Con Asteroids: Outpost, Atari continua a resuscitare i morti

Si potrebbe pensare che, quando si possiedono property iconiche, ci siano modi intelligenti per riproporle al pubblico di Atari. Del resto, è quello che Taito ha fatto per anni, con i vari remix di Space Invaders. E poi c’è Atari. L’ex-colosso del videogioco, di cui oggi rimane solo il nome, ultimamente sta cercando di reinventarsi con risultati piuttosto deludenti. Ed ecco quindi che il marchio di Asteroids viene applicato su un gioco che non ha nulla dello spirito dell’originale. Si chiama Asteroids: Outpost ed è una “coraggiosa reinterpretazione” del brand.

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Reinterpretazione è davvero una parola grossa, perché il gioco è diventato tutt’altra cosa: da un magnetico shooter spaziale è diventato un gioco di sopravvivenza sandbox. Trattenete l’entusiasmo, mi raccomando.

Lo scopo dei giocatori è lavorare come minatori, costruire e difendere una base, cercando di aumentare sempre di più le ricchezze in proprio possesso e, naturalmente, sopravvivere. Ma cosa c’entra Asteroids, vi chiederete a questo punto? Semplice: il gioco è ambientato su di un gigantesco asteroide. Tutto qui. Non c’è traccia della leggendaria astronavina, né tanto meno degli asteroidi in grafica vettoriale.

In realtà ci saranno delle fasi shooter, in quanto gli asteroidi rappresentano al tempo stesso un pericolo ma anche una fonte di risorse. Ha dichiarato il CEO di Atari, Fred Chesnais:

Stiamo tributando un omaggio all’originale Asteroids incorporando feature classiche, come sparare agli asteroidi, introducendo premesse e gameplay completamente nuovi. Asteroids: Outpost piacerà sia ai fan del classico Asteroids sia agli appassionati di giochi survival e MMO esplorativi.

Che si legge come: cerchiamo di fare i giochi che vanno di moda usando i brand del passato. Capisco la mossa commerciale, ma non mi piace l’idea che classici del videogioco vengano usati così, senza alcun ritegno.

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Questo ritorno di Asteroids è un po’ come Al Bano e Romina sul palco di Sanremo: assolutamente evitabile.