Recensione Batman Arkham VR

PlayStation VR è finalmente nelle nostre case, e uno dei titoli più pubblicizzati è stato sicuramente Batman Arkham VR. Il motivo è piuttosto ovvio: il nome di Batman è già di suo un invitante incentivo, in più se aggiungiamo che Rocksteady è diventato uno degli studio simbolo di qualità le aspettative non potevano che essere alte. Il campo della realtà virtuale tuttavia è una novità anche per gli sviluppatori, vediamo quindi come se la sono cavata con questo primo esperimento. Indossiamo quindi armatura, gadget e cappuccio e immergiamoci in questa esperienza breve ma intensa.

La prima cosa che ci viene chiesta è la calibrazione del visore, infatti Batman Arkham VR può essere giocato sia in piedi che seduti, oltre a poter utilizzare due PlayStation Move o il pad tradizione. Vi consiglio fortemente di essere in piedi e con i PS Move (assicuratevi di avere abbastanza spazio intorno ovviamente), perché solo così il gioco riesce ad esprimere il suo pieno potenziale. La prima scena che viviamo è il flashback che ogni persona ormai conosce, ovvero l’omicidio di Thomas e Martha Wayne in un vicolo di Crime Alley. In oltre 75 anni di storia questo è rimasto sempre un punto fisso nella storia di Batman, e nonostante lo abbiamo visto infinite volte in fumetti, cartoni, film e videogiochi viverlo in prima persona dagli occhi del piccolo Bruce risulta comunque come la prima volta, specialmente quando l’assassino Joe Chill si avvicina alla nostra faccia e impotenti viene istintivo indietreggiare. La scena si sposta poi nella Villa Wayne, dove Alfred ci informa che Robin e Nightwing sono scomparsi e di raggiungerlo nella Bat-Caverna per ulteriori dettagli. In questa prima si prende dimestichezza con i comandi, e sullo schermo possiamo vedere le mani di Bruce che seguono fedelmente il movimenti effettuati con il PS Move. Per afferrare gli oggetti basta tenere premuto il grilletto posteriore dei Move, e così si può inizia a sperimentare aprendo cassetti, afferrando oggetti ed osservarli passandoseli da una mano all’altra, e il tutto avviene con estrema naturalezza e precisione nel riconoscere i comandi. Purtroppo non ci si può muovere liberamente (se avete spazio potete fare qualche passo, ma i confini sono ben delimitati sia nel gioco che anche fisicamente a causa dei cavi del PS VR), e per spostarsi basta puntare una direzione tra quelle segnalate e premere un tasto sul controller per teletrasportarsi immediatamente. Una soluzione che purtroppo mina il senso di immersione, ma che risolve anche il problema del motion sickness, che non ho praticamente mai avvertito per tutto la durata dell’esperienza.

Alfred ci consegna la chiave per raggiungere l'entrata segreta della Bat-Caverna
Alfred ci consegna la chiave per raggiungere l’entrata segreta della Bat-Caverna

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Vi consiglio fortemente di essere in piedi e con i PS Move (assicuratevi di avere abbastanza spazio intorno ovviamente), perché solo così il gioco riesce ad esprimere il suo pieno potenziale.

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Una volta entrati nella Bat-Caverna dovremo indossare il costume e i tre gadget che ci accompagneranno durante l’avventura: il rampino, utile per afferrare oggetti lontani o spostarsi usando gli appigli, lo scanner forense per analizzare l’ambiente in cerca di indizi e i batarang che possono essere lanciati in ogni direzione. Ogni gadget può essere preso o riposto sulla cintura avvicinando la mano al fianco destro, sinistro o al centro, e una volta calibrati inizia il gioco vero e proprio. Senza anticipare troppo della trama come già detto l’incipit è quello del Cavaliere Oscuro che dovrà indagare sulla scomparsa di Robin e Nightwing, e tutta l’esperienza si basa sull’investigazione. Non sono presenti combattimenti o scene troppo movimentate, e tutto quello che dovremo fare sarà indagare e risolvere diversi enigmi e puzzle sfruttando i gadget e le nostre doti intuitive. Nonostante le limitazioni dovute al dover essere fermi e con pochi gadget Rocksteady ha svolto un eccellente lavoro riuscendo a sfruttare i controller PS Move in diversi modi originali, e soprattutto ricreando in maniera fedele la sensazione di essere veramente nei panni di Batman. Ho provato diversi titoli in realtà virtuale, ma al momento potrei affermare senza dubbio che Batman Arkham VR è stato quello che mi ha stupito maggiormente, e se dovessi far provare a qualcuno un titolo per dimostrare le potenzialità del visore questo sarebbe sicuramente il gioco che sceglierei. Il merito è anche del notevole comparto grafico realizzato con Unreal Engine 4, e sia gli ambienti di gioco che i modelli dei personaggi sono realizzati con dovizia di particolari. Ho passato diverso tempo infatti semplicemente ammirando gli ambienti e interagendo con tutto quello che mi capitava, fino a “cazzeggiare” dissacrando ogni momento di tensione lanciando oggetti al povero Alfred o ballando davanti ad uno specchio.

Indossare la tuta è uno dei momenti più emozionanti per un fan di Batman
Indossare la tuta è uno dei momenti più emozionanti per un fan di Batman

Purtroppo l’avventura di Batman Arkham VR arriva alla sua (shockante) conclusione in pochissimo tempo. Procedendo abbastanza spediti e senza “perdere tempo” ad osservare ogni cosa si arriva ai titoli di coda in circa un’ora, motivo anche per cui il titolo viene venduto al prezzo budget di 20 euro. Una volta completato tuttavia si può rigiocare il tutto con 30 sfide dell’Enigmista nascoste per i livelli, e in questo caso si riesce veramente ad sfruttare al massimo il gioco poiché si viene “costretti” a analizzare ogni dettaglio e utilizzare spesso la logica per risolvere alcuni enigmi piuttosto impegnativi. Come ricompensa vengono sbloccati dei modelli tridimensionali in scala 1:1 di personaggi e veicoli che possiamo ammirare nella Bat-Caverna… e sì, c’è anche Harley Quinn, tranquilli.  Questo aggiunge circa un paio d’ore aggiuntive all’esperienza, anche se molto dipende dalle vostre capacità logiche e di osservazione. Altra nota dolente purtroppo è la mancata localizzazione del doppiaggio: il gioco ha le voci inglesi con sottotitoli in italiano, tuttavia vedere le scritte fluttuare in aria rovina l’immersione nel gioco. Considerato che i precedenti capitoli erano doppiati e che non sono presenti moltissimi dialoghi dispiace la scelta di Warner di non localizzare l’audio nella nostra lingua.

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Ho provato diversi titoli in realtà virtuale, ma al momento potrei affermare senza dubbio che Batman Arkham VR è stato quello che mi ha stupito maggiormente.

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In conclusione Batman Arkham VR è un’esperienza che, seppur breve, merita assolutamente di essere provata. Peccato che il tutto si concluda in poco tempo, ma chissà se in futuro Rocksteady non decida di ampliare l’avventura con qualche capitolo extra scaricabile a parte.

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