Di fronte alla proposta di una nuova tecnologia occorre sempre interrogarsi a fondo riguardo le sue eventuali prospettive di applicazione. In altre parole, è necessario chiedersi quali benefici essa potrebbe davvero arrecare alla nostra quotidianità e stabilire, in ultima analisi, se si è oggettivamente stuzzicati dall’idea di utilizzarla. Benché la nostra memoria selettiva tenda a prediligere il ricordo dei successi rispetto ai fallimenti, la storia moderna risulta d’altronde prodiga di casi in cui strumenti idealmente indispensabili si sono rivelati ben poco utili all’atto pratico: penso, ad esempio, al video-telefono o a quei sistemi di rilevamento vocale tanto intriganti se visti in un film di fantascienza quanto goffi una volta giunti nei nostri salotti.
Per quanto la tecnologia HoloLens possa apparire rivoluzionaria o suggerire scenari assai suggestivi, non è dunque inopportuno ipotizzare che, una volta superato il ragionevole “effetto wow”, l’utente medio si guardi allo specchio domandandosi quanto sia davvero interessato a beneficiare di questa opportunità. Siamo, ovvero, sicuri di voler gironzolare per casa con un visore in testa cercando un muro vuoto dove proiettare la partita? E quanto ci alletta effettivamente la prospettiva di trasformare il nostro soggiorno in un desktop, digitare nel vuoto improbabili combinazioni di tasti o interagire con un idraulico virtuale nel tentativo di sturare il lavandino?
Fossi chiamato a rispondere personalmente a questi interrogativi direi “pochissimo” e non soltanto perché nutro seri dubbi circa la reattività del feedback dei comandi ed altre sfumature pratiche annesse. Molte delle applicazioni suggerite dall’allucinato omino Microsoft incaricato di presentare la “scoperta” mi sembrano infatti rivolte ad una clientela ben più ristretta di quanto non vogliano farci credere: una platea di visionari architetti, cosmonauti in erba e improbabili scienziati domestici che muoiono dalla voglia di progettarsi un drone da cucina in soggiorno…
Quanto alla possibilità di trasformare il proprio bagno in uno scenario di Minecraft, mi chiedo inoltre quali generi videoludici potrebbero segnare un’evoluzione concreta grazie a questo supporto: prima di fornire una risposta che sembra molto più ovvia del previsto, vi invito però a rispolverare le premesse avanzate in questo campo dai pionieri del progetto Kinect. Premesse divenute fin troppo presto “promesse” mai mantenute. Detto ciò, l’unico settore di massa che mi pare destinato sin da subito a sfruttare a pieno tutte le potenzialità del gingillo rimane quello del porno. E non è certo un caso. Come dimostra l’esito dei confronti tra supporti video quali Betamax e VHS, HD-DVD e Blu-Ray, questo particolare medium è stato più volte l’ago della bilancia in grado di determinare il successo di una scommessa tecnologica.