Non è motivo di stupore scoprire che Steam recentemente ci è andato giù pesante con la mannaia della censura, oscurando alcune parti di prodotti erotici presenti sulla sua piattaforma. Ma un momento! Prima di addentrarci nel cuore della questione, prendiamo le dovute precauzione, che in ambito sessuale fa sempre bene: lo scritto, ovviamente, presenterà immagini e contenuti espliciti.
In occidente ci scandalizziamo, o gioiamo, quando BioWare si fa fautrice dello sdoganamento libero di contenuti sessuali, anche omosessuali. Al contempo, abbiamo quintali di prodotti giapponesi che non solo sfruttano un linguaggio esplicito, ma fanno dell’amore e dei rapporti carnali il fulcro dell’opera. E mica si fermano ai rapporti tra individui dello stesso sesso. Nossignore; in Giappone si è già arrivati a incestuose gatte umanoidi, appuntamenti con piccioni o con stampanti, alla faccia di tutte le polemiche sui rapporti sessuali in Mass Effect.Â
Andiamo ad analizzare un caso specifico: Nekopara Vol. 1, un gioco incentrato sul “relazionarsi amichevolmente con alcune ragazze gatto”.
Magia.
Non ci vuole di certo l’acume e lo spirito di osservazione del brillante Sherlock Holmes per notare come, nel bagno di Steam, deve evidentemente fare più caldo data la quantità maggiore di vapore presente sulla scena. Che poi le nudità delle ragazze, o gatte, siano state coperte è una semplice casualità . La cosa accade abbastanza di frequente, tant’è che gli stessi sviluppatori, in misura preventiva, adottano spesso questo tipo di autocensure fornendo ai giocatori occidentali la cosiddetta versione “all ages”, per tutte le età (si fa per dire), un prodotto riveduto e corretto al fine di uniformarsi agli standard legislativi, morali e etici della piattaforma o del prodotto di distribuzione.
Questo espediente è comune quando in Giappone si realizza la trasposizione su console di eroge o titoli con contenuti simili, il tutto a causa delle maggiori restrizioni presenti su questo tipo di mercato. In occidente, invece, bene o male ciò rappresenta la comune prassi, nonché modo per commercializzare gli eroge su piattaforme occidentali.
Ora che siamo divenuti bravi nel gioco di trovare le differenze, facciamo un altro round e tentiamo di scovare gli elementi che distinguono due istantanee.
Le differenza è sostanzialmente una: l’avvenente maga Triss Merigold (tra l’altro ritratta nel corso del 2011 anche su una copertina della versione polacca di Playboy) è libera di mostrare le proprie grazie su Steam, mentre le fanciulle del secondo prodotto, nella versione occidentale, subiscono l’impetuoso attacco del vapore censore. Niente razzismo però, tale scelta viene giustificata dai ragazzi di Steam con la semplice distinzione tra opere contenenti elementi sessualmente espliciti e opere incentrate solo su tale aspetto. In parole povere, le produzioni che vengono censurate sono quelle che presentano il sesso fine a se stesso e come motore principale di tutta la progressione, di gameplay e di narrativa. La spiegazione non è però piaciuta a molti fan di questi prodotti che sulle pagine di Steam si esprimono con commenti quali…
Mi sento un po’ imbrogliato… Non so. Credo che ho comprato un prodotto e, come consumatore, mi sarei aspettato l’esperienza completa.
Fortemente censurato, non sprecate il vostro tempo.
Perché le visual novel devono essere censurate?
Il che può essere anche comprensibile considerando come questi consumatori abbiano pagato per vedere delle tette e si sono ritrovati, nella maggior parte dei casi, un simulatore di una giornata di nebbia in quel di Milano.
Secondo Sekai Project, pubblisher del già menzionato Neko Para, questo tipo di compromessi sono essenziali per raggiungere un bacino di utenza maggiore e soddisfare una richiesta sempre più imponente, da parte dell’occidente, di prodotti simili. Il mercato console è inaccessibile sotto questo punto di vista e ciò non lascia altra alternativa agli sviluppatori di assecondare le richieste dello Steam o Apple di turno. Tanto poi a trovare una soluzione ci pensano gli stessi giocatori, applicando patch volte a riportare il prodotto alla versione originale o comprando gli eroge direttamente dal Giappone.
Non tutti  sono però disposti a seguire tutorial o sborsare ulteriori soldi per acquistare delle versioni complete di prodotti già in loro possesso, non tanto per una mera questione economica, bensì perché non ritengono così importante combattere la presenza della censura. Quando è stato interrogato sul tema, Sekai Project ha tenuto a precisare che questo tipo di prodotti sono spesso accompagnati da un elevato valore artistico nei disegni, di accompagnamenti sonori di musica e doppiaggio di alto livello e di un sincero impegno anche dal punto di vista della sceneggiatura.
Se questi due dati, messi insieme, potrebbero a prima vista farci sorridere pensando al classico lettore che dice di acquistare Playboy per leggersi gli articoli, in realtà presentano il fulcro del problema: l’ignoranza in merito a questo tipo di prodotti. Sicuramente gran parte dei detrattori degli eroge si sono limitati a soffermarsi alla visione di alcuni screenshot di diverse produzioni di questo tipo, ignorando come il parco titoli sia in realtà vastissimo e comprenda sia storie prive di contenuto il cui sesso è il fulcro della vicenda e sia veri e propri romanzi interattivi denotati da un impegno di produzione sincero.
Ma il sesso è un argomento facilmente attaccabile. Se noi gamer siamo riusciti ad unificarci sotto uno stendardo comune circa il tema della violenza nei videogiochi, ancora sui contenuti di questo tipo risultiamo in disaccordo e spesso il fruitore di questi prodotti viene etichettato come pervertito, alle volte persino come un individuo quasi deviato.  In vero, così come chi gioca a Call of Duty non risulta essere, nella maggior parte dei casi, un militarista pronto all’arruolamento o fruire di giochi di ruolo non implica credere nella magia e nell’esistenza di antiche razze, chi gioca a prodotti come Nekopara non è intenzionato a prendere gatte e… beh, non c’è bisogno di andare oltre, presumo. Qualunque tipo di esperienza videoludica è un modo a se stante per lasciar sfogare le proprie fantasie che, come tali, hanno valenza e un’applicazione pratica solo in un contesto fittizio e controllato.
Ah, e non se ne faccia una questione di sessismo, poiché come esistono prodotti di questo tipo con un target maschile, ne esistono tanti altri con quello opposto, il cui genere si chiama otome games e BL Game (Boy’s Love Game).
La vera differenza, alla fine, sta nel come ci si rapporta al prodotto, che mostri una testa mozzata o il sesso di un personaggio non ha importanza. Anzi, le due casistiche sono perfettamente uguali.
Ah… e per quanto concerne l’esempio fatto all’inizio sui giapponesi e il creare opere “all’avanguardia” in cui si conquistano stampanti…