Wolfenstein 2 The New Colossus: i compositori parlano della colonna sonora

La nota software house Bethesda ha oggi pubblicato un’esclusiva intervista a Mick Gordon e Martin Stig Anderson, compositori della colonna sonora di Wolfentein 2 The New Colossus. Vi riportiamo di seguito l’intera discussione.

Com’è stata la vostra collaborazione con la squadra di sviluppo di The New Colossus?
Mick Gordon: Ho trascorso una meravigliosa settimana dell’estate svedese nell’ufficio di MachineGames a Uppsala. Hanno stampato l’intero gioco e creato dei piccoli poster dei vari momenti, componendo sulla parete un gigantesco diagramma di flusso a nostro uso e consumo. Sembrava una scena di un poliziesco televisivo! Poi ho spedito la musica e i vari file di accompagnamento per sapere cosa ne pensassero e da lì abbiamo proseguito confrontandoci via via.

Martin Stig Anderson: Dato che il mio studio si trova a Copenhagen, la quale non dista troppo da Uppsala, ho avuto la possibilità di visitare gli uffici di MachineGames un paio di giorni al mese per tutta la produzione. La squadra audio ha gentilmente condiviso con me le registrazioni originali e delle tracce di prova, dandomi il permesso di usare i loro materiali nella colonna sonora. Questo ha consentito di serrare il rapporto tra musica e progetto sonoro.

Come si crea la musica per un videogioco dall’atmosfera totalmente assurda?
M.G.: Wolfenstein: The New Colossus copre una vasta gamma di emozioni. Nel gioco il mondo intero è devastato, triste e oppresso. Nonostante questo, i personaggi della resistenza sono gentili e solidali gli uni con gli altri. La musica doveva sostenere la loro “colossale” lotta contro la brutale forza nazista e mira a rappresentare tutto questo dall’oppressivo e devastante regime nazista alla disperata condizione in cui versa la resistenza.

M.S.A.: Ho scoperto che la chiave per dare peso e profondità all’atmosfera del gioco era lasciare che la musica accompagnasse i vari scenari epici. Per esempio, in un’area del gioco la musica ruota intorno alle enormi scintille che emergono da una struttura magnetica; in un’altra, la Manhattan piena di detriti dopo lo sgancio della bomba atomica, sui suoni prodotti dal metallo mentre viene lacerato e da urla distanti.

 

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