Recensione The Town of Light

Il manicomio, tendenzialmente luogo dimenticato da Dio e molto spesso utilizzato per nascondere e dimenticare qualcuno o qualcosa, nel nostro caso diventa il protagonista di questo gioco pluripremiato che finalmente approda su PlayStation 4 e XBox One. Si avete intuito bene, stiamo parlando di The Town of Light, titolo italiano che ci aveva lasciati piacevolmente stupiti nella nostraย prima recensione, e che รจ ancora in grado di emozionarci. Quello che ci vuole raccontare LKA si svolge all’interno del manicomio di Volterra. Qualcuno di voi ha mai sentito la Legge Basaglia? Avete mai cercato informazioni inerenti a quello che realmente accadeva in questi luoghi? Giocando questo titolo non ne avrete bisogno. Renรจe, la protagonista, vi condurrร  con lei tra i tormenti della sua mente, indebolita da una serie di costrizioni corporali e mentali che vi spingeranno verso il limite della sopportazione tanto piรน lโ€™affezione verso di lei diventerร  forte. Ci troviamo davanti ad unโ€™avventura esplorativa, ad un vero e proprio punto di rottura: non solo si parla di pazzia e manicomi, ma ci troviamo noi stessi a vivere un’esperienza unica e brutalmente sconvolgente.

Il gioco si svolge nel presente, ma ci troveremo a ripercorrere il suo passato attraverso lโ€™esplorazione del manicomio ormai logorato dal tempo, poichรฉ le vicende risalgono agli anni โ€™30 del secolo scorso. The Town of Light vuole raccontare una storia vera, una realtร  cruda e fredda, la storia della nostra protagonista รจ terribile e tremendamente dura. Non solo avremo a che fare con le sue paranoie e le sue incongruenze mentali, ma anche con uno staff ospedaliero spesso non adatto al ruolo a loro assegnato, insabbiando anche le cose peggiori in modo tale da risultare sempre โ€œinnocentiโ€. In quanto donna, mi sono fatta facilmente trascinare dalle emozioni della nostra protagonista: tutto quello che deve affrontare lโ€™ho sentito parte di me e ho cercato di immaginare come si potesse sentire una ragazza di soli 16 anni a dover affrontare tutto ciรฒ. ย E fidatevi, non lo augurerei a nessuno.

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La realtร  si assottiglia ed io mi trovo senza pelle, ogni alito di vento รจ terribilmente doloroso.

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Renรจe sarร  quasi sempre consapevole del suo stato e della sua sorte, arriverete al finale che sarร  cosรฌ inaspettato da lasciarvi con una sensazione precisa: la netta percezione, cioรจ, che la vita della protagonista, cosรฌ come quella di molti altri spesso rinchiusi e dimenticati nei manicomi, siano state esistenze letteralmente gettate via. Infatti รจ di pochi giorni fa la notizia che un’uomo che รจ stato ingiustamente rinchiuso per 25 anni, non stiamo parlando di fantascienza.

Facciata ricostruita del manicomio di Volterra

In definitiva ci troviamo davanti a un titolo in prima persona, dove bisognerร  girovagare per il manicomio e lo spazio limitrofo esterno. Non saranno presenti enigmi logici nรฉ tantomeno un inventario: lโ€™interattivitร  sarร  ย garantita dall’utilizzo di alcuni oggetti che sbloccheranno i ricordi della protagonista, e ci faranno avanzare nella storia. Capire come muoversi รจ abbastanza semplice, visto che tutto quello che bisognerร  fare sarร  prestare attenzione alle parole della protagonista: le informazioni sulla prossima area da esplorare, cosรฌ, potranno essere estrapolate dalle riflessioni di Renรจe.

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Una storia che ti inviterร  a giocare ancora, per scoprirne tutti i segreti.

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Non c’รจ pericolo di rimanere bloccati:ย infatti sarร  possibile utilizzare alcuni suggerimenti, che diranno in maniera chiara (forse anche troppo) dove andare e cosa fare. Alcuni capitoli daranno modo, insieme ad alcuni sottocapitoli presenti, di vivere versioni differenti della storia. Si tratta di deviazioni dalla trama principale, che faranno in ogni caso arrivare il giocatore ai medesimi snodi narrativi, ma attraverso direzioni differenti. Si tratta di una trovata che, dopo aver finito il gioco una prima volta, vi porterร  a rigiocarlo, per cercare di capire alcuni particolari in piรน sulla sua vicenda.

Non credo che queste siano le sensazioni che dovrebbe vivere una 16enne

Dal punto di vista artistico, The Town of Light รจ un titolo che presenta interessanti soluzioni. La maggioranza delle cutscene sono realizzate in 2D e mantengono una potenza espressiva notevole grazie a disegni dal forte impatto. La cura scenografica del titolo รจ di alto livello: dopo aver smesso di giocare, non nascondo di essere tornata con la mente, piรน volte, su alcune sequenze particolarmente drammatiche, in cui sonoro e video non davano scampo alcuno.

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Ci troviamo davanti a un gioco che punta tutto sulla narrativa e sull’atmosfera.

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In ogni caso, quello su cui vogliamo soffermarci prima di passare al commento finale รจ il comparto audio. Appare molto positiva la scelta degli effetti audio, specialmente durante i nostri spostamenti all’interno della struttura. Dopo aver visto le diverse lingue a disposizione, mi sento di dire che รจ senza dubbio lโ€™italiano la lingua in cui andrebbe giocato The Town of Light.

Concludendo, non cambia molto il nostro giudizio di un’anno fa. Il viaggio va vissuto, va buttato giรน tutto di un sorso per permettere al giocatore di viverlo fino al midollo. Vi sentirete svuotati e arricchiti nello stesso momento, fino ad arrivare alla sensazione di fiato che si spezza a metร . Lo si ama, lo si deve amare in toto, nei suoi pregi e nei suoi difetti. In tutto. Renรจe ha bisogno di voi, come voi di lei, non fatela aspettare.

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