Lo strano caso dei Pokéimbroglioni

Non ci sono più gli allenatori di una volta. Grazie a strumenti come Game Shark, Action Replay, Powersave e tutte quelle decine di programmi facilmente reperibili che permettono di leggere e modificare i salvataggi, nel giro di qualche minuto ci si può ritrovare con box pieni di Pokémon Leggendari con statistiche perfette, una tentazione alla quale pochissimi giocatori hanno saputo resistere, considerando che durante i tornei ufficiali sono stati migliaia i partecipanti squalificati a causa delle loro squadre un po’ troppo pompate.

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Ma se prima era decisamente facile riconoscere che un Lugia rosa a livello 1 era chiaramente il figlio di uno di questi trucchetti, oggi le cose sono diverse, e i cheater si sono rivelati essere giocatori sempre più scaltri: il Pokémon falso perfetto deve essere quanto più equilibrato possibile, possedere la natura e le statistiche giuste che siano in linea con le possibilità che il gioco offre, rendendolo di fatto plausibile.

Ogni giocatore, che ne sia stato cosciente o meno, è venuto a contatto con almeno uno di questi Pokémon “da laboratorio” una volta nella sua personale esperienza di gioco e, probabilmente, tramite il trading online, che è saturo della generosità di questi hacker in erba. .

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Finché si tratta di piccoli orgogli personali il problema di certo non si pone, ma quando gli Hacker riescono addirittura ad anticipare la Nintendo stessa? Poco dopo l’uscita di Pokémon X e Y ricorderete le immagini che cominciarono a circolare raffiguranti 3 misteriosi Pokémon dalle fattezze esotiche, che nessuno aveva ancora incontrato all’interno del gioco. Beh, nessuno tranne gli hacker, ovviamente.

Game Freak ci mise mesi ad ufficializzare l’aspetto di Diancie, il Pokémon Roccia/Folletto protagonista del recente film, e proprio in questa settimana è stata la volta di Hoopa. Volcanion invece, il terzo pokémon del trio leggendario, non ha avuto ancora il suo momento di gloria, ma è evidentemente chiara la sua presenza nel gioco (e c’è chi già lo possiede, grazie agli hacker?).

I responsabili di queste anticipazioni non sono sicuramente i tipici possessori di Action Replay, ma veri e propri “investigatori” non autorizzati che si divertono a “smanettare” con le cartucce in loro possesso: i migliori si riuniscono in un gruppo dal nome “Project Pokémon”, hacker a tutti gli effetti, e dannatamente bravi.

Niente e nessuno sfugge agli Hackers... e Vera ringrazia.
Niente e nessuno sfugge agli Hackers… e Vera ringrazia.

Reisyukaku, nome d’arte di un membro attivo del segretissimo gruppo, è stato recentemente intervistato da Kotaku, proprio in relazione al Pokémon Hacking:

“L’hackeraggio di Pokèmon è per me semplicemente un modo per capire come funzionano le cose, e l’ho sempre fatto anche con altri giochi per indurli a fare quello che volevo. Essere in grado di personalizzare le cose a proprio piacimento è davvero forte” E, parlando del gruppo, ha aggiunto:

“Siamo solo un gruppo di persone che si incontrano perché siamo interessati alla struttura dei file dei giochi a cui giochiamo e vogliamo solamente aiutare la comunità con alcune informazioni in più.”

Il giovane, uno studente di ingegneria con il debole per la programmazione, ha da poco pubblicato perfino un programma che permette ai suoi colleghi di modificare texture e modelli dell’ultimo Pokémon Zaffiro Alfa e Rubino Omega. Continuando nella sua intervista ha infatti specificato che capita spesso a lui, come ad altri Hacker, di creare piccoli programmi per modificare specifici elementi: perfino giocare come il cattivo del gioco è di fatto possibilissimo.

Molti altri “smanettoni” sul web hanno fatto di Reisyukaku il proprio Guru, e i tentativi di emularlo sono tanti, ed alcuni veramente divertenti, tanto che non possiamo fare a meno di proporvene qualcuno:

Secondo Reisyukaku queste modifiche sono assolutamente innocue e rappresentano soltanto qualche esperimento sui capitoli dell’ultima generazione, su cui anche lui stesso rivela di star lavorando. D’altronde, finché non si tratta di frodi, nel mondo del Pokémon Hacking tutto è lecito, e tremendamente divertente, non trovate?

Ma passiamo un po’ alla storia: se pensate infatti che l’avvento dei Cheater&Hacker sia legato alle ultime generazioni avete preso un bel granchio. Il primo trucchetto risale infatti ai primi Pokémon Rosso e Verde, e il primo Cheater della storia dei mostriciattoli colorati si chiama Shigeki Morimoto, ed è il Game Designer. Si avvicinava la fine del 1995 e le prime cartucce Pokémon stavano per essere lanciate sul mercato. Lo sviluppo del gioco era ormai giunto al termine quando Morimoto si accorse che, avendo apportato qualche modifica, era rimasto dello spazio libero, spazio che sarebbe diventato presto la culla del leggendario Mew.

“Abbiamo messo Mew proprio alla fine,” Morimoto ha spiegato in un intervista “La cartuccia era davvero piena e non c’era più spazio per nulla. Poi sono state rimosse delle funzionalità di debug che non sarebbero dovute esistere nel gioco finale, e si  creato un minuscolo spazio libero di 300 byte. Così abbiamo pensato che avremmo potuto inserirci Mew. Quello che abbiamo fatto sarebbe impensabile oggi”.

Il gioco, pubblicato in Giappone agli inizi del 1996, deve molto alla leggenda del Pokémon rosa misterioso nascosto al suo interno, e non è difficile credere che questo sia uno dei motivi principali della scalata alle classifiche che lo stesso titolo affrontò poco dopo la sua uscita. Molti sono i giocatori che hanno dedicato intere giornate alla ricerca di Mew, e tanti sono quelli che sono riusciti a trovarlo grazie al passaparola e alle guide che uscirono anni dopo. Sono sicura che qualcuno ricorda ancora la leggenda del camioncino segreto, parcheggiato in qualche zona in Pokémon Rosso e Blu, che secondo qualcuno era possibile muovere con la mossa Forza, e sotto al quale si sarebbe trovato il leggendario piccoletto rosa. Ora sappiamo che si trattava solo di una leggenda metropolitana, ma provate solo a immaginare quanti migliaia di giocatori passarono le ore in questa insana ricerca, tutto per accaparrarsi un singolo Pokémon.

La mania del “gotta catch’em all” non è chiaramente mai finita, e la dimostrazione è sotto gli occhi di tutti: Pokémon ha unito generazioni diverse e continuerà a farlo, senza alcun dubbio. Che poi questo comporti una crescita ed un uso sconsiderato di trucchetti e vie secondarie per completare il gioco è una conseguenza che, fortunatamente, non è obbligatorio scontare: nessuno ci leverà mai la soddisfazione di diventare campioni della Lega Pokémon con la nostra legalissima e sudata squadra.

 

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