Anche se l’E3 di questo anno non è stato paragonabile a quello dello scorso, in fatto di prodotti annunciati, o presenze, ha comunque sfornato nuovi titoli interessanti e che hanno creato non poco hype nel pubblico. Si può dire che una delle bombe più importanti è stata sicuramente la presentazione di Xbox One X, la risposta a PlayStation 4 Pro da parte di Microsoft. Una console contenente un sistema di raffreddamento a liquido ed in grado di far girare i giochi in 4K a 60fps fissi. Ma sorvolando su tale piattaforma, il cui prezzo è di 499€, proprio durante la conferenza dell’azienda americana, leader del settore informatico, è stata anche annunciata un ulteriore opera di casa BioWare, ovvero Anthem. Presentato il primo giorno dell’E3 2017, con solo un trailer di pochi secondi, durante la conferenza di Electronic Arts, si svela con tutte le potenzialità di un capolavoro. Perché diciamo questo? Scopritelo andando avanti con la nostra personale anteprima.
Durante la conferenza Microsoft è stato mostrato un video gameplay di circa 9 minuti, presentato poi attraverso la nuova Xbox One X per l’appunto. Ma andiamo a parlare prima di ciò che è la trama del nuovo titolo di BioWare. Anthem è un videogioco sparatutto d’azione in terza persona open world, dove i Freelancers sfidano i selvaggi al di là del muro, all’interno di un mondo vasto ed abitato da creature feroci e spietati predoni, ed ovviamente anche contornato da tecnologie avanzate e tesori nascosti. Gli utenti potranno giocatore sia in singleplayer che in cooperativa, ma soprattutto potranno equipaggiare le loro Javelin Exosuit avente differenti abilità ed armi uniche, non tralasciando il fatto che potranno essere personalizzate a proprio piacimento. Dopo aver parlato della storia, passiamo al basarci sull’unico trailer disponibile tutt’ora.
Partiamo all’inizio con una sequenza in prima persona: infatti è stato da poco confermato il fatto che all’interno dell’hub centrale Anthem sarà in prima persona, mentre al di fuori del muro, cioè nel mondo esterno, sarà possibile giocarlo in terza persona. Durante questa introduzione, la nostra protagonista, – la quale è di sesso femminile, ma pensiamo che si possa cambiare ad inizio gioco, ricordiamo sempre che è un titolo BioWare – parla con quello che sembra essere un suo compagno d’arme. Dopo un primo dialogo, in cui possiamo notare sia il comparto sonoro egregiamente integrato, ma anche l’eccezionale risoluzione grafica realizzata con il motore Frostbite (Star Wars Battlefront, Battlefield 1), il quale sembra essere al suo massimo esponenziale. Come neanche fosse, entriamo nell’armatura e ci prepariamo a lanciarci all’interno di questo vasto inesplorato.
Aspettato il nostro compagno, il quale fa il suo ingresso con un’entrata degna del più potenziato Iron Man di turno, ci lanciamo nel vuoto ed iniziamo subito a svolazzare con il jetpack a nostra disposizione. Nulla è lasciato al caso, molto simpatica ed azzeccata la caratteristica della corsa, nella quale è possibile vedere i razzi, situati subito dietro di noi, fungere da boost. A detta degli sviluppatori, il jetpack sarà controllabile dal giocatore stesso. Sia le zone montuose, che il fogliame, ma anche e soprattutto l’acqua, risultano essere a dir poco reali; merito forse anche del fatto che sia stato presentato su Xbox One X. Il sistema di shooting non cambia molto dai classici TPS, ma quando viene imbracciato il fucile in questione, esso presenta sotto il mirino tre caratteristiche, le quali pensiamo possano essere delle abilità uniche dell’arma.
Dopo aver affrontato alcuni nemici, ci imbattiamo in una strana tempesta e chiamiamo a raccolta altri due compagni. Non servono grandi qualità visive per notare che uno dei quattro combattenti non volava grazie al jetpack posto sulle spalle, ma riusciva a levitare grazie ad una qualche skill, che pensiamo faccia parte di un determinato rango di classe. In conclusione possiamo dire che Anthem si presenta come il Destiny biowariano (passando il termine), ma prende tutto il meglio del genere FPS, lo plasma alla terza persona e ad un sistema open world, così da creare il giusto connubio per poter far nascere un’opera unica.
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