Nel mondo dei cosplay: intervista a Leon Chiro al Gamerome

Come siamo a conoscenza è finalmente iniziato il Gamerome, prima edizione dell’evento a tema videoludico romano. Oltre al grande numero di celebri ospiti del calibro del  presidente della Razer, Robert Krakoff, e del compositore delle colonne sonore di Halo e Destiny, Marty O’Donnel, c’è stata la possibilità di avvicinarci anche a Leon Chiro. Quest’ultimo è un noto cosplayer professionista che, oltre a vincere numerosi titoli individuali nelle varie fiere, ha anche partecipato ad eventi di livello mondiale. Noi di VMAG abbiamo avuto l’occasione di intervistarlo, riuscendo così a strappare qualche informazione su un altro punto di vista della game industry, ovvero quello di chi, grazie al talento e alla passione, riesce letteralmente a dare vita ai nostri eroi dei videogiochi.

Ciao Leon, è un piacere averti qui. Sappiamo che sei un cosplayer professionista e per questo volevamo sapere come era andata la tua ultima esperienza a Shangai.

È stata un esperienza incredibile. Pensa che dall’altra parte del mondo tu puoi trovare usi e costumi totalmente diversi, però è fantastico vedere come il linguaggio del videogame sia un qualcosa di universale. In Cina, nonostante non si parli la stessa lingua, se si condivide la stessa passione per un titolo in particolare si può effettivamente comunicare. Sempre in Cina c’è veramente tanta concentrazione su Blizzard e in questo periodo in particolare per Overwatch. Sono stato ospite allo Shangai Comic Con ed è stata un’esperienza davvero pazzesca. Un’ambiente completamente diverso dal nostro che ti fa veramente apprezzare il traffico romano (ride).

Come sappiamo tu lavori per Square Enix. Cosa può dare effettivamente un cosplayer ad un’azienda come questa?

Partiamo dal presupposto che il primo giorno alla Paris Game Week, insieme a Square Enix è stato un po’ particolare. Essendo presente Tabata San che, appunto, è il cuore di tutto il progetto Crisis Core, Type-0 e adesso Final Fantasy XV, mi hanno messo in guardia sul rapporto del pubblico con Final Fantasy e Kingdom Hearts. Il cosplay tende a non essere apprezzato, anzi, viene quasi visto non come un insulto, ma come uno scarabocchio sulla bozza originale. È un discorso un po’ particolare, guarda: vedere Blizzard e Ubisoft che fanno uscire tutti i render ufficiali, cosi da fare una mossa di marketing al livello di cosplay, in modo che poi la persona possa fare il costume nella maniera più fedele possibile. C’è da aprire una piccola parentesi: il cosplay è una chiave molto importante e le aziende si fanno una grande pubblicità tramite i cosplayer poiché quest’ultimi sono dei veri e propri manifesti viventi. Nonostante questo sono rimasto profondamente colpito di quanto Square Enix è rimasta stupita del lavoro svolto con il team di Prompto e Noctis. E’ stato davvero un onore ricevere i loro complimenti, ma la cosa che più mi ha colpito è che già mi conoscevano tramite social.

Sarebbe interessante sapere cosa ne pensi dei cosplay nel mondo del gaming. Per te possono dare davvero un’aggiunta in più o sono solamente di contorno come pensa tanta gente?

Se visto dal livello del business è comunque sempre un contorno che fa piacere. Le aziende puntano molto sui cosplayer perché, passami il termine, sono un po’ pedine da marketing. E’ vero che c’è chi lo fa per hobby, chi per passione ma, in ogni caso, è una sorta di pubblicità. Il gaming è aiutato tantissimo dal cosplay, è importante che le aziende passino le informazioni per aiutare i cosplayer e fare i costumi. Per quanto riguarda invece il mio campo, ovvero a livello lavorativo, io trovo che il cosplay sia il passaggio più diretto, più fondamentale e più concreto della trasformazione del videogame in realtà. Io la vedo così. Per me tu, attraverso il cosplay, riesci a rendere reale quello che normalmente è virtuale.

Cosa pensi del Gamerome?

Noi qui con il GameRome stiamo scrivendo la storia. Noi stiamo rompendo le righe di ciò che erano i parametri di quelli che erano gli eventi normali che abbiamo in Italia. A Roma, che comunque è una città bellissima a livello storico, di clima e di persona, mancava questa fiera. Il GameRome è l’evento di cui tutti noi avevamo bisogno, è l’evento gaming che tutti noi abbiamo aspettato. Sinceramente a livello italiano, e permettetemi di dire anche a livello europeo, avere tutti questi ospiti per me è come un sogno che diventa realtà. Io non ho mai visto fino ad adesso nei miei viaggi tutti questi ospiti importanti insieme. L’intera fiera è un passo importante specialmente per VIGAMUS, perché sta facendo un lavoro davvero grande.

Dato che l’hai nominata ne parliamo allora. Tu che hai visto tanti posti differenti ed hai ricevuto influenze di crescita esterne grazie ai tuoi viaggi, essendo allo stesso tempo anche studente dell’Academy, cosa pensi in maniera oggettiva del VIGAMUS?

Per me il VIGAMUS, in particolar modo VIGAMUS Academy, è la risposta, è la giustizia di quello che ho sempre sognato fin da adolescente. Mi spiego: da ragazzo ho avuto dei problemi, per quanto riguarda i videogame, di bullismo. Sembra strano pensare che io sia stato bullizzato e invece si. Questa è una piccola storia che mi appartiene: tempo fa, quando ero alle medie e alle superiori, chi giocava ai videogiochi era uno sfigato. Se volevi farti valere perché eri un gamer, eri messo veramente da parte, eri visto come quella persona “oh ma giochi ancora con i Pokémon! “. VIGAMUS Academy è la prova che i sogni possono diventare realtà. Noi possiamo credere in un campo e farlo diventare professionale, farlo diventare accademico e studiare l’intero medium videoludico. Soprattutto non ho mai visto un’università contare nomi così grandi in questo business, è una cosa fantastica. Per me arrivare oggi andare dalle persone che mi prendevano in giro perché giocavo con i Pokémon e dirgli “Adesso a 25 anni non solo ci continuo a giocare, li studio anche e ci sto guadagnando.” I videogiochi sono la nostra realtà, è importantissimo tenere alta la nostra motivazione e continuare a credere nei proprio sogni. Adesso è bello vedere come il videogame è diventato mainstream. Ora è diventato il contrario, in questo momento sei fico se giochi, soprattutto le ragazze.

Che fai? Ce lo saluti VMAG?

Assolutamente si! Che il fomento sia con voi e che seguiate i vostri sogni con determinazione!