Paolo Brosio non sarebbe contento di quest’ultimo add-on di Saints Row. Perché? Be’, perché la storia, già di per sé folle del gioco, ora si sposta all’Inferno. Un po’ di blasfemia, si sa, non guasta mai e, ancora una volta, in Saints Row non ce n’è davvero per nessuno. Gat out of Hell abbandona il protagonista dei precedenti episodi e ci mette nei panni di quel pazzo scriteriato, appunto, di Gat e della studiosa Kinzie Kensington. Togliamoci subito i sassolini della scarpa: questa espansione ha lo stesso estro e creatività del gioco principale e della sua precedente espansione? Sì… e no. Ma andiamo per ordine.
[su_animate type=”fadeInLeft” duration=”2″ delay=”0.5″]
[/su_animate]
Bisogna dire che la premessa narrativa è brillante: tutto parte dalla festa di compleanno di Kinzie, aggiungeteci una tavola ouija appartenente ad Aleister Crowley e si finisce con Il Protagonista che viene rapito da Satana e costretto a sposare sua figlia, l’affascinante Jezebel. Se cercavate l’irriverenza, la volgarità gratuita, ma anche i dialoghi brillanti di Saints Row, anche questa espansione non vi deluderà. Il vero problema? È che non sono integrati senza soluzione di continuità all’interno del gioco. Capiamoci bene, non è che Gat out of Hell non sia divertente. Tutt’altro. Il punto è che i momenti in cui è più divertente sono le cutscene. Un po’ deludente per un gioco che era conosciuto per generare la comicità tramite lo stesso gameplay. Sì, ci sono delle trovate interessanti in Gat out of Hell, ma non ci si allontana mai veramente dai territori già visti nel precedente DLC o nel gioco originale.
[su_animate type=”fadeInRight” duration=”2″ delay=”0.5″]
[/su_animate]
Il setting infernale permette comunque di avere un nuovissimo sistema di spostamento: ora, semplicemente, il vostro personaggio ha le ali e può volare. Le fasi di volo hanno dell’esaltante: avrete a disposizione infatti un numero limitato di volte in cui potete sbattere le ali, ottenendo così un aumento di velocità; il trucco è mantenersi sempre in volo e raggiungere velocità elevate. Aggiungiamo anche che ora siete in grado di invocare demoni e sparare raggi laser e avrete una buona idea della follia di questa espansione. Inoltre, le armi sono state tematizzate per l’occasione, ispirate ai Sette Peccati Capitali (che dovrete compiere, per ottenerle). L’arma dell’accidia, una poltrona con due mitragliatrici Gatling incorporate… be’, è il picco più alto toccato da questa espansione.
[su_animate type=”fadeInRight” duration=”2″ delay=”0.5″]
[/su_animate]
L’ambientazione infernale è uno spunto pazzesco per le gag, ma sembra che Volition si sia limitata, persino castigata. Sembra che manchi quella freschezza che caratterizzava i precedenti episodi, sostituita da un certo manierismo. Gli sviluppatori sembrano aver prediletto un’espansione che aggiunge sì nuovi elementi di gameplay, lesinando tuttavia sulla storia. Il punto è che nei precedenti episodi le gag erano realizzate tramite le missioni, oppure con degli eventi scriptati, che permettevano di combattere la naturale dispersione prerogativa degli open world. Tutto ciò, purtroppo, è andato perduto in Gat out of Hell, che preferisce puntare su distrazioni piuttosto che su missioni in grado di sostenere la storia. Il concetto è assimilabile ai giochi di Assassin’s Creed: dovete compiere un numero sufficiente di task in modo tale da sbloccare un certo livello di reputazione presso Satana, che quando avrete sconfitto un numero sufficiente dei suoi scagnozzi si sentirà comprensibilmente infastidito, sbloccando così la boss fight finale. Pensate, il difetto è talmente evidente che, rompendo la quarta parete, gli stessi personaggi del gioco ci scherzano su, ma sapere che ne siano consapevoli non fa che aumentare l’amarezza quando si pensa che non hanno fatto niente per arginare il problema.
[su_animate type=”fadeInLeft” duration=”2″ delay=”0.5″]
[/su_animate]
L’impianto della missione principale è davvero esiguo, a dirla tutta, e alla lunga sembra quasi di essere costretti a compiere un dovere. Un vero peccato per una serie che ha sempre fatto dell’originalità e della varietà il suo punto di forza. Ci sono dei momenti francamente brillanti, come la parte musical ma, purtroppo, è stata già spoilerata da un trailer focalizzato su di esso. Questo non sarebbe di per sé un problema, ma è un peccato che non sia stata ulteriormente approfondita e, anche questa, integrata all’interno del gameplay
Cosa rimane, dunque? Si tratta sicuramente di un pacchetto divertente, ma anche destinato a una vita molto breve, non caratterizzato peraltro da quella cura per la commedia e la narrazione degli episodi precedenti. Speriamo di archiviare questo calo di stile come un momento passeggero di stanchezza di Volition, che ora ha più che mai il dovere di creare un nuovo capitolo only cur-gen che alzi la posta in gioco.
Clicca sulla copertina per leggere