Proteste in Cina per il cambio di nome di Pikachu

Chi nel mondo non ha mai testato un titolo a tema Pokémon? Potrà sembrare assurdo ma c’è una nazione in cui la franchise non è mai stato approfondita, ed è la Cina. Nella nazione orientale, il brand è sì conosciuto, ma al tempo stesso non esiste una traduzione coerente per ogni singolo Pokémon: l’esempio più eclatante è Pikachu, il noto topino e mascotte del marchio di Nintendo, che in Cina presenta differenti nomi a seconda delle varie regioni orientali. Prossimamente sono in uscita i capitoli Sole e Luna (previsti in Europa verso la fine dell’anno) e per la prima volta l’industria di Kyoto ha deciso di rilanciare il brand con una traduzione unica per tutto il continente cinese. Fino ad ora, le varie regioni hanno usato traduzioni diverse in modo da riflettere le varie differenze linguistiche e culturali, tuttavia, questo cambierà con i nuovi capitoli in arrivo.

Zheping Huang reporter di una testata cinese ha cercato di spiegare il problema che affligge i fan del continente:

“Ora Nintendo vuole unificare il noto brand dei mostriciattoli più famosi del mondo. Nella grande Cina si chiamerà ufficialmente Jingling Baokemeng, che in mandarino significa “spirito” o “Elfo“, e Baokemeng che è una traslitterazione di Pokémon, ma anche in altre regioni il nome è stato tradotto in maniera differente. Pikachu ad esempio, originariamente era stato tradotto come Bei-KAA-chyu a Hong Kong. Ora è chiamato Pikaqiu. Mentre il nome in mandarino suonava similmente al nome globale di Pikachu (come è stato sempre chiamato in Cina e Taiwan), si legge come Pei-KAA-Jau in Cantonese, suono non simile a tutti gli altri.”

La radice del problema dunque è che per la gente di Hong Kong la traduzione originale sia quella cantonese, e che questa nuova traduzione sia stata minacciata dal governo cinese per motivi non specificati. La preoccupazione dei cinesi inoltre, è che la traduzione originale cantonese veniva vista a scopo educativo, poiché nella nazione orientale esistono sempre meno scuole che insegnano il cantonese ai bambini. Questo, insieme a un forte sentimento verso la traduzione tradizionale, è forse il motivo per cui i fan dei Pokémon di Hong Kong hanno protestato i cambiamenti di nome del noto topo giallo sulla pagina social ufficiale di Nintendo Hong Kong. Addirittura si è radunato un piccolo gruppo di manifestanti  di fronte al Consolato giapponese in Central, portando striscioni, cantando la canzone tema cantonese, e chiedendo che il cambiamento Nintendo “Pei-kaa-Jau” torna a “Bei-kaa-chyu.”
E voi siete d’accordo con questa protesta? Fatecelo sapere nei commenti.