BattleTech è un media franchise che ha origini più che trentennali. Nel 1984 nasce come gioco da tavolo war game, diventando poi gioco di ruolo cartaceo, gioco di carte e videogioco. A settembre del 2015 è stato lanciata una campagna crowdfunding su Kickstarter del primo videogame a turni della saga. E la risposta dei fan è stata estremamente positiva. Dei 250.000 richiesti ne sono arrivati un milione il primo giorno, quasi tre in totale. In un pomeriggio caldo della Gamescom di Colonia, abbiamo avuto la possibilità di testare il titolo di Harebrained Schemes nel booth di Paradox, accanto agli sviluppatori. BattleTech verrà rilasciato, su PC, ad inizio 2018.
Abbiamo potuto testare, in una ventina di minuti, una battaglia contro il computer, quattro tech contro quattro. A primo impatto il titolo risulta essere gradevole a livello grafico, con una visuale che, girando intorno alle proprie unità , può mostrare il terreno di battaglia più o meno nel dettaglio. Anche l’interfaccia è intuitiva e non ingombrante, con diverse scritte a schermo che però non danno mai un reale fastidio al giocatore. Il titolo è estremamente strategico, ma non risulta essere macchinoso o poco chiaro. Le squadre partono in due parti distinte e lontane della mappa. Il giocatore può vedere il punto di spawn dell’avversario, ma successivamente i movimenti dei nemici rimarranno celati (fino a quando, ovviamente, i mech si incroceranno sulla mappa). Il terreno disponibile durante la nostra prova rimandava agli ambienti di Marte, con la sua terra rossa e le sue dune. Alcuni edifici hanno poi la funzione di far nascondere i propri mech dall’avversario. I quattro mech a disposizione hanno delle diverse caratteristiche. Ci sarà quello più piccolo e agile molto forte nei combattimenti ravvicinati ma estremamente fragile, oppure il mech più lento che però fa dell’armatura il suo punto di forza.
Ma qual’è il cuore del gioco? BattleTech, come detto in precedenza, è uno strategico a turni. All’inizio della partita sarà indifferente scegliere quale mech muovere per primo, e il consiglio (datoci dagli stessi sviluppatori) è quello di partire provando a mandare il più in avanti possibile le nostre truppe. Quando però siamo arrivati a meta mappa ci è stato detto che era meglio non uscire troppo allo scoperto, e cercare di frenare la corsa, magari nascondendosi, per non diventare carne da macello. Appena due mech di due diverse fazioni si incrociano, inizia la vera e propria fase a turni. In questa parte ogni mech ha una sua “velocita”, che gli da una precedenza nei movimenti. In questa fase abbiamo potuto testare la profondità dei combattimenti creati da Harebrained Schemes. Ogni mech ha determinate armi che utilizza nella sua fase d’attacco. A seconda della distanza e dell’interferenza di determinati oggetti, ha delle possibilità di colpire determinate parti del nemico; stando più vicino, ovviamente, si faranno più danni. Il sistema di difesa ci è sembrato ben elaborato. La parte di dietro è la più sensibile, e a seconda di quale parte dell’armatura si attacca, sarà quella a subire determinati danni. Si può infatti scegliere una determinata zona da attaccare; ad esempio noi abbiamo infierito sulla gamba destra di un avversario, in modo tale da farlo rimanere a terra zoppicante, dopo aver combinato strategicamente la combinazione di due nostri mech.
Purtroppo non ci sono bastati i 20 minuti della prova per terminare la partita, che anzi era ancora lontana dal concludersi. Dopo questo test, BattleTech ci è sembrato un ottimo strategico, chiaro, senza troppi fronzoli, ma profondo. Il titolo è attualmente in fase beta, e sta ottenendo ottimi riscontri. Da qui all’anno prossimo c’è tempo per migliorare ancora un titolo che potrà diventare un punto di riferimento per il genere.