Intrattenimento: qualità o quantità?

L’epoca in cui viviamo è consumista: acquistiamo beni compulsivamente. Non solo ci circondiamo di oggetti comuni che crediamo necessari per la sopravvivenza, che poi non useremo mai, ma lo facciamo anche con l’intrattenimento. Alert: questo articolo non è consigliato ai collezionisti. Credo che possedere ammassi di scatole di plastica solo per riempire gli spazi vuoti della nostra libreria sia uno spreco, ma finalmente abbiamo a disposizione archivi digitali in cui è possibile avere ciò che si vuole con un click e senza occupare spazio fisico. La catasta di roba che abbiamo già utilizzato la teniamo sopra quello scaffale, perché un giorno, non adesso, potremo prenderlo: non sarebbe meglio donarlo o venderlo per portare quell’esperienza ad un’altra persona e renderla felice?

Molti dei giochi che possediamo su Steam non li abbiamo mai aperti.

Ormai i videogiochi, o altre forme di intrattenimento, sono diventate delle lunghe liste da spuntare: chi ne ha di più allora è il migliore, ma è veramente così? Il periodo in cui viviamo è estremamente fruttuoso per quest’industria: i prodotti cinematografici e televisivi li troviamo facilmente in streaming con abbonamenti a basso costo e i videogiochi sono venduti in bundle a prezzi stracciati o tramite i saldi di Steam. Fra tutti questi titoli, quanti sono quelli che lasciamo a metà o, peggio ancora, non ci degniamo nemmeno di aprirli? Quando acquistiamo pacchetti che contengono più titoli lo facciamo magari solo per uno o alcuni di loro che ci interessano, ma gli altri finiscono nel dimenticatoio. Nel caso delle serie televisive, esistono applicazioni che ci consentono di segnare gli episodi che abbiamo visto, ciò è utile per ricordare dove eravamo rimasti, ma l’uso può diventare sbagliato. Questi programmi possono essere dannosi se si utilizzano i conteggi sul tempo passato a usufruire di quel tipo di intrattenimento e confrontarlo con gli amici: qual è il senso di fare a gara a chi ha visto o giocato più prodotti? Non sarebbe meglio avere poche opere, ma di buona fattura?

Acquistiamo i bundle solo per alcuni prodotti e gli altri rimangono accumulati negli abissi della nostra libreria.

Leggete, leggete tanto e conoscete i redattori. Informatevi, fate ricerche e pensateci due volte prima di compiere un acquisto. Non fatevi ingannare dai saldi, siate disposti a pagare di più pur di avere qualcosa che sia migliore. Prima di andare al cinema o aprire Steam per continuare con l’acquisto, date una sbirciata alle recensioni. Sicuramente i gusti delle persone che scrivono saranno diversi dai vostri, ma informatevi sul vostro giornalista preferito e capite se le sue preferenze si allineano con le vostre, in questo modo sarete più consci del vostro acquisto.

Possedere collezioni potrebbe non aver alcuna utilità.

Abbiamo davvero bisogno di tutti questi articoli d’intrattenimento di cui, anche inconsapevolmente, ci circondiamo? In un mondo perfetto, si acquisterebbe ciò di cui si farebbe un uso giusto, per poi regalarlo e fornire la gioia, che noi ne abbiamo ricavato, a qualcun altro. Siate aperti, liberi e disposti a non piantare i vostri sentimenti in un oggetto, poiché non è la scatola che conta, ma ciò che c’è dentro, è il contenuto di quell’opera che ci fa emozionare. Molte persone accumulano i beni in casa, circondandosi di cose inutili, ma la maggior parte di noi lo fa anche con i prodotti virtuali rendendo gli archivi disordinati o con molte opere inutilizzate. In futuro sarebbe piacevole osservare librerie di Steam con tutti i giochi completati (la storia, non i collezionabili) e scaffali più vuoti: trasformiamo il consumismo in altruismo e rendiamo qualcuno più felice.