Bentornati nella rubrica, a cadenza mensile, 8mm. Prosegue inesorabilmente il nostro viaggio nei meandri dei film cult di un tempo. Oggi trattiamo un lungometraggio che non è stato visto ben visto dalla critica e dal pubblico, ma che ha influenzato le eroine del fumetto e ha lanciato la carriera dell’incantevole Jane Fonda, acclamandola in tutto il mondo come sex symbol. L’immaginario fantascientifico è da sempre stato uno dei temi prediletti da ogni artista, regista o creativo. Dalla corrente letteraria sci-fi new wave, sorta nei primi anni del 1960, Barbarella è stata fortemente influenzata. Il fumetto da cui è tratto il film, è parte di un periodo in cui la sessualità viene per le prima volte realizzata nell’ambito sci-fi.

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Barbarella.

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In questo episodio, parliamo di una pellicola fantascientifica che ha fatto la storia e su cui, ancora oggi, la critica è divisa. Nonostante sia stato stroncato, è diventato un film di culto dopo l’uscita della versione casalinga, influenzando varie generazioni. La produzione è De Laurentis, il regista Roger Vadim e la protagonista è interpretata da Jane Fonda. Barbarella è lungometraggio che ogni persona dovrebbe vedere almeno una volta nella vita e mette in scena un’opera geniale. Nel frattempo, correva l’anno 1968 e al cinema gli spettatori assistevano ad una moltitudine di blockbuster: La Notte dei Morti Viventi, il Pianeta delle Scimmie e 2001: Odissea nello Spazio, il capolavoro che ha generato un’influenza immensa per ogni opera che è arrivata poi.

Barbarella comincia con i titoli di testa più sublimi che abbia mai visto. Nella prima scena viene inquadrata un’astronauta che comincia a togliersi la tuta spaziale e appaiono fluttuanti i nomi dei creatori della pellicola. Una meravigliosa Jane Fonda dà inizio all’arco narrativo con uno strip tease cosmico e travolgente, il quale genera il mood che prenderà l’opera. Immediatamente, scopriamo che Barbarella è una viaggiatrice spazio-temporale e viene incaricata dal Primo Ministro per compiere una particolare missione. Lo scienziato folle Durand Durand, scomparso in circostanze misteriose, deve essere ritrovato dalla protagonista. Il dottore sta costruendo un raggio positronico, una potente arma che è in grado di distruggere il mondo intero.

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Una banale giustificazione serve solo per raccontare la storia che vivono i personaggi.

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L’incipit è coinvolgente: una banale giustificazione serve solo per raccontare la storia che vivono i personaggi, non la missione in sé. Barbarella è in grado di offrire un’intensa introspezione di ciò che avveniva nel mondo reale. La spacegirl è la rappresentazione dell’emancipazione femminile. Lei non ha paura di mostrare le sue nudità e di prestare il suo corpo. In aggiunta agli elementi erotici, attraverso delle pillole speciali, l’accoppiamento avviene poggiando i palmi delle mani l’uno sull’altro. Questi elementi hanno creato scandalo per l’epoca. La storia prosegue con la protagonista presente in delle scene dalla forte carica erotica.

Barbarella compie una serie di bizzarre avventure. Inizialmente, ha un’incidente su un pianeta e incontra Mark, interpretato da Ugo Tognazzi, il quale la aiuta a sopravvivere. Attraverso una serie di accadimenti strani, arriva in un’isola nella quale vivono, in un labirinto, coloro creduti cattivi. I buoni popolano la Città Nera, luogo di perversione e trasgressioni. La metropoli è realizzata sopra un mare che si ciba dei peccati che si consumano all’interno delle mura. Nel labirinto incontra Pygar, un magnifico angelo che non può più volare a causa della volontà. La sceneggiatura prende una piega comico ed erotica, i dialoghi possono sembrare banali, tuttavia sono ingegnosi per l’epoca. Per comprendere a pieno questo film, bisognerebbe calarsi nei panni di un pubblico che viveva gli anni ’60.

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I dialoghi sono irriverenti e geniali e il ritmo coinvolge lo spettatore.

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Barbarella è ancora alla ricerca di Durand Durand, che fine avrà fatto? Il ritmo e il voler scoprire cosa sia accaduto allo scienziato, sono in grado di coinvolgere lo spettatore. I dialoghi sono irriverenti e geniali, la sceneggiatura va avanti attraverso degli escamotage bizzarri e delle trovate veramente assurde. L’erotismo è uno degli elementi fondamentali della pellicola, è presente anche in momenti in cui non sembra possibile. Oltre ad una comicità contornata da una perenne allusione all’eros, vengono mostrate anche delle scene angoscianti, macabre e piene di metafore, che fanno riflettere attentamente il pubblico. Uno dei temi cardinali è l’amore, il quale viene affrontato in modo quasi ossessivo e stravagante. Lo spettatore si chiede il perché accadono certe cose all’interno della storia narrata, la soddisfazione personale umana è la chiave di tutto.

Gli effetti speciali non sono un granché, se paragonati agli stessi del mastodontico film di Kubrick. Tuttavia, l’opera rimane spettacolare da guardare: paesaggi dai colori sorprendenti, esplosioni di tutto rispetto e astronavi realizzate ottimamente. Alcuni effetti che lasciano un po’ a desiderare, sono gli schermi che dovrebbero mostrare il mondo: in realtà si nota subito l’elemento fittizio. I vari mondi creati sono ben distinti fra loro e alcune scene si presentano con delle tonalità di colore strabiliante. Le inquadrature strette nei primi piani e i piani sequenza sono sbalorditivi: quando Barbarella giace nel letto e viene ripresa dal basso, si ottiene un senso di magnificenza unico, complice anche il fatto dell’eccellente colonna sonora. Le musiche sono un fattore fondamentale all’interno di quest’opera: sono strabilianti, epiche nei momenti d’azione e fantastiche nelle parti erotiche.

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Barbarella rappresenta il volo conclusivo verso gli orizzonti della perfezione.

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Incontrerete la creatura pù bella del futuro. La protagonista è una delle icone femminili più interessanti e audaci mai mostrate su schermo. Jane Fonda, grazie alla recitazione esagerata e caricaturale, riesce a dare quel tono in più al film, che lo sopreleva a meraviglia. Il ritmo è incalzante e veramente veloce per il periodo: non ci si annoia mai e si rimane lì incollati, pronti a scoprire l’elemento sorpresa. Un trip finale di ansia, tensione e salvezza. Gli elementi fantascientifici vengono ricreati utilizzando gelatine, cuscini di plastica e navi spaziali rivestite da pellicce. Il lungometraggio rappresenta il volo conclusivo verso gli orizzonti della perfezione. Un cult da recuperare assolutamente, pregno di una moltitudine di fattori trattati e narrati con un certo spessore. Barbarella è un’opera d’arte erotica, assurda e grottesca.