Homefront: The Revolution – la recensione di VMAG

Quando fu pubblicato il primo trailer di Homefront: The Revolution rimasi particolarmente colpito da quello che vidi. Io personalmente non sono un grande appassionato degli sparatutto, ma questo titolo riuscì a cogliere quasi subito il mio interesse. L’opera multimediale trascinava con se una scia di eventi piuttosto travagliati. Il marchio, infatti, fu acquistato da Crytek dopo il fallimento di THQ e, successivamente, venne venduto a Depp Silver. Problematico fu anche lo sviluppo del gioco, poiché a lavorare su di esso si susseguirono diversi team che causarono, inevitabilmente, diversi cambi di direzione. Il videogame, inizialmente, non fu accolto bene dai fan e dalla critica, causa anche i suoi evidenti problemi tecnici, ciononostante fui attratto da alcune caratteristiche, come un’ambientazione ben riuscita ed una storia accattivante. Homefront: The Revolution sarà davvero un’opera che, nonostante i suoi inciampi di percorso, sia riuscita a dare quel tocco di originalità che manca al genere shooter? Scopriamo immediatamente.

Homefront parte con una premessa ben strutturata, poiché il team di sviluppo tocca temi in cui ben pochi si sono azzardati a spingersi. La trama racconta di come La Corea, già dall’inizio degli anni ‘70, cominciò a vendere qualsiasi tipo di tecnologie all’America, iniziando così un vero e proprio commercio che, con il passare degli anni e del progresso, indebitò pesantemente la Nazione a stelle e strisce. Gli Stati Uniti acquistavano dalla multinazionale Apex qualunque tipo di cosa, persino i telefoni, e quando l’ormai nota azienda asiatica cominciò a produrre armi, gli americani non riuscirono a resistere. Mentre i conflitti in Medioriente infuriavano, l’America si trovava improvvisamente sull’orlo della sconfitta e di una crisi senza precedenti, e pur di non arrendersi aumentò follemente la spesa per l’acquisto degli armamenti. Gli anni passano e arriva il 2025, il dollaro crolla ed il debito con la Corea cresce ulteriormente. La popolazione è ridotta alla più assoluta povertà, l’intero Paese è ormai in ginocchio e totalmente privo di difese. Il governo americano va in bancarotta e le armi sono rese inutilizzabili da uno speciale sistema di sicurezza installato negli equipaggiamenti venduti.

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Homefront parte con una premessa ben strutturata, poiché il team di sviluppo tocca temi in cui ben pochi si sono azzardati a spingersi.

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la Corea del Nord occupa gli Stati Uniti con la promessa di un aiuto umanitario, ma questa è solo una scusa per dare inizio ad un nuovo regime di terrore. Ormai priva della propria libertà e indipendenza, l’America è sotto il rigido controllo dell’EPC, ma qualcosa sta cambiando. Il popolo si sta risvegliando e sta insorgendo una nuova rivoluzione, e voi sarete una pedina importante per il successo della resistenza. Come detto in precedenza, la trama, forse, è l’aspetto più riuscito dell’intera produzione e, vivendo in prima persona l’avventura, riuscirete ad immedesimarvi ancora di più nell’esperienza grazie alle ambientazioni fatte a pennello. Questo però solamente fino ad un certo punto, poiché la scelta di mettervi nei panni di un protagonista totalmente muto non funziona più e, nella maggior parte dei casi, vi sentirete quasi trascinati dagli eventi: pedine invece che protagonisti. Sarete circondati da personaggi terribilmente scialbi e dimenticabili, che incarnano solo ed esclusivamente il lato cieco e rabbioso della rivoluzione invece che rappresentare l’idea di un cambiamento per la liberazione di un popolo. Alla fine si finisce in balìa di una serie di attacchi feroci, guidati unicamente dalla foga anziché da una vera e propria strategia.

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Siete pronti a scatenare la rivoluzione?

L’opera multimediale sostanzialmente è un open world frammentato in zone di diverso colore. Quelle gialle avranno una massiccia presenza militare, e completerete le missioni muovendovi nell’ombra senza attirare sospetti, nascondendovi agli sguardi dei militari, riparandovi dietro i civili e evitando in ogni modo di finire nel raggio di visuale delle telecamere. Se verrete scoperti si attiverà un allarme che attirerà tutte le guardie, con tanto di piccoli carri armati presenti nei dintorni. In questi casi l’azione consigliata sarebbe quella di fuggire e nascondervi dietro qualche riparo di fortuna come i cassonetti della spazzatura. Quando sarete ricercati non potrete accedere ai rifugi della resistenza poiché saranno inaccessibili fino a quando le autorità non avranno smesso di cercarvi.

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Se verrete scoperti si attiverà un allarme che attirerà tutte le guardie, con tanto di piccoli carri armati presenti nei dintorni.

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Totalmente diverso sarà l’approccio all’interno della zona rossa. Qui i nemici sparano a vista, sarà una battaglia ogni volta che tenterete uno spostamento, e farsi aiutare da qualche membro alleato che passa nei dintorni sarà cosa gradita. Quest’ultimi saranno arruolabili per un massimo di cinque, potrete farvi accompagnare da loro durante le missioni costituendo una vera e propria squadra d’azione. Gli spostamenti saranno frequenti data la posizione delle missioni, ma tutto sarà più agevolato dalla possibilità di usufruire di una moto facilmente reperibile. Non solo, infatti, progredendo nell’avventura, verrete a conoscenza di sempre più passaggi sotterranei che a loro volta collegano i diversi quartieri e zone. Nonostante ciò l’andare a piedi non sarà cosi male, poiché la distanza da coprire non sarà elevata.

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Risvegliati gli animi dei civili sarà fondamentale per vedere queste scene di rivolta.

All’interno dei quartieri dovrete farvi valere conquistando zone ed edifici per rendere il territorio sicuro dalla presenza dei nemici e guadagnare esperienza, soldi ed oggetti di valore. Compiendo queste azioni affronterete delle vere e proprie missioni secondarie che purtroppo non donano una vasta originalità al titolo e si differenziano nel compiere gesti, come conquistare roccaforti o hackerare sistemi di comunicazione. Sarà possibile dedicarsi alla liberazione di diversi avamposti, a volte eliminando tutti i nemici che li pattugliano o esplorando l’area alla ricerca di generatori da riattivare, ci saranno antenne da manomettere ed ingressi segreti da scovare per entrare nelle fortezze. Si tratta in verità di un lavoro molto meccanico e ripetitivo, tanto che arrivati nelle fasi finali potreste persino decidere di abbandonare i territori in mano agli invasori. In certi momenti il titolo costringe comunque a compiere questi incarichi secondari di sabotaggio, giusto per risvegliare le coscienze dei civili e avviare una rivoluzione nel quartiere in cui vi trovate. Questo resta un escamotage non proprio onestissimo da parte degli sviluppatori per allungare la longevità complessiva e serve solo parzialmente alle esigenze della rivoluzione.

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I vostri nemici saranno maggiormente equipaggiati, dotati di droni e di armi all’avanguardia.

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I vostri nemici saranno maggiormente equipaggiati, dotati di droni e di armi all’avanguardia. Il solo modo di contrastarli sarà quello, oltre ad avere un’attrezzatura quasi all’altezza, di modificare la vostra arma con vari personalizzabili acquistabili con tanta semplicità dal venditore più vicino, rendendola più duttile in qualsiasi tipo di situazione. Le modifiche consistono nel cambiare parti dell’arma, e sarà possibile trasformare una semplice pistola in una potente mitraglietta. Ma attenzione, i cambiamenti apportati vi renderanno impossibilitati a rispondere ai colpi per qualche secondo, ponderate bene quando utilizzare questa strategia. Tale meccanica resta una delle più creative del gioco, poiché fa in modo di poter affrontare ogni missione nella maniera più consona alle vostre esigenze. Infatti avrete anche la possibilità di creare bocche da fuoco ibride in grado di gestire qualunque tipo di situazione.

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Gli scontri a fuoco saranno senza esclusione di colpi.

Durante il gioco potrete raccogliere diversi tipi di oggetti che torneranno utili al vostro equipaggiamento infatti, grazie ad essi, potrete assemblare consumabili come bombe, molotov o diversivi direttamente dall’interfaccia dell’inventario. Potrete procurarvi questi materiali saccheggiando i corpi dei nemici o cercando i vari tesori sparsi per la mappa. Potrete sbloccare dispositivi speciali utilizzabili in modo creativo, come una macchina telecomandata carica di esplosivo, ordigni con attivazione remota e tutto ciò che serve per rimanere a distanza di sicurezza senza entrare nel raggio visivo delle pattuglie. Quale sarà l’approccio che sceglierete dipenderà da voi,  ma le meccaniche stealth, tuttavia, funzionano solamente a metà. Questi problemi derivano sia dalla poca e mal gestita densità dei soldati, sia perché se affronterete armati a dovere i nemici avrete molte più chance di sfondare le difese ostili, soprattutto a causa di un’intelligenza artificiale non esattamente eccelsa. La difficoltà, oltretutto, è mal calcolata ed alcune missioni possono risultare un po’ frustranti, complici anche i difetti  tecnici che non migliorano la godibilità.

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Durante il gioco potrete raccogliere diversi tipi di oggetti che torneranno utili al vostro equipaggiamento.

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Adesso arriviamo a toccare la parte più dolente dell’intera produzione. Homefront: The Revolution è uscito con gravissimi problemi tecnici che purtroppo compromettono l’intera esperienza di gioco. Provato su PlayStation 4, il titolo non riesce quasi mai a mantenere i 30 FPS, riuscendo solo in rarissime situazioni. Specialmente nelle fasi all’aperto ci sarà un crollo continuo di prestazioni, che risulteranno fastidiose a tal punto da rovinare indiscutibilmente l’avventura; per non parlare dei continui blocchi temporanei che si verificano nel momento esatto in cui parte il salvataggio automatico. L’ambientazione è veramente interessante, grazie al motore grafico CryEngine, ma tutte queste imperfezioni influenzano inesorabilmente la fruibilità della storia. Altro reale punto debole della produzione è la longevità, infatti senza troppo impegno, potrete concludere Homefront in circa dieci ore.

In conclusione Homefront: The Revolution è un gioco uscito solo al 50% del suo potenziale. La scarsa longevità contornata da problemi tecnici evidenti che, purtroppo, non passano assolutamente in secondo piano, fanno in modo che l’opera multimediale non possa risplendere come dovrebbe. La trama resta la parte maggiormente curata, ma non basta se al suo interno il protagonista è solo un esecutore di ordini sempre e costantemente trascinato dagli eventi. La furia cieca della rivolta è travolgente e spinge ad immedesimarsi in una vera e propria rivoluzione, ma la troppa facilità nello sconfiggere i nemici ed un’intelligenza artificiale ben poco calcolata fa si che questa magia duri davvero per poco. Purtroppo lo sviluppo travagliato del titolo è, inesorabilmente, una grande occasione sprecata con tutto il potenziale che avrebbe potuto fare di esso un grande videogame.

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