Dynasty Warriors 7 Empires: la Recensione di VMAG

Nel nuovo Dynasty Warriors 7 Empires, secondo spin-off della famosa serie, Koei rimane fedele alla propria linea. Con tutta probabilità però, saranno solo i fan accaniti a non rimanere delusi dal nuovo titolo. Sostanzialmente, Empires si concretizza in un colossale “What-if” strategico in cui, invece di ripercorrere fedelmente il Romanzo dei Tre Regni (da cui il gioco è tratto) gli autori hanno scelto di proporre la Cina come un enorme campo di battaglia all’interno del quale pianificare le proprie mosse al fine di sconfiggere tutti gli avversari. La modalità di gioco principale, unica presente oltre alla completamente rinnovata modalità Edit, proietta infatti il giocatore nel tipico mondo di Dynasty Warriors. Nei panni del comandante ci si può muovere sull’estesissima mappa rappresentante la Cina dell’epoca, decidendo se attaccare questa o quella fazione adiacente. Ovviamente ogni turno di gioco, rappresentato da un mese di tempo virtuale, coinvolge anche gli eserciti avversari, i quali attuano le proprie mosse al fine di conquistare i territori contesi. È possibile stringere alleanze e combinare matrimoni a prescindere dalla fazione originale d’appartenenza. Da tradizione, il roster dei personaggi utilizzabili è impressionante, e in questo titolo è stato ulteriormente arricchito da un nuovo generale storico (Xu Shu del regno di Shu), portando il numero totale a 66 e aggiungendo una nuova arma, la spada da Tai-Chi. I guerrieri sono moto caratterizzati sia sul piano estetico che su quello d’attacco: ognuno di essi dispone di un set di mosse specifiche, in particolar modo di un’arma esclusiva e potenziabile nell’arco dell’intera avventura; viene ovviamente mantenuta la possibilità di equipaggiare un’arma per ciascuna mano, peculiarità già introdotta in Dynasty Warriors 7.

 

Il consiglio che si tiene prima di ogni battaglia mostra il campo e la disposizione delle fazioni opposte in assetto di guerra, ma nonostante questo, come in ogni altro capitolo della serie, è compito praticamente esclusivo del giocatore affrontare gli avversari e portare a casa la vittoria. Una volta scesi in campo però, non è difficile notare come i problemi che da sempre caratterizzano la serie firmata Koei non siano stati affatto risolti: il gameplay rimane decisamente povero, la curva d’apprendimento si avvicina in maniera preoccupante allo zero e il titolo rimane figlio di un pesante, si potrebbe osare addirittura sconsiderato “button smashing”, in cui la possibilità di combinazioni è limitata a tre: un attacco veloce, uno potente e quello speciale, il Musou. Sul piano tecnico si può sottolineare la varietà dei campi di battaglia nonché la loro vastità, ma l’impossibilità quasi totale di interagire con l’ambiente circostante contribuisce a rendere il titolo inadeguato e piuttosto scarno. Altro elemento negativo è il fatto che non sia stata inserita alcuna modalità multiplayer, cooperativa o competitiva che sia. In sostanza, premere a raffica tre pulsanti per l’intera durata dell’avventura rimane la più grande e noiosa eredità di Dynasty Warriors 7 Empires. Un piatto che può risultare veramente godibile solo per i fedelissimi.

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