Recensione Tyranny: Bastard’s Wound

Dopo quasi un anno dal lancio di Tyranny, Obsidian Entertainment rilascia il suo secondo DLC: Bastard’s Wound. Analogamente ai DLC del suo predecessore Pillars of Eternity, Bastard’s Wound apre al giocatore una nuova area completamente esplorabile, ricca di quest e di interessanti PNG che, seguendo la solida meccanica del “prendere posizione” promossa dal gioco, ci porteranno nuovamente a scegliere e schierarci in favore di una fazione. Ma partiamo dalle basi. Il contenuto aggiuntivo inizierà nel momento in cui, seguendo le indicazioni presenti su una lettera che troveremo nel nostro inventario, ci recheremo allo Shattered Bastion. Da qui, subito posti dinanzi ad un combattimento del cui decreteremo le sorti scegliendo chi appoggiare, conosceremo i primi abitanti delle rovine e troveremo l’ingresso per una città sotterranea che scopriremo essere abitata da diversi gruppi di superstiti che hanno formato un delicato equilibrio per sopravvivere all’ombra dell’attento occhio di Kyros.

Bastard’s Wound ci introduce in quest’area come giudice e giustiziere, saremo noi a decidere chi uccidere e chi risparmiare, potremmo porre fine alla vita di questo insediamento nel nome della giustizia che siamo chiamati a far rispettare, così come potremmo entrare nelle vicende che lo animano, entrando in contatto con diverse realtà, con nuovi personaggi ed avventure che coinvolgeranno sia noi che i nostri compagni di viaggio. Tra le varie missioni a cui prenderemo parte difatti, ve ne saranno alcune dedicate interamente a Barik, Verse e Lantry. Tali missioni ci permetteranno di rafforzare il nostro legame con questi personaggi e di comprendere meglio la loro storia: Barik verrà posto dinanzi alla possibilità di liberarsi dalla sua prigione-armatura, Verse scoprirà chi ha assassinato le sue sorelle, mentre Lantry potrà trovare un altro importante esponente della sua gilda.

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Bastard’s Wound  sembra voler essere una carta sicura, volta a prendere l’aspetto più coinvolgente ed encomiabile del titolo: la narrazione, e riproporla su un luogo e personaggi differenti.

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Come ci si può ben aspettare da un’opera della Obsidian Entertainment, la narrazione di questo DLC è sublime, curata e ben scritta, al livello del prodotto che è chiamata ad ampliare, la presenza di elementi volti a rafforzare il nostro legame con i nostri compagni, rende il filo narrativo ancora più accattivante ed avvincente, ciò che però viene completamente a mancare è un innovazione nel gameplay. Infatti questo contenuto non aggiunge nulla al già ricco mondo di Tyranny, non vi sono elementi che segnano il gioco rendendolo ancora più completo, Bastard’s Wound sembra voler essere una carta sicura, volta a prendere l’aspetto più coinvolgente ed encomiabile del titolo: la narrazione e riproporla su un luogo e personaggi differenti.

 

Determinati personaggi del nostro gruppo avranno rilevanza in alcune interazioni

In conclusione, bisogna riconoscere il valore di Bastard’s Wound, che non solo riesce ad integrarsi nella complessa ambientazione di Tyranny, ma lo fa introducendo interessanti spunti narrativi. Questo DLC supporta ma non rischia, rientra perfettamente nello schema del gioco base, a tal punto da sembrare più il contenuto di una patch che un’avventura a pagamento. Essendo chiaramente nato per supportare la già forte narrazione del titolo, bisogna ammettere che riesce egregiamente nel suo intento grazie a riferimenti al mondo di gioco, estranei alla semplice area del DLC, con le quest dedicate a Barik, Verse e Lantry. Questo contenuto è consigliato a chiunque abbia apprezzato l’oscuro ed affascinante mondo di Tyranny e che tutt’ora voglia calcarne le terre in cerca di nuove avventure, ma bisogna tener presente che tutto ciò che ha da offrire è qualche ora in più, senza alcun elemento fuori dagli schemi.

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