Recensione Black Mirror

In questi anni stiamo vivendo il boom di reboot, remake e remastered. Sicuramente si tratta di un modo per far recuperare ai nuovi giocatori vecchie perle del passato e per sfruttare i ricavi in nuove IP. Black Mirror è un videogioco del 2003, uscito un anno dopo in Europa, che vede il suo reboot nel 2017. Noi ci siamo chiesti se un’opera non troppo vecchia avesse senso di essere riavviata, ovviamente i cambiamenti dovuti alla tecnologia si notano, ma bastano a giustificare il prezzo?

Black Mirror, da non confondere con la serie televisiva di Netflix, è un’avventura grafica in terza persona con telecamera fissa. Il videogioco inizia in medias res: veniamo catapultati nei panni di un uomo che fugge da un qualcosa e, dopo un sacrificio in gaelico antico, si dà fuoco. La scena si conclude così e i giocatori vengono intrigati da questo prologo per proseguire e scoprire di più. La storia prende atto nella Scozia del 1926, David Gordon, figlio di colui che si è suicidato, torna dall’India per ereditare la vecchia dimora di famiglia. Una volta accolto dal maggiordomo, personaggio molto stereotipato che riprende i canoni classici dei gialli, fa la conoscenza della nonna, Lady Margareth, e dell’avvocato Andrew. La villa dei Gordon viene chiamata con un nome gaelico, che in inglese può essere tradotto come Black Mirror, ma di cosa si tratta?

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I Gordon hanno qualcosa da nascondere.

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Il giovane David è giunto nella dimora per ereditarla, tuttavia i suoi piani son ben altri: cerca di scoprire la vera morte del padre, a lui sconosciuta. Il modo in cui avviene la narrazione presenta più sfaccettature. Principalmente scopriamo ciò che accade tramite le scene di intermezzo, ma è presente un diario personale e i pensieri che approfondiscono la psicologia del nostro eroe, e con gli oggetti in giro per l’ambiente, lettere, pezzi di giornale e pagine di libri, si scoprirà maggiormente sul segreto di Black Mirror. La famiglia Gordon è piena di misteri e intrighi e svelarli sarà un piacere per il giocatore. Grazie all’ottima atmosfera ricreata in gioco, è già intuibile che non bisogna fidarsi dei relativi e che hanno tutti qualcosa da nascondere.

La dimora Black Mirror è formata da molti e vari ambienti.

David prosegue di soppiatto le sue indagini nell’enorme villa e rimbalzerà continuamente da una stanza all’altra, il che non è un male dato che si tratta di un reboot, se non fosse che i caricamenti tra un’ambiente e l’altro distruggono il ritmo di gioco. L’utente muove il personaggio scomodamente, data la difficoltà della telecamera fissa, e cerca gli indizi, contrassegnati con un cerchio luminoso, per le varie stanze. Nei dialoghi a volte è presente una possibilità di scelta relativa, che non avrà nessun effetto ai fini della trama e le opzioni verranno comunque tutte selezionate. Per scoprire gli intrighi di Black Mirror, lo scopo sarà di risolvere puzzle che metteranno a dura prova il vostro ingegno, ma una volta compreso il meccanismo si supereranno facilmente. I vari enigmi non sono molti, ma risultano ben distribuiti nel corso della storyline e stimolano il giocatore nel risolverli: dovrete munirvi di carta e penna, come si faceva una volta. Nel titolo sono presenti dei quick time event fin troppo semplificati e per nulla allettanti: una soluzione di gameplay che cerca di dare un pizzico d’azione, ma che non risulta ben studiata.

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Black Mirror vi condurrà alla morte e alla follia.

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David Gordon è tormentato dai suo incubi, così la notte, molto più suggestiva, sarà la protagonista delle sue avventure. Nel suo cammino incontrerà personaggi affascinanti e il suo principale nemico sarà sé stesso. Black Mirror vi condurrà dritti alla morte e alla follia. Le tematiche affrontate saranno quelle dei demoni interiori, del tradimento e della crudeltà dell’uomo. L’atmosfera gotica horror, anche se mancano elementi di spavento, è l’ideale per mettere in scena una storia fatta di famiglie legate a vecchi ideali della società, misteri e segreti. I colpi di scena sono davvero tanti e l’intreccio della trama vi spingerà a finire il titolo tutto d’un fiato. Di certo gli enigmi risulteranno abbastanza semplici per un pubblico avvezzo alle avventure grafiche di un tempo, ma risultano appaganti.

I personaggi risultano affascinanti.

Black Mirror, purtroppo, non è esente da difetti. Senza dubbio, pur di seguire una buona storia con una sceneggiatura solida, si può sorvolare sui limiti tecnici come cali di frame, aliasing, tearing e freeze, tuttavia ci sono problemi ben più gravi. Nel corso della storia, in momenti cruciali, in cui non è possibile salvare, e nelle fasi finali, si è stati costretti a ricaricare i salvataggi più volte, a causa di bug che impedivano il corretto funzionamento. Speriamo che questi errori vengano risolti, ma sono errori cruciali che minano l’esperienza di gioco.

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Black Mirror presenta una storia funzionale, ma i difetti tecnici limitano l’esperienza.

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Lo stile artistico delle ambientazioni è ben ricercato e suggestivo, invece i modelli risultano mal realizzati e le animazioni sono legnose, soprattutto i movimenti delle labbra. In conclusione, possiamo sostenere che Black Mirror presenta una buona storia con una sceneggiatura funzionale e degli enigmi divertenti, ma comunque limitati. I difetti, come i bug o i caricamenti lunghi, sono eccessivi per non essere considerati. Un vero peccato, poiché quella che sarebbe potuta risultare una più che buona avventura grafica, si posiziona come sufficiente. Black Mirror sarebbe dovuto rimanere un ricordo bello per tutti coloro che hanno giocato la vecchia versione, ma stavolta si è fatto il passo più lungo della gamba.