Mentre The Legend of Zelda: Breath of the Wild fa incetta di premi come Gioco dell’Anno c’è qualcuno che non è per niente d’accordo: stiamo parlando di Yoko Taro, bizzarro game designer famoso sia per le sue apparizioni stravaganti sia per giochi apprezzati come NiER: Automata. Secondo Yoko Taro il vero Gioco dell’Anno è Animal Crossing: Pocket Camp, e durante un’intervista a Gamasutra il designer ha spiegato il suo rapporto con il gioco e la sua visione forse un pochino inquietante sui messaggi che trasmette.
“Ho giocato la versione Nintendo 3DS e avete presente quel procione che vi fa pagare un mutuo senza che voi abbiate dato il consenso? È stato un po’ come vedere la bancarotta di Lehman Brothers, dunque volevo vendicarmi nella versione mobile”
“E’ un peccato che le azioni possibili siano molto più limitate rispetto alla versione 3DS, ma ci sono alcuni elementi piuttosto oscuri. Prendiamo per esempio quello che mangiano i mostri (così Taro chiama i graziosi abitanti del campeggio). I conigli sembrano erbivori ma possiamo vederli anche grigliare e mangiare pesce. Inoltre, maiali e mucche adorano il barbecue, anche se non possiamo vedere cosa cucinano. Che succede in questo ecosistema? Quando finisce la roba da mangiare, ci si rivolge al cannibalismo? C’è tutta questa differenza tra l’intelligenza degli uccelli e dei pesci? Se si cammina su due zampe e si parla, vuol dire che siamo al sicuro dalla caccia? Il valore della nostra vita è determinato dalla nostra intelligenza? Ci sono così tanti temi interessanti nascosti in questo gioco”.
“Anche il sistema economico è particolare. Bisogna prevedere quello che vogliono e darlo a loro in modo da avere una bella ricompensa. È una metafora per dire qualcosa? Perché dobbiamo raccogliere cose che stanno proprio accanto ai mostri per farli felici, come degli schiavi? Penso che questo rappresenti le divisioni tra le persone nella società classista.
Non ho messo alcun mobile dentro al mio camper eccetto una tanica di cherosene. Ho iniziato questo gioco per vendicarmi di quel procione, Tanukichi, ma ora ho un obiettivo diverso. Mi godrò questo gioco finché non brucerò tutta quella foresta”.
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