Tra i pochi titoli, purtroppo, presenti nell’esiguo catalogo di PlayStation Vita, senza alcun dubbio il prodotto che maggiormente ha scosso l’opinione degli utenti è stato Gravity Rush, sviluppato dal Team Siren e con al timone Keiichiro Toyama, noto designer nipponico. L’enorme successo della produzione fu inquadrabile in uno stile grafico unico, caratterizzato da colori vividi e accesi, una trama divertente e godibile ma al tempo stesso impreziosita da importanti tematiche, e, infine, un gameplay semplicemente unico nel suo genere, il quale basava tutte le proprie meccaniche su uno specifico concetto: la distorsione della gravità. Difatti la protagonista, di nome Kat, grazie a Dusty, un gattino dotato di enormi poteri, aveva la facoltà di spostarsi a piacimento sfruttando proprio la gravità, riuscendo a destreggiarsi in volo in ampi spazi e ad attaccare i nemici con dei potenti calci o con degli oggetti appositamente sollevati prima e scagliati con rara veemenza poi. Il grandioso apprezzamento per il gioco spinse Sony ad investire inizialmente su una remastered per PlayStation 4 del titolo, e a finanziare successivamente un prosieguo volto sia a fornire il giusto spazio in termini di pubblico ad un prodotto contraddistinto da una così elevata qualità, che a concludere le vicende di Kat, dando, così, una risposta a tutti i quesiti lasciati irrisolti dal primo capitolo. Siete curiosi di scoprire quale sarà stato il risultato finale? Continuate a leggere.
Per capire l’incipit di Gravity Rush 2 è assolutamente necessario godersi i due episodi animati appositamente prodotti dal colosso nipponico per lanciare il prodotto, ovvero Gravity Rush: Overture, il quale sarà diviso in due parti (la sezione A e B) e narrerà, brevemente, le vicende di Kat, Dusty, Raven e Syd dopo la conclusione del primo capitolo. Difatti i protagonisti, dopo essere stati risucchiati da un vortice gravitazionale, si risveglieranno misteriosamente presso la colonia mineraria del povero villaggio Banga, i cui abitanti cercano disperatamente di sopravvivere rivendendo i minerali preziosi raccolti durante le spedizioni e gli scavi per del cibo, unica preoccupazione e bisogno costante. Separata dalla fidata amica Raven e dal proprio gattino Dusty, fonte del proprio potere, la nostra Shifter dovrà aiutare la popolazione in cui è stranamente incappata e recuperare il suo fidato compagno di viaggio. Superata una fase iniziale non eccezionale, caratterizzata dall’assenza di qualsiasi magia, finalmente la protagonista giungerà nell’arcipelago volante chiamato Jirga Pala Laho, costituito da quattro macro isole: Lei Colmonsa, Lei Elgona, Lei Havina e Avarash au Governa, tutte profondamente differenti tanto per stile architettonico quanto per tipologia di abitanti presenti.
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La trama della produzione risulterà divertente e piuttosto avvincente per tutta la sua durata.
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Una volta giunti, quindi, su Jirga Pala Laho si dipanerà la trama della produzione, la quale risulterà divertente e piuttosto avvincente per tutta la sua durata, fornendo risposte, tra l’altro, non soltanto agli inediti quesiti proposti nella nuova storia, ma anche alle origini della bella protagonista, soddisfacendo totalmente il giocatore. Il tutto, poi, sarà arricchito da una quantità impressionante di missioni secondarie, la maggior parte delle quali contraddistinte da sottotrame convincenti e capaci di fornire spazio alla moltitudine di personaggi presenti nel microcosmo del titolo. Certo, alcune di esse, alla lunga, pur non essendo mai uguali, potrebbero stancare, ma spesso l’utente sarà portato a concluderle proprio per scoprire qualche informazione in più sui character e aiutare qualcuno di essi nei compiti e dilemmi che li affliggono. A tutto ciò, come per lo scorso capitolo, si aggiungerà tanto la possibilità di ascoltare le preziose informazioni degli abitanti delle città, i cui dettagli saranno assolutamente ininfluenti sullo sviluppo della trama, ma, anche in questo caso, utili per approfondire il background della metropoli e di chi la vive quotidianamente, quanto di completare delle sfide uniche, solitamente caratterizzate da incarichi da portare a termine in un tempo ristretto, che vi permetteranno di guadagnare preziosi materiali per i vostri potenziamenti.
Nonostante l’inconfondibile stile grafico, l’elemento che sin da subito vi farà capire di star a giocare a Gravity Rush è, senza alcun dubbio, il gameplay, rimasto si quasi lo stesso del primo capitolo ma perfezionato in ogni aspetto, risolvendo gran parte dei problemi presenti in passato. Infatti, come per lo scorso episodio, vi sarà la presenza della barra della vita e della gravità, la quale decrescerà costantemente ogni volta che usufruirete dei vostri poteri, salvo poi ripristinarsi entro pochi secondi dall’ultimo utilizzo. In aggiunta, però, questa volta troveremo anche la barra speciale, perfetta nel fornire sia agli oggetti lanciati un grado di perforazione maggiore, che, in caso sia piena, la possibilità al giocatore di lanciare l’attacco speciale (artiglio turbinante e buco nero), il quale permetterà di infliggere copiosi danni ai temibili Nevi, nemici caratteristici della produzione. Chiaramente, alla base dei vostri colpi migliori ritroverete tanto il calcio gravitazione, finalmente perfezionato tramite un sistema di mira che vi permetterà di inquadrare i vostri nemici e di fallire raramente, eliminando così i vecchi problemi del primo capitolo, quanto la stasi, eccezionalmente potenziata e capace, per la gioia degli appassionati, di rappresentare una degna alternativa ai vostri attacchi fisici. Difatti ora gli oggetti da scagliare contro gli antagonisti saranno presenti in quantità maggiore e nettamente più precisi nel neutralizzare i nuclei scoperti degli avversari.
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Il combat system di base risulterà nettamente migliorato, con la possibilità di eseguire combo e colpi unici.
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A completare il pacchetto delle abilità della protagonista, vi sarà un combat system di base nettamente migliorato, con la possibilità di eseguire combo e colpi unici, le schivate, ancora assolutamente, a nostro avviso, inutili nel difendervi dai nemici e la scivolata gravitazionale, anch’essa piuttosto scialba e incapace di simboleggiare un valido aiuto nell’affrontare i Nevi, utilizzabile, nemmeno tanto, soltanto per accaparrarsi qualche minerale sparso per la mappa. Sicuramente si sarebbe potuto fare qualcosa di più, non soltanto ridando nuova linfa alle abilità poc’anzi citate, ma anche proponendo qualche skill innovativa, che portasse un minimo di aria fresca negli attacchi eseguibili da Kat. Nonostante questa mancanza, un elemento completamento rinnovato è l’albero delle abilità, ora diviso in sei categorie: ovvero abilità di combattimento, calcio gravitazionale, campi di stasi, schivata, scivolata gravitazionale e attacchi speciali. Difatti, ottenendo i materiali sparsi sia nelle varie città che dirigendovi in specifici siti minerari, sarà possibile ottenere upgrade, i quali vi permetteranno, ad esempio, di eseguire più colpi fisici contemporaneamente, aumentare la durata degli attacchi speciali e incrementare il numero di oggetti lanciabili con la stasi.
Tutto ciò spingerà l’utente ad ispezionare ogni singolo anfratto della gigantesca mappa di gioco alla ricerca dei materiali utili al potenziamento della protagonista, conseguendo power up calibrati e ottenibili lentamente per tutto il corso dell’avventura. Altra aggiunta degna di nota all’interno della produzione sarà la possibilità di equipaggiare dei preziosi talismani, i quali potranno essere ottenuti sia completando le missioni secondarie che raccogliendoli nei siti minerari precedentemente citati. Essi potranno essere scovati di tre conformazioni differenti: a roccia, a luna e a forma di fiore, consentendo all’utente di scegliere strategicamente quali effetti passivi migliori preferisce, inquadrabili, ad esempio, in aumento della salute, consumo ridotto dei calci gravitazionali e incremento della distanza massima di lancio di un oggetto. Abbiamo apprezzato molto questa nuova feature, in quanto permette ai giocatori di personalizzare, seppur minimamente, le caratteristiche di Kat, fornendo quella leggera stratificazione che fa sempre piacere poter avere. L’introduzione più significativa, però, sarà la possibilità di usufruire dei vantaggi di due tipi di gravita: la gioviana, che aumenterà a dismisura la potenza degli attacchi a scapito della velocità, e quella lunare, che al contrario renderà la protagonista incredibilmente veloce ma con danni tremendamente più bassi.
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Per quanto riguarda il comparto tecnico, Gravity Rush 2 risulterà nettamente migliore del predecessore, caratterizzato da una qualità visiva davvero unica.
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Per quanto riguarda il comparto tecnico, Gravity Rush 2 risulterà nettamente migliore del predecessore, caratterizzato da una qualità visiva, contraddistinta da uno stile cartoonesco/fumettoso, davvero unica. Infatti anche le scene d’intermezzo, composte non da cutscene ma da tavole vere e proprie tipiche dei fumetti, renderanno la componente artistica della produzione inconfondibile. Gli ambienti di gioco risulteranno particolarmente curati e differenti l’uno dall’altro, riuscendo a creare, così, quattro isole completamente diverse, tanto per strutture architettoniche quanto per colori utilizzati. Con la potenza di PS4 infatti i developer sono stati in grado di spingersi oltre, aggiungendo effetti prima impossibili da implementare: difatti, ora, viaggiando ad alta quota sarà possibile imbattersi in una fitta nebbia, la quale aumenterà il realismo delle scene. Certo, tutto ciò, purtroppo, è andato leggermente a discapito della stabilità, con la presenza di cali di frame rate nelle fasi più concitate o nelle zone con una maggiore presenza di poligoni. Nulla di insormontabile, ma dispiace constatare qualche pecca sulla fluidità. Assoluta nota di merito, invece, va alle colonne sonore, numerose, uniche e in grado di far percepire al giocatore le più disparate sensazioni a seconda degli accadimenti. A testimonianza dell’eccezionale lavoro svolto da parte degli sviluppatori sul voler fornire ad ogni isola una propria identità, vi sarà una diversificazione anche nelle sinfonie udite in ogni luogo, rimarcando, così, ancor di più le differenze esistenti.
In conclusione, Gravity Rush 2 rappresenta tutto quello che i fan desideravano disperatamente per l’approdo del gioco sulla console principale di Sony. Difatti le pecche presenti nello scorso capitolo, legate sopratutto alla scarsa varietà e precisione degli attacchi, sono state tutte sistemate, con, tra l’altro, un netto aumento del potere distruttivo della stasi, la quale finalmente rappresenterà una valida alternativa al calcio gravitazionale. La trama risulterà longeva e godibile, la quale sarà arricchita da un numero smodato di missioni secondarie che forniranno utili informazioni sui personaggi meno utilizzati del titolo, arricchendo, così, il background. Purtroppo, però, alla lunga potrebbero risultare leggermente noiose, vanificando in parte il lavoro svolto. Anche sul lato poteri poteva essere fornito qualcosa di inedito, che variasse la solita formula di attacchi. Sicuramente l’introduzione dei due tipi di gravità e talismani aggiunge varietà e stratificazione al gameplay, ma, a nostro avviso, si sarebbe potuto fare qualcosa di più. Nonostante questo ci sentiamo assolutamente di consigliare a tutti la produzione, in quanto sarà capace di regalarvi spensieratezza e divertimento assicurato.