Si è conclusa da qualche giorno su PlayStation 4 ed è entrata nel vivo su Xbox One e PC: ovviamente parliamo della multiplayer beta di Call of Duty Black Ops III. L’ultima fatica di Treyarch Studios si è già mostrata più volte nel corso del 2015 e VMAG ha avuto l’occasione di provarlo con  un lungo hands-on alla fiera losangelina dell’E3. Non ci siamo fatti mancare proprio nulla e abbiamo ottenuto il codice sia sulla console di casa Sony sia sulla controparte di Microsoft, andando a vedere come si comporta.
Innanzitutto spiego brevemente il perchè di questo articolo che, agli occhi dei lettori più attenti, può sembrare una fotocopia dell’hands-on sul titolo già provato in occasione dell’E3. Non è cosi. Nella build provata a Los Angeles avevamo a disposizione quasi tutto l’arsenale sbloccato, nello specifico gli Specialisti erano liberamente selezionabili, mentre nella multiplayer beta bisogna salire di livello e sbloccarseli, come fossimo al cospetto del gioco completo. Ai vostri occhi le differenze sembreranno esigue, ma in realtà Call of Duty Black Ops III basa la stragrande maggioranza del suo gameplay sulla scelta iniziale del nostro Specialista, che ci fornirà una Ultimate (molto simile alle super viste in Destiny) da poter sfoderare in battaglia. Breve ripassino per i meno attenti: le Ultimate sono mosse speciali, offensive o di supporto, che si ricaricano nel tempo e hanno durata limitata. Ma quanto influiscono sull’andamento della partita? Influiscono molto, soprattutto se gestite a dovere, possono ribaltare la situazione in prossimità di bandiere da catturare o postazioni da difendere. E’ lecito aspettarsi infatti che questa beta sia servita a Treyarch per carpire il feedback più sottile dell’utenza, relativo al bilanciamento di un gioco che mette sul piatto quasi una decina di Specialisti con 2 Ultimate ciascuno che, qualora non siano bilanciate l’un l’altra nel gioco che arriverà sugli scaffali dei negozi, rovinerebbero l’intera esperienza di gioco, abbattendo un castello ben costruito e con delle buone idee. A proposito di castelli ben realizzati, le mappe mostrate in questa beta di Call of Duty Black Ops III risultano essere piuttosto piccole e con pochi spot per i vari cecchini o le armi a lungo raggio come i fucili d’assalto o le mitragliatrici leggere, ad appannaggio delle SMG che dominano le mappe e le partite in lungo e in largo.
Le mappe presenti nella beta sono quattro e sono discretamente variegate, tuttavia non vi tedierò con l’analisi delle mappe poichè per quello vi rimando all’hands-on risalente all’E3, qualora non lo abbiate letto. Le location in cui prendono vita gli scontri sono realizzate discretamente bene, sebbene in alcune modalità con rientro si soffra di uno “spawn-trap” piuttosto elevato, portando la squadra chiusa all’angolo di una bandiera morti continue per brevi periodi senza alcuna possibilità di controbattere, fino al successivo cambio delle zone di spawn. Questi spiacevoli eventi si susseguono e capitano di frequente in modalità come Dominio che presta al fianco a feroci critiche vista la velocità con cui si percorrono le mappe e la scelta di design di voler rendere il tutto frenetico all’ennesima potenza. Per chiudere questa parentesi dedicata agli aspetti un po’ più tecnici della beta e del suo gameplay: la frenesia ci piace e l’apprezziamo, il fatto di dover essere ucciso senza possibilità di rispondere al fuoco un po’ meno. Tuttavia siamo molto fiduciosi affinchè Treyarch, in questo trimestre scarso che ha davanti prima dell’uscita del gioco, sappia limare i problemi riscontrati nei lunghi giorni di test, grazie al feedback ricevuto.
Cambiando parzialmente area di interesse, le armi presenti nella beta dovrebbero essere pressochè la totalità di quelle presenti nel gioco completo eccetto una per tipologia che, fortunatamente, non è stata svelata. Tra le armi sbloccate è doveroso evidenziarne subito un paio che, ad una prima occhiata svettano su tutte per potenza di fuoco: Razorback per le smg e l’M8A7 per i fucili d’assalto, accompagnate da Kuda e ARK. Non mancano dunque le bocche da fuoco e molto probabilmente quelle sopracitate vi daranno un vantaggio discreto sui vostri avversari ignari nelle prime ore di gioco, salvo patch del day-one.
Il feeling con l’arsenale a nostra disposizione è dunque di buona fattura e ci rimanda spesso ai tempi Call of Duty Black Ops II, ricordato anche tramite il sistema di perk e scorestreak, trasformato dal “Pick-13” al “Pick-10”. Per formare il vostro equipaggiamento ideale avrete infatti 10 punti da piazzare a vostro piacimento, che vi costringeranno a rinunciare a qualcosa e vi faranno passare ore e ore alla ricerca del miglior setup possibile. Il tutto è condito dall’onnipresente Specialista con la sua Ultimate, che esula totalmente dal Pick 10.
L’ultima parte del mio articolo la dedico alla mobilità nelle mappe, parte dolente nelle ultime iterazioni di Activision. La strada intrapresa da Advanced Warfare è infatti stata accolta con grande entusiasmo agli inizi ed è sfociata in un lento spegnersi con il passare dei mesi, e probabilmente verrà ricordato senza infamia e senza lode, capace sì di innovare, ma non nella via migliore. Call of Duty Black Ops III si colloca nel mezzo: tra l’innovazione di Advanced Warfare e l’orizzontalità dell’esperienza passata. L’ultima fatica di Treyarch può cogliere la delusione data dall’opera dei ragazzi Sledgehammer e innalzare, come Treyarch ci ha abituati, un multiplayer divertente, frenetico e (speriamo) bilanciato. Non ci resta che attendere novembre come ci ha abituati Activision da qualche anno ad oggi.