[E3 2016] Vampyr: l’anteprima di VMAG

In occasione dell’E3 appena trascorso, abbiamo avuto modo di visitare lo stand di Focus Home per una serie di presentazioni riguardanti quattro titoli da loro pubblicati di prossima uscita. Uno di questi è Vampyr, action-rpg in terza persona, ad opera dei francesi Dontnod Entertainment, già creatori di Remember Me e Life is Strange. Dimenticate, però, ogni possibile connessione con i precedenti videogiochi dello studio, perché il loro ultimo lavoro è qualcosa di nuovo e completamente diverso rispetto al passato. Vampyr, infatti, è ambientato a Londra all’inizio del ventesimo secolo, in quello che, dopo il grande fervore concesso dal boom economico successivo alla rivoluzione industriale, è un periodo funestato da una letale ondata di influenza spagnola. Con la città in ginocchio ed in preda alla disperazione ed al più totale disordine a farla da padrone sono i folli ed i disperati, ed è in questo clima che imperversano i vampiri, elusivi predatori nati nel limbo tra verità e leggenda. Il protagonista del gioco è Jonathan Reid, un medico anch’egli affetto dalla malattia (o se vogliamo, dalla maledizione) del vampirismo, che giunge a Londra con il dichiarato obiettivo di salvare più vite possibili e di indagare sui misteri della città, inclusi l’origine dell’influenza spagnola e del vampirismo stesso.


La Londra immaginata da Dontnod è cupa e decadente.
La Londra immaginata da Dontnod è cupa e decadente.

La demo mostrataci inizia in un vecchio cimitero con un breve filmato che mostra il funerale di una giovane donna, compianta da quella che sembra essere la madre. Successivamente alla conclusione del rito vediamo Jonathan avvicinarsi alla tomba della ragazza, con la quale sembra avere qualche legame. Dopo aver assunto il controllo diretto del personaggio veniamo avvicinati dalla signora, e questo ci da la possibilità di assistere alla prima caratteristica narrativa di Vampyr: le classiche scelte multiple. Al momento non è ancora ben chiaro se la storia presenterà bivi netti e scelte importanti, ma perlomeno le opzioni di dialogo sono presenti e abbastanza articolate. La narrazione, come del resto da tradizione Dontnod, sembra avere un peso preponderante all’interno del titolo, con un sistema di scelte e conseguenze legato alla malattia del nostro eroe. Come vampiro, infatti, Jonathan può decidere se uccidere più persone possibili e saziare la sua sete, accettando così la sua natura di mostro, oppure comportarsi da personaggio buono e risparmiare gli innocenti, cacciando invece i vampiri. Ciò avrà ripercussioni a corto e lungo termine sulla storia, e almeno stando agli sviluppatori le possibili variabili saranno tante. È anche possibile, volendo, soggiogare al nostro volere inermi cittadini per estorcere loro informazioni o per bere il loro sangue. Molto importante sarà proprio la qualità del sangue delle persone con cui il nostro eroe verrà a contatto: bere sangue di maggior purezza permetterà a Jonathan di acquisire più punti esperienza. Se, al contrario, si decide di giocare principalmente come buoni, cercando di ignorare la propria sete, entra in gioco un misterioso sacerdote con il quale confidarsi.

Per le strade incontreremo bande di disperati pronti a tutto pur di metterci in difficoltà.
Per le strade incontreremo bande di disperati pronti a tutto pur di metterci in difficoltà.

Il combat system si caratterizza per le meccaniche action-melée, con la possibilità di schivare gli attacchi nemici mediante un dash che conferisce a Jonathan una temporanea invincibilità. Abbiamo avuto modo di visionare esclusivamente il combattimento corpo a corpo, che al momento sembra non possedere spunti particolarmente originali, ma gli sviluppatori ci hanno garantito che nel gioco saranno presenti anche altri tipi di armi e quindi altre possibilità di approccio agli scontri. Il mondo di Vampyr è aperto e liberamente esplorabile, con diverse missioni secondarie e facoltative che è possibile svolgere nell’ordine che si preferisce, sebbene anche all’interno di esse siano presenti scelte il cui peso nell’economia generale di gioco non è però ancora del tutto chiaro. Il titolo di Dontnod, insomma, va ancora studiato per benino prima di capire se tutti gli ingranaggi che lo compongono sono perfettamente oliati: narrativamente ci siamo eccome, per tutto il resto ci rivedremo in sede di recensione, quindi continuate a seguirci!

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