Un paio di anni fa assistevamo all’arrivo di Divinity: Original Sin, un RPG a sfondo fantasy che venne molto ben considerato dalla critica e che ancora oggi viene apprezzato. Adesso però, è tempo che il primo capitolo lasci spazio a Divinity: Original Sin 2 disponibile su Steam in early access al costo di 49.99€ e che noi abbiamo provato per circa 12 ore di gioco.
Dall’esperienza che ci ha lasciato questo secondo capitolo della serie, possiamo dire che la qualità si avvicina molto ai livelli dei grandi del genere, come, ad esempio, Dragon Age. Sebbene sia stato solo un assaggio di quello che sarà il gioco completo, Divinity: Original Sin 2 riesce a tenere incollato il giocatore davanti allo schermo per ore, grazie sia all’impostazione della storia di fondo sia all’efficacia del gameplay di cui però parleremo più avanti.
Il primo grande vanto del gioco è il comparto sonoro: le musiche infatti ci accompagnano sempre, dal menù iniziale del gioco ai momenti di caricamento, dai combattimenti frenetici alle tranquille sequenza di esplorazione. La lirica e gli strumenti musicali che compongono le canzoni richiamano i canti nordici (o scandinavi) che, in giochi del genere, non fanno altro che far immedesimare e far venire la pelle d’oca a chi le ascolta.
Rispetto al capitolo precedente, Divinity: Original Sin 2 presenta un miglioramento grafico impressionante: settando le impostazioni grafiche ad Alto o Ultra, avremo una qualità impressionante sia per quanto riguarda l’ambiente circostante sia per quanto riguarda le animazioni delle abilità . Quest’ultime in particolar modo sono state minuziosamente ridefinite così che siano ognuna diversa dall’altra ( ad esempio le animazione di un abilità di fuoco saranno diverse una dall’altra, senza mai ripetersi). Come si vede nella foto qui sopra, l’acqua e la natura circostante sono state rese in modo impeccabile, degno di un qualsiasi tripla A. Peccato per qualche glitch grafico che di tanto in tanto ci accompagna nella nostra avventura, come ad esempio vedere il nostro personaggio pelato nel caso in cui togliessimo l’elmo, ma a parte questo il gioco scorre in modo fluido in ogni situazione.
Senza lode e senza infamia invece l’editor del personaggio iniziale, che non presenta un numero elevato di possibilità per quanto riguarda aspetto fisico e razze che al momento sono quattro: Umano, Elfo, Nano e Salamandra. D’altro canto però, offre un’ampia scelta se parliamo delle classi da scegliere che spaziano dall’Assassino armato di doppia daga al Ranger munito di arco e frecce, dal classico Guerriero con spadone al Clerico con spada e scudo ( e altre ancora).
Il vero punto forte su cui ruota Divinity: Original Sin 2  è il sistema di combattimento: come i veterani del genere conosceranno, lo stile di combattimento presenta una sequenza di turni in cui ogni personaggio e nemico potranno utilizzare le proprie abilità , attacchi semplici o muoversi consumando AP (Adrenaline Point) che, una volta finiti, si ricaricheranno completamente il turno successivo. Il gioco così prende una piega estremamente strategica, in cui studiare il territorio circostante e la posizione dei nemici è la chiave delle vittoria: sfruttare pozze di olio per far scoppiare un incendio o approfittare di pozzanghere per elettrizzare i nostri nemici sono solo due degli esempi che si possono fare. Bisogna inoltre far attenzione a non colpire o coinvolgere i nostri compagni di avventura, visto che le abilità , soprattutto quelle ad area, possono ritorcersi contro di noi; più volte è capitato di dover ripetere un combattimento difficile più e più volte fino a raggiungere o capire la strategia perfetta per combattere i nostri nemici.
La storia invece sembra essere molto interessante. Evitando di fare spoiler, la trama di fondo è semplice: una volta naufragati su un isola che inibisce parte dei nostri poteri, dovremo trovare un modo di scappare e lasciarla. Questo è un riassunto molto approssimativo, ma gli intrighi e le vie che possiamo percorrere sono veramente infinite. Quasi tutto infatti dipende dalle nostre scelte e dal tipo di rapporto che vogliamo avere con chi ha bisogno di noi, decidendo di aiutarlo e, magari, reclutarlo o uccidendolo e/o insultandolo continuando a percorrere la nostra strada.
Come vedete dall’immagine sovrastante, tutti i dialoghi sono veicolati dalle scelte che il giocatore vuole dare, anche se spesso sono risposte che si ripetono più volte o risposte che si basano sulla razza del personaggio che si sta usando o dalle sue “abilità di comunicazione“: tra le varie scelte del nostro ramo delle abilità infatti ci saranno anche delle caratteristiche possono aiutare durante alcuni dialoghi. Si potrà quindi scegliere di rispondere in modo intimidatorio, cercando di ingannare l’interlocutore o addirittura provare a sedurlo o rassicurarlo. Le statistiche di base dei personaggi o le specialità su cui possono ripiegare sono completamente libere da qualsivoglia vincolo e, ogni volta che si sale di livello, il giocatore potrà sbizzarrirsi a creare il proprio alter ego nel modo che meglio preferisce.
L’inventario in cui saranno contenuti tutti gli oggetti che collezioneremo nel gioco è molto comodo e dà una visione generale di tutto ciò che è in nostro possesso, anche se, a quanto pare, non è presente una funzione per sistemare in modo ordinato gli item automaticamente.
Ultimo punto, ma non meno importante, riguarda le varie missioni che andremo a cercare per conto nostro o che ci verranno assegnate durante la nostra ricerca: ogni missione può contribuire ad agevolarci, ma non tutte possono finire nel modo in cui ci saremmo aspettati, finendo per uccidere il nostro stesso “datore di lavoro” o cambiare idea all’ultimo minuto. Tuttavia il modo in cui vengono segnati i vari obiettivi o luoghi da raggiungere sulla mappa di gioco non è ottimale e risulta scomodo consultarli, tant’è che molto spesso capita di decidere di andare all’esplorazione selvaggia senza seguire alcun indirizzamento. Oltre alla campagna principale è possibile anche giocare partite in co-op con i propri amici fino a un massimo di 4 giocatori che approfondiremo, si spera, in futuro.
Giunti alla conclusione di questa over view di quello che è Divinity: Original Sin 2 possiamo dunque affermare che il titolo è forse uno dei migliori RPG in cui un appassionato può imbattersi in questi ultimi mesi: gameplay stimolante, grafica pazzesca, sonoro da pelle d’oca e una buona dose di eventi inaspettati fanno sì che questo secondo capitolo possa veramente puntare alto e diventare un pezzo importante per la storia dei giochi di ruolo. Chissà che in futuro sarà possibile approfondire la questione con una recensione e andare a sviscerare per bene tutto ciò che riguarda Divinity: Original Sin 2.
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