VR Connects London: ecco il futuro della virtual reality

Settimana intensa, per la realtà virtuale. Si è svolto infatti in Inghilterra VR Connects London, uno dei primissimi eventi dedicati interamente alla virtual reality. L’evento era organizzato dallo stesso team di Pocket Gamer, e riuniva al suo interno oltre 500 delegati e oltre 60 speaker. A differenza di altri eventi, VR Connects London aveva un profilo più alto: tanto business e networking, quindi, a dimostrazione di quanto sia ormai rilevante il mercato della realtà virtuale.

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Siamo usciti da questo evento con la consapevolezza che la VR non è più una simpatica curiosità realizzata da un ragazzo in un sottoscala, ma un panorama completamente nuovo, ricco di opportunità imprenditoriali. Del resto, come era possibile capire anche guardando al numero di sviluppatori arrivati sul posto, il numero di produzioni in realtà virtuale ha ormai raggiunto una massa critica.

Per molto tempo, si è detto infatti che sviluppare in VR fosse rischioso, perché in effetti non esiste ancora un mercato. Eppure, stando a quanto abbiamo avuto modo di vedere, quel mercato sta finalmente prendendo forma. Attraverso le conferenze abbiamo appreso che gli sviluppatori e i publisher hanno in mente un piano ben preciso, una roadmap delineata che ha come ultimo scopo l’imposizione della realtà virtuale come esperienza gaming di punta. La VR sostituirà il gaming tradizionale? Non possiamo ancora dirlo, ma a giudicare da quanto abbiamo visto quanto meno vi si affiancherà in maniera paritetica.

Da quanto abbiamo avuto modo di vedere, anche gli sviluppatori stanno prendendo sempre più dimestichezza con la VR. I developer sembrano aver capito ormai che, per sviluppare in VR, bisogna pensare il prodotto per il medium immersivo. Sono lontani, quindi, i tempi di esperimenti davvero fallimentari (ricordo perfettamente di essermi sentito malissimo dopo aver provato Among the Sleep in VR alla gamescom, e difatti il supporto VR per quel gioco è stato giustamente cancellato). Gli sviluppatori hanno quindi molta più consapevolezza del mezzo, e devo dire che esperienze come Everest VR mi hanno lasciato sinceramente a bocca aperta. Molto attiva anche tutta la scena dei produttori di tecnologie collaterali per la VR: la tecnica di motion capture tramite iPad di Steampunk Digital sembra avere tutte le carte in regola per diventare un must per tutti gli indie che lavorano in VR.

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