Recensione Deadcore

Ci troviamo in un periodo dove è difficile essere originali ed emergere nella vasta landa del settore videoludico. Il mercato sembra giunto ormai ad una saturazione, con prodotti troppo simili tra loro e saghe che si ripetono, non migliorandosi, a cadenza annuale. A mettere luce all’ombra dei giganti vi è un immenso panorama indie che si propone di innovare con idee originali e divertenti. Circondati inoltre dai ritorni del passato, ultimo tra tutti il tanto amato, da pubblico e critica, Crash Bandicootun titolo indie arriva e fa capolinea nella lista di quest’ultimi. Deadcore, opera di 5 Bit Games, team composto da ex membri di Neko Entertainment con all’attivo collaborazioni con Ubisoft ed Eidos, approda su PlayStation 4 e Xbox One a quasi tre anni dal suo rilascio su PC.

Uscito il 17 ottobre 2014, il titolo è invecchiato bene e sembra aver conservato tutto il divertimento che lo aveva contraddistinto al tempo del rilascio. Classificato come un gioco “borderline”, ovvero con una categoria non proprio ben definita, Deadcore si allontana da quella che è la classica definizione canonica di platform e di first person shooter, mescolando più generi all’interno delle sue meccaniche e facendone un punto di forza.

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Dopo la presentazione al 7 Days FPS, il titolo si è evoluto grazie al supporto della comunità di Desura.

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Presentato nel novembre del 2012, con il nome di Deadlock, al 7 Days FPS, si è evoluto grazie al supporto, anche economico, della comunità di Desura, piattaforma su cui la versione alpha venne ben presto resa disponibile, fino a giungere all’orecchio di un publisher di fama mondiale come Bandai Namco, che decise poi di prendere sotto la propria ala il lavoro dei giovani francesi e di darne il risalto che si è meritato.

Pronti a raggiungere la cima?

Risvegliati ai piedi di una torre, o qualsiasi cosa essa sia, composta da tunnel sospesi, strutture fluttuanti e piattaforme, ci troveremo immersi in un vortice, di quella che può essere definita una tempesta elettrica, e ciò ci impedirà di vedere l’orizzonte. Tramite semplici segnali che fungeranno da tutorial, inizierà la nostra scalata attraverso la costruzione fino al raggiungimento della cima, ma non pensate che il tutto sarà così semplice: la scalata, infatti, si rivelerà pregna di ostacoli di ogni tipologia che ci porteranno a dover analizzare bene l’ambiente e ad agire di conseguenza. Sia chiaro: tra i punti forti del titolo non spicca l’intreccio narrativo, seppur, in realtà, uno scopo preciso c’è, ma sta tutto nell’abilità e soprattutto nelle mani del giocatore scoprire quale segreto si nasconde sulla sommità della struttura.

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La scalata verso la cima non sarà lineare.

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La scalata, come vi abbiamo già detto, sarà piena di ostacoli ambientali e non, ma, soprattutto, non sarà lineare. Vi saranno più percorsi in cui ci imbatteremo e che potremo scegliere, anche se, come si può facilmente pensare, alcuni saranno più scomodi rispetto ad altri. Lungo questi ultimi saranno dislocati, per l’appunto, vari collezionabili che ci permetteranno di fare chiarezza sull’obiettivo dell’avventura e su cosa si cela così segretamente sulla sommità della costruzione.

Stavamo per ammazzarci ma c’era un collezionabile.

Deadcore è, per quanto basilare come meccaniche, impegnativo e caratterizzato dal classico sistema del “trial & error”. Ci troveremo, infatti, a ripetere più volte determinate sequenze di un percorso solo per capire come superarle e così arrivare al successivo checkpoint. Contrariamente a ciò che si pensava, gli elementi FPS presenti all’interno del gioco vengono implementati perfettamente e ci consentiranno di affrontare tutti i pericoli e passaggi presenti nella torre, come piattaforme da spostare, sentinelle pronte a gettarci giù ed interruttori da attivare. Come intuibile, lo scopo è quello di evitare a tutti i costi di cadere nel vuoto, con conseguente dipartita e respawn ai checkpoint. Questi, va detto, sono sparsi in buona quantità lungo i livelli, quindi l’effetto frustrazione viene limitato, anche se non del tutto.

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Le prime sequenze diventano così, un esercizio più che valido, per prendere le misure al gioco, ma ben presto ci si troverà di fronte al fatto che saper calibrare gli atterraggi non è che una delle tante dinamiche necessarie per poter proseguire nel gioco.

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I controlli, anche su joypad, sono ben elaborati e permettono al giocatore di prendere rapidamente dimestichezza con le meccaniche. Inizialmente verrà richiesta solo un po’ di precisione con i salti: nello specifico, si dovrà fare pratica con quello in volo che permetterà di coprire distanze più lunghe di quelle che consentirebbe una singola pressione del tasto. Le prime sequenze diventano così un esercizio più che valido per prendere le misure con il gioco, ma ben presto ci si troverà di fronte al fatto che saper calibrare gli atterraggi è solamente una delle tante dinamiche necessarie per poter proseguire nell’avventura. Nelle fase iniziali si entrerà in possesso di una pistola, che non creerà passaggi dimensionali alla Portal, bensì sarà in grado di attivare o disattivare determinati interruttori e di sbarazzarsi di robot che ostacoleranno i movimenti del giocatore. A tutto ciò si aggiunge lo scatto, utile negli spostamenti quanto il doppio salto. Risalendo la torre, diventerà importante sincronizzare i movimenti perché le piattaforme su cui salterà il giocatore diventeranno sempre più instabili e piene di imprevisti come torrette antiuomo, pale eoliche e fasci laser, pericoli che andranno aggirati velocemente. Il tempismo tipico dei platform e la coordinazione richiesta dagli shooter online di fatti sono le qualità old school senza le quali proseguire in Deadcore diventerà un’impresa ardua.

Deadcore si rivela come un ibrido riuscito nel migliore dei modi anche su console, e a 5 Bit Games va il merito di essere riuscito a combinare elementi platform ed FPS all’interno di un mondo tridimensionale ispirato ai puzzle ambientali. In conclusione, così come su PC, il gioco, a distanza di più di due anni, sembra non essere invecchiato neanche di un giorno, ma anzi più giovane che mai, pronto a far conoscere le sue meccaniche divertenti e frenetiche al pubblico su console.