[Cartoons On The Bay 2017] Tomonobu Itagaki e le opere cross-mediali

Nel corso del Cartoons On The Bay 2017, conferenza a cui stiamo tenendo parte, si è tenuto il panel con Tomonobu Itagaki, famoso game designer giapponese creatore di Ninja Gaiden, Dead or Alive, docente presso Vigamus Academy e Marco Accordi Rickards, direttore dell’Academy, è stato il moderatore dell’incontro. Durante la conferenza, ha parlato del legame inscindibile tra animazione e videogiochi, al Cartoons On The Bay si è trattato di animazione in televisione e Tomonobu Itagaki ha detto il suo punto di vista riguardo la cross-medialità, completamente opposto a quello dei videogiochi. Il game designer è diventato creatore perché gli piace giocare e si è interessato di storia e geopolitica poiché sono importanti per il processo creativo, si cerca di generare dei prodotti destinati ai cittadini del mondo e questo concetto riguarda qualsiasi opera d’intrattenimento. Quando si vuole rendere globale un prodotto si infonde, all’interno di esso, qualcosa che muova l’animo delle persone, indipendentemente dalla propria nazionalità. I suoi videogiochi hanno successo negli USA, non perché cerca quel target, ma poiché ha il mercato più grande e non vorrebbe che ci fosse questo equivoco. Bisogna cercare di inserire dei valori universali, come il comportamento dell’uomo e la morale, così vengono recepite dalle persone perché sono concetti appartenenti a tutti. Questi elementi gli sono stati donati dal suo maestro, il creatore di Capitan Harlock, Leiji Matsumoto. Le tematiche nelle opere di Leiji sono la guerra, l’amore e come un uomo deve condurre la propria vita: chi assorbe da queste opere viene fortemente influenzato. Entrambi i maestri hanno trattato, questi temi forti, in maniera scherzosa per  poi andare avanti, ciò ha aiutato Itagaki nel mondo del lavoro.

Tomonobu Itagaki ha detto la sua riguardante le opere cross-mediali.

Come le opere possono influenzare? Vuole creare prodotti che condizionino le persone, non cerca di costruire qualcosa di sterile che non doni nulla e lui ha preso molto da Leiji. Tomonobu è convinto che la cross-medialità, ormai necessaria nel mercato odierno, sia una cosa molto positiva. In Giappone, a differenza dell’Italia il settore per i bambini è carente: chi importa prodotti giapponese se ne rende conto e, mediamente, il livello dell’animazione giapponese si sta abbassando. Il creativo giapponese sostiene che un tempo nell’animazione lo stile cambiava, c’era un’enorme varietà, mentre oggi si imita uno stile di un’opera che ha successo e ciò accade anche nel mondo dei videogiochi. Chi produce deve influenzare mentre, adesso, si tende ad essere condizionati dai prodotti di successo e così non si sta più creando: oggi si guarda più il lato business che al lato creativo. Tomonobu auspica che gli italiani trovino una propria originalità, ne siano orgogliosi, si espandano e possano fare in modo che questo arrivi all’estero. Cercare di fare in modo di creare contenuti che abbiamo questo saper fare italiano, che piace. La cosa più importante è provare di fare esperienza in prima persona. Tomonobu Itagaki ha detto la sua per quanto riguarda le opere cross-mediali e l’importanza che hanno le influenze, bisogna essere condizionati dalle opere multimediali?

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