$ a Igor Stravinskij per usare la celebre musica di “La sagra della primavera” in una delle scene, intimando che, in caso di rifiuto, avrebbe ugualmente utilizzato la composizione. Stravinkisj accettò quindi il contratto.

8 Sequenze Musicali

Fantasia è il primo film d’animazione Disney ad usare il Fantasound, uno strumento di riproduzione del suono che permise di proiettarlo in stereofonia, tecnica che prevede l’utilizzo di specifici diffusori acustici posizionati nell’ambiente con regole ben precise, volti alla riproduzione di specifici suoni. Questo indiscusso capolavoro, considerato inizialmente “pazzia Disney”, come fu per Biancaneve (vedremo dopo perché), è composto da otto sequenze musicali. Capiamo insieme quali sono e come sono strutturate:
  1. Toccata e fuga in Re minore, di Johann Sebastian Bach, basato su una produzione astratta e su giochi di luci e ombre;
  2. Lo schiaccianoci, di Pëtr Il’ic Cajkovskij, in cui viene rappresentato l’alternarsi delle stagioni, attraverso balli e movenze di fate, funghi, foglie, fiori e pesci. Per citarne alcune possiamo ricordare la “Danza della Fata Confetto” o il “Valzer dei fiori”;
  3. L’apprendista stregone, di  Paul Dukas, in cui vediamo un principiante Topolino cimentarsi in magie che non riesce a padroneggiare. La scena è basata sull’omonimo romanzo di Johann Wolfgang von Goethe;
  4. La sagra della primavera, di Igor Stravinskij, descrive la nascita della Terra, la sua formazione e le prime creature che la popolarono, come i dinosauri, fino alla loro estinzione. Stravinkij si pentì amaramente quando vide la propria colonna sonora accostata a disegni di creature antiche quali i dinosauri;
  5. Sinfonia n°6 Pastorale, di Ludwig Van Beethoven, ispirato principalmente alla mitologia greca, questo brano musicale è caratterizzato dalla presenza di centauri, cavalli alati, dei e altre figure mitologiche. Fu una delle sequenze che più scandalizzarono il pubblico dell’epoca, a causa degli elementi di “nudo” presenti in essa;
  6. Danza delle ore, di Amilcare Ponchielli, un episodio comico nel resto del carosello suddiviso in 4 parti in cui vediamo simpatici balletti di struzzi, ippopotami, elefanti e alligatori;
  7. Una notte sul Monte Calvo, di Modest Petrovic Musorgskij, il cui protagonista è Chernabog, cattivo Disney che personifica un demone che dall’alto del suo monte richiama a sé spiriti maligni e fantasmi;
  8. Ave Maria, di Franz Schubert, l’ultima successione musicale che vede le anime malvagie scomparire grazie al suono delle campane, succedute poi dal passaggio di monaci che illumina con le loro torce il sentiero che li conduce alla cattedrale.

Capolavoro o Azzardo?

Dagli elementi sopra descritti sarebbe difficile anche per noi, se vivessimo ora in quegli anni, accogliere positivamente un’opera del genere, che all’apparenza, effettivamente, potrebbe sembrare alquanto bizzarra. Difatti il lungometraggio, rivelato per la prima volta il 13 Novembre 1940 al Broadway Theatre di New York, non fu né apprezzato, né compreso; i disegni vennero reputati “stupidi”, e molti parlarono di “noia infinita” e “danno alla musica e all’arte dell’animazione”. D’altronde, il tipo di composizione non rispecchiava i canoni e i gusti dell’epoca, il pubblico non era pronto ad un’innovazione del genere; senza contare che le vecchie sale cinematografiche non erano attrezzate a tal punto da far fede ai suoni stereofonici, pertanto l’acustica si perdeva inevitabilmente. Tuttavia, Disney realizzò il progetto più ambizioso e innovativo di tutta la sua carriera, e infatti, con l’avanzare degli anni, Fantasia ricevette il giusto apprezzamento e i dovuti riconoscimenti: vinse due Oscar, entrambi alla carriera, sia per Walt Disney che per Leopold Stokowski.

Fantasia 2000

Fantasia continuò ad essere prodotto in diversi teatri del paese arrivando ad un incasso, nell’Aprile 1941, pari a 1,3 milioni di dollari, cifra nonostante tutto insufficiente a ripagare le spese di produzione. Nel 1942 la RKO, casa di produzione e distribuzione cinematografica, tagliò il film, nonostante Walt Disney fosse contrario, e lo ridistribuì a prezzi più modesti, conquistando però, naturalmente, una posizione ancor più inferiore. In Italia l’opera arrivò il 12 Aprile 1946, ancor prima di Pinocchio: a causa della seconda guerra mondiale i film non arrivarono in ordine cronologico rispetto alla loro reale data d’uscita. Il successo vero e proprio si ebbe nel 1969 e con le successive riedizioni, nelle quali venne resa giustizia soprattutto al sonoro. La produzione incassò fino a 25 milioni solo nel mercato interno. Più di mezzo secolo più tardi, arrivò nelle sale cinematografiche il sequel, o parlando in linguaggio videoludico già che ci siamo, un reboot dell’omonimo titolo: Fantasia 2000; un omaggio alla prima composizione Disney composta ugualmente da 8 brani classici, ma diversi dai precedenti e di differenti compositori. È, secondo il canone ufficiale, considerato il 38° classico Disney.

 

Anche oggi siamo arrivati alla conclusione. Non abbiamo paura di esporci se riteniamo che quest’ultimo classico, seppur fino ad ora siano stati pochi ad essere stati citati nei precedenti capitoli, sia il più interessante, curioso e spettacolare. Difatti, l’approfondita ricerca che viene da noi effettuata per per potervi raccontare nei minimi dettagli tutto ciò che fa parte di una produzione Disney, non è una novità soltanto per voi: molto spesso lo è anche per noi, e rimaniamo sempre più stupiti di quanto questo colosso cinematografico non muoia mai, anche con il passare degli anni, anche quando comprendiamo che le primissime realizzazioni sono lontane dalla nostra visione di “cinema” o “cartone” odierna. Speriamo come sempre di avervi sorpreso e incuriosito e di essere arrivati a risvegliare la parte di voi più celata; noi siamo orgogliosi di portare avanti il racconto di una storia d’amore con il cinema che non morrà mai, e che speriamo possa arrivare a tutti i grandi e i piccoli, perchè Disney non è soltanto divertimento, o spensieratezza.. bisogna scavare a fondo per scoprire cosa nasconde ogni singola immagine, ogni singolo personaggio, ogni singolo suono.. Vi aspettiamo al prossimo appuntamento con Dumbo, l’elefantino che ha sciolto i cuori di tutti noi: a presto!

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