Recensione PES 2018

PES 2018, l’ultimo arrivato della saga calcistica nata nel lontano 1995, torna quest’anno con il nuovo capitolo. Dopo aver provato le due demo, online e non, finalmente è arrivato il momento di mettere le mani sulla versione definitiva. Trattandosi di un gioco di simulazione, le migliorie che possono essere inserite sono sempre limitate e per portare qualcosa di innovativo bisogna impegnarsi davvero tanto. La serie, negli ultimi capitoli, aveva un po’ perso interesse, a vantaggio della concorrenza targata EA Sports: in questa stagione 2017-2018 sarà riuscita a sorprenderci? Presentare nella schermata iniziale Neymar con la maglia blaugrana (che potete vedere nella copertina dell’articolo) sicuramente non è il miglior modo per iniziare, ma, per fortuna, Konami ha le licenze anche per il club parigino, limitando enormemente i danni. Continuate a leggere la recensione per scoprire tutto il resto.

https://www.youtube.com/watch?v=y0FCfnmlEwI&t=65s

Le competizioni presenti sono basate su quelle reali: oltre ai Campionati nazionali, è possibile giocare anche la Champions League, l’Europa League e la AFC Champions League (la più importante manifestazione asiatica). Per quel che riguarda le squadre europee sappiamo più o meno tutto: Premier League e Championship inglesi, Ligue 1 e Ligue 2 francesi, Serie A e B, Eredivisie olandese, Primera e Segunda Division spagnole, Primeira Liga portoghese. Purtroppo club conosciuti, come Borussia Dortmund e Schalke 04, a causa della mancanza della Bundesliga, sono inseriti nel gruppo “Altre (Europa)”, assieme a team che nei tornei del vecchio continente, in genere, non sono fra i principali protagonisti. Parlando del Sudamerica, invece, è possibile scegliere fra campionato brasiliano, argentino e cileno. Come già anticipato prima, sono utilizzabili anche le compagini cinesi e australiane, conosciute però più che altro per i campioni messi sotto contratto a peso d’oro che per l’effettivo interesse che suscita a livello sportivo. È chiaro l’intento di Konami: realizzare un titolo che possa interessare più continenti possibili, anche se manca clamorosamente la MLS americana, che negli ultimi anni si è assicurata molti calciatori, seppur quasi tutti sulla via del tramonto o che si sono ritirati.

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Per quel che riguarda Campionato Master e Diventa un Mito non c’è nulla di realmente nuovo, mentre un po’ più di interesse lo ha il MyClub, con un’ulteriore evoluzione degli agenti.

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PES 2018 si divide in varie modalità, ma la più interessante è la co-op, già provata nella beta di settembre. Si tratta dei 3 contro 3, in cui è possibile farsi aiutare dal computer nella gestione della partita: a fine gara vengono assegnati bonus e viene premiato chi ha fatto meglio contando complessivamente tiri, passaggi, contrasti e tanti altri fattori. Questo da una parte è molto stimolante, perché anche se si perde, ci si deve impegnare per non essere il peggiore del terzetto, ma, dall’altra, manca leggermente di spontaneità, perché ad ogni passaggio sbagliato vengono levati punti, dunque, da questo punto di vista, non converrebbe fare gioco di squadra: un assist di 50 metri non può essere catalogato come un errore così come un fallo tattico è da considerarsi positivo, se il pericolo per la propria porta è reale. C’è ovviamente una classifica finale, che tiene conto di quanto fatto nelle partite e che viene aggiornata dopo ogni match. I colori dei vari cursori spesso possono confondere, ma, una volta fatta l’abitudine, risulta tutto più semplice. Le altre modalità online sono molto diversificate: oltre al 3 contro 3 appena citato, ci sono le immancabili sfide contro altri utenti dove più si vince, più si fa un punteggio maggiore e più si scalano le classifiche. Almeno per ora, negli scontri in rete non sono stati riscontrati errori o bug tali da renderne complicato lo svolgimento. Per quel che riguarda Campionato Master e Diventa un Mito non c’è nulla di realmente nuovo, mentre un po’ più di interesse lo ha il MyClub, con un’ulteriore evoluzione degli agenti, che diventano sempre più specializzati. Attrae molto anche la PES League, sempre multiplayer, la cui finale si giocherà lo stesso giorno di quella della Champions League.

In PES 2018 è possibile far giocare PM Black White contro MD White: si tratta della finale della scorsa Champions League, che ha visto sfidarsi Juventus e Real Madrid a Cardiff.

Il punto debole di PES 2018, da anni a questa parte, è la mancanza delle licenze: non è possibile che le squadre che si sono sfidate in finale nella scorsa Champion’s League siano PM Black White e MD White, rispettivamente Juventus e Real Madrid. Gli altri grandi team sono i noti Merseyside Blue (Everton), East Midlands (Leicester), North East London (Tottenham), London FC (Chelsea), Man Red (Manchester United), Man Blue (Manchester City) e An White Red (Siviglia). Gli unici campionati che risultano completi sono la Ligue 1, Ligue 2 e la Serie A, ad eccezione dei bianconeri Campioni d’Italia: in compenso, Arsenal, Liverpool o Barcellona, tanto per dirne alcuni, si ritrovano in competizioni con compagini dai nomi improponibili. rendendo quasi comica la situazione. C’è da segnalare un assente tutt’altro che trascurabile: il Bayern Monaco dov’è? Sfortunatamente non è presente e i giocatori della squadra bavarese sono nella lista degli svincolati, che appunto accoglie tutti gli atleti senza contratto. Scordatevi dunque di poter usare, se non a livello di nazionali, Neuer, Robben, Muller, Ribery o Lewandowski: il discorso non vale, ovviamente, nelle modalità in cui sono possibili i trasferimenti. Dal punto di vista del gameplay non crea nessun problema, ma, per gli appassionati di calcio, è terrificante vedere società storiche senza un logo e con una maglia che non rispecchia minimamente la realtà. PES 2018 è stato comunque programmato in modo che ad andare avanti nei tornei siano i club più forti, come dimostrano le semifinali di Champions, che vedeva contro Juventus – Atletico Madrid e Tottenham – Real Madrid.

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Un problema molto evidente riguarda i movimenti dei portieri, non sempre credibili e a volte inopportuni.

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Un problema molto evidente riguarda i movimenti dei portieri, non sempre credibili e a volte inopportuni. Si vedono spesso sopraffatti da conclusioni da lontano o respinte ravvicinate su tentativi non irresistibili, che diventano tap-in per gli avversari. Per quel che riguarda la difficoltà Superstar, la più complicata fra quelle presenti, si rivelano tutt’altro che affidabili. Inconcepibili anche alcuni interventi quando la palla è a terra, come se fossero palloni quasi impossibili da prendere. Ulteriori dubbi sono rappresentati dai piedi deboli dei calciatori, fin troppo educati, almeno quando si parla di due mancini puri come Lionel Messi e Paulo Dybala: anche con il destro sono capaci di cross o tiri formidabili da fuori area. Discutibili sono poi le scelte del computer, se la squadra blaugrana, nel momento in cui bisogna recuperare il risultato, inserisce Rafinha o Aleix Vidal al posto della Pulce.

Nel complesso, PES 2018 è godibile e la modalità co-op online può dare nuovo interesse e ulteriori stimoli ad un videogioco che, purtroppo, negli ultimi anni sembrava essere rimasto indietro. Konami aveva puntato molto sul Barcellona ad inizio anno e, nonostante la vittoria in Champions League contro la Juventus di pochi giorni fa, a causa della partenza di Neymar e della sua mancata sostituzione, il club blaugrana ha perso un po’ di appeal, soprattutto se paragonato al Cristiano Ronaldo della concorrenza, che gioca nel team Campione d’Europa. Le voci di Fabio Caressa e Luca Marchegiani, telecronisti di Sky, sicuramente rendono il videogame piacevole, anche se alcune frasi posso risultare sconnesse o non in linea con quello che sta succedendo: è possibile sentirsi dire ad esempio che il Salisburgo è una squadra che notoriamente fa possesso palla o constatare che i conteggi dei gol nelle competizioni a volte sono leggermente imprecisi. È presente qualche errore di traduzione, visto che la “metà campo avversaria” viene riportata in italiano come “area avversaria”. Il titolo, nel suo insieme, racchiude elementi molto buoni ed altri che fanno storcere il naso, ma tutti gli aspetti positivi sicuramente superano di gran lunga quelli negativi. L’esperienza di gioco non è significativamente rovinata da tutto quel che non va, dunque la valutazione generale è favorevole, anche se le licenze mancanti sono la cosa più triste che ci può essere quando si parla di simulazioni sportive. Sono state inserite feature interessanti e al momento questo basta: se tutto ciò verrà ulteriormente migliorato fra 12 mesi, il voto sarà anche più alto.

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