Quest’oggi è stata inaugurata la prima edizione del GameRome – La Città del videogioco, la più grande manifestazione romana a tema videoludico. Ad aprire la giornata ricca di eventi e attività vi è stato lo speech tenuto da Biblioteche di Roma, presieduto da diversi relatori i quali hanno introdotto numerosi temi interessanti, tra cui uno in particolare piuttosto curioso e ricco di possibili risvolti: la presenza dei videogame all’interno delle biblioteche.
In base a quanto espresso durante l’evento, l’idea alla base dei games custoditi all’interno di biblioteche è sostanzialmente una: il videogioco è medium culturale e, come tale, perfettamente adatto ad essere contenuto in esse. Immagino che molti di voi si staranno chiedendo: ma come è possibile adattare un medium interattivo come quello dei videogames a uno riflessivo come la lettura? Ebbene, alcune risposte in questo senso sono state fornite, e, secondo quanto riferito, le modalità per portare i titoli nelle biblioteche sono o di conservare delle collezioni osservabili nelle librerie, oppure organizzare eventi a tema in cui possa esserci affluenza e coinvolgimento del pubblico.
Di contro, però, portare semplici collezioni, per quanto storiche o rare che siano, senza opportune spiegazioni atte all’approfondimento necessario nei confronti di un pubblico totalmente, o quasi, all’oscuro del medium, potrebbe rivelarsi inutile, in quanto poco ferrato sull’argomento e di conseguenza incapace di apprezzarne il valore. Verso la chiusura del dibattito, si è arrivati al punto focale della discussione: perché, quindi, i videogiochi in biblioteca? Una delle risposte fornite è stata il fatto che, effettivamente, l’introduzione dei titoli nelle librerie potrebbe portare una nuova fascia d’utenza nelle stesse, incrementando il numero di usufruitori, e, ovviamente, adempiere all’importantissima missione delle biblioteche di valorizzazione dei beni culturali.
Ovviamente, hanno specificato gli ospiti, vi possono essere dei problemi tecnici come mancanza di risorse, competenze specifiche degli addetti ed organizzazione di spazi adibiti agli eventi. Nonostante questo, come riferito da Martina Marsano, una delle ospiti dell’evento, il gioco è importante nella vita delle persone, in quanto, citando Stuart Brown, esso può salvare la vita degli individui, perché tramite il gaming è possibile imparare a superare gli ostacoli, la frustrazione magari di fallire e, sopratutto, rivelarsi in grado di abituare i giocatori a questo. Infine la Marsano ha spiegato che i videogiocatori di tutto il mondo, contrariamente a quanto si pensa, sono composti dal 49% da ragazze e 51% da uomini, rivelando appunto che la differenza non è così elevata come invece si potrebbe pensare.
In conclusione, nell’ultima parte della manifestazione si è tenuta una breve sessione di domande e risposte in cui sono stati chiariti alcuni punti e fatte delle proposte dai presenti. Senza ombra di dubbio l’evento si è rivelato particolarmente stimolante e la possibilità che i videogiochi entrino a far parte attivamente delle librerie non è poi così lontana, anche calcolando la biblioteca Colline della Pace, la quale ha ospitato già dei videogiochi ed eventi in collaborazione con Fondazione VIGAMUS. Vi continueremo sicuramente ad aggiornare sui futuri sviluppi della vicenda.